Diocesi di Sozopoli di Emimonto

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Sozopoli di Emimonto
Sede vescovile titolare
Dioecesis Sozopolitana in Haemimonto
Patriarcato di Costantinopoli
Sede titolare di Sozopoli di Emimonto
Mappa della diocesi civile di Tracia (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXIX secolo
StatoBulgaria
Diocesi soppressa di Sozopoli di Emimonto
Suffraganea diAdrianopoli
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Sozopoli di Emimonto (in latino: Dioecesis Sozopolitana in Haemimonto) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Sozopoli di Emimonto, corrispondente alla città di Sozopol nell'odierna Bulgaria, è un'antica sede vescovile della provincia romana dell'Emimonto nella diocesi civile di Tracia. Faceva parte del Patriarcato di Costantinopoli ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Adrianopoli.

Sono cinque i vescovi documentati di Sozopoli nel primo millennio cristiano. Atanasio prese parte al concilio di Efeso del 431. Pietro partecipò al terzo concilio di Costantinopoli nel 680. Eutimio assistette al secondo concilio di Nicea nel 787. Ignazio partecipò al Concilio di Costantinopoli dell'879-880 che riabilitò il patriarca Fozio di Costantinopoli. La sigillografia infine ha restituito i nomi di altri tre vescovi, Germano, Stefano e Giovanni, vissuti tra IX e XI secolo.

Dal XIX secolo Sozopoli di Emimonto è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 19 ottobre 2023.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi greci[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

I vescovi di Sozopoli di Emimonto appaiono confusi con i vescovi di Sozopoli di Pisidia perché nelle fonti citate le cronotassi delle due sedi non sono distinte.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Germanos, in Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, Berlin-Boston (2013), #22293.
  2. ^ Stephanos, in Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, Berlin-Boston (2013), #27332.
  3. ^ Gustave Léon Schlumberger, Sigillographie de l'empire byzantin, 1884, p. 117.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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