Dipsacus fullonum
Scardaccione selvatico | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Sottoregno | Tracheobionta |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Magnoliopsida |
Ordine | Dipsacales |
Famiglia | Dipsacaceae |
Genere | Dipsacus |
Specie | D. fullonum |
Nomenclatura binomiale | |
Dipsacus fullonum L. | |
Nomi comuni | |
Scardaccione selvatico, cardo |

Dipsacus fullonum, sin. Dipsacus sylvestris, è una pianta erbacea di 1-2,5 m nota come scardaccione selvatico o cardo, spesso confusa con l'affine Dipsacus sativus[1], coltivata. È originaria di Eurasia e Nord Africa, ma è nota anche in America, Africa, Australia e Nuova Zelanda, dove è stata introdotta erroneamente ed è spesso infestante. L'infiorescenza è di forma cilindrica, misura fino a 10 cm di lunghezza e ha fiori porpora che si seccano riducendosi a brattee scariose.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere deriva dalle foglie raccolte a formare una coppa alla base del fusto. L'acqua piovana può venir raccolta da questa struttura e ridurre il rischio della risalita sul fusto di afidi. Un recente esperimento ha evidenziato una maggior crescita se in questa coppa vengono aggiunti insetti morti: si tratterebbe di una parziale forma di pianta carnivora[2]. Le foglie sono lanceolate, lunghe 20–40 cm e larghe 3–6 cm, con delle piccole spine sul lato inferiore.
La pianta è facilmente identificabile dai robusti fusto e foglie e dall'infiorescenza porpora. I primi fiori a sbocciare sono quelli a metà dell'infiorescenza, la fioritura poi si sposta verso i due estremi lasciando due sottili fasce di fiori aperti. Le parti dure si seccano e formano piccoli semi di 4–6 mm, maturi verso metà autunno.
Ecologia[modifica | modifica wikitesto]
I semi sono un'importante risorsa invernale per molti uccelli invernali, spesso sono coltivati a scopo ornamentale e per attirare avifauna.[3]
Coltivazioni ed utilizzi[modifica | modifica wikitesto]
Lo Scardaccione selvatico (la specie coltivata D. sativus) era molto utilizzato nell'industria tessile per pulire e cardare la lana[4].
A volte è utilizzato come pianta ornamentale, anche come pianta secca.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
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Teasel comb
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Infiorescenza utilizzata per cardare la lana
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Giovani foglie sul fusto già sviluppato
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Germogli
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ BSBI List 2007 (XLS), su bsbi.org.uk, Botanical Society of Britain and Ireland. URL consultato il 17 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2015).
- ^ P. J. A. Shaw e K. Shackleton, Carnivory in the teasel Dipsacus fullonum — the effect of experimental feeding on growth and seed set, in Simon Joly (a cura di), PLoS ONE, vol. 6, n. 3, 2011, pp. e17935, DOI:10.1371/journal.pone.0017935, PMC 3060873, PMID 21445274.
- ^ Advice from the Royal Society for the Protection of Birds on how to attract Goldfinch to your garden with teasel, su rspb.org.uk. URL consultato il 16 ottobre 2011.
- ^ "Teasel." The Oxford English Dictionary. 2nd ed. 1989.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Dipsacus fullonum
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Species Profile- Common Teasel (Dipsacus fullonum L.), National Invasive Species Information Center, United States National Agricultural Library. Lists general information and resources for common teasel.
- Jepson Manual Treatment
- USDA Plants Profile Archiviato il 27 luglio 2011 in Internet Archive.
- GRIN Species Profile
- Virginia Tech Weed Guide Archiviato il 27 maggio 2013 in Internet Archive.
- Photo gallery
- Flora d'Italia
Controllo di autorità | BNE (ES) XX532329 (data) |
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