Arcidiocesi di Pisa

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Arcidiocesi di Pisa
Archidioecesis Pisana
Chiesa latina
Regione ecclesiasticaToscana
 
Mappa della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
Diocesi suffraganee
Livorno, Massa Carrara-Pontremoli, Pescia, Volterra
 
Arcivescovo metropolita e primateGiovanni Paolo Benotto
Vicario generaleGino Biagini
Presbiteri175, di cui 124 secolari e 51 regolari
1.785 battezzati per presbitero
Religiosi52 uomini, 330 donne
Diaconi24 permanenti
 
Abitanti331.779
Battezzati312.535 (94,2% del totale)
StatoItalia
Superficie847 km²
Parrocchie166 (9 vicariati)
 
ErezioneIV secolo
Ritoromano
CattedraleMetropolitana di Santa Maria Assunta
Santi patroniSan Ranieri
IndirizzoPiazza Arcivescovado 18, 56126 Pisa, Italia
Sito webwww.diocesidipisa.it
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Italia
La piazza del Duomo, detta dei Miracoli.
Cortile del palazzo arcivescovile di Pisa.
La basilica di San Pietro Apostolo a San Piero a Grado.

L'arcidiocesi di Pisa (in latino Archidioecesis Pisana) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Italia appartenente alla regione ecclesiastica Toscana. Nel 2021 contava 312.535 battezzati su 331.779 abitanti. È retta dall'arcivescovo Giovanni Paolo Benotto.

Dal 1092, l'arcivescovo di Pisa si fregia del titolo, attualmente puramente onorifico nonché conteso dagli arcivescovi di Cagliari e Sassari, di Primate di Sardegna e Corsica.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi a causa delle vicissitudini che hanno accompagnato la sua storia ha confini frastagliati e comprende quattro zone non contigue: una parte della provincia di Pisa, precisamente la piana dell'Arno dalla città di Pisa fino a Pontedera, e la piana del Serchio a nord; ingloba poi le Colline Pisane a sud di Pisa, da Collesalvetti fino a San Pietro in Palazzi, lungo l'ex strada statale 206; comprende inoltre la Versilia storica con i comuni di Pietrasanta, Seravezza, Forte dei Marmi e Stazzema, una zona isolata dal resto dell'arcidiocesi, più una parte della Media Valle del Serchio, anch'essa isolata dal resto dell'arcidiocesi, corrispondente al comune di Barga.

Sede arcivescovile è la città di Pisa, dove si trova la cattedrale di Santa Maria Assunta.

Il territorio si estende su 847 km² ed è suddiviso in 166 parrocchie, raggruppate in 9 vicariati e 38 unità pastorali.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi di Pisa nacque nei primi decenni del IV secolo e venne a sovrapporsi pressoché ai limiti delle circoscrizioni civili dell'epoca. Il primo vescovo noto è Gaudenzio, presente al sinodo di Roma del 313.

Secondo alcune ricostruzioni, inizialmente la diocesi di Pisa si estendeva a nord fino al fiume Versilia, seguendo poi il crinale delle Apuane; ad est il confine col territorio lucchese era costituito dapprima da tale crinale, poi da quello del Monte Pisano, e, dopo aver lambito il padule di Bientina, raggiungeva l'Arno all'altezza di Pontedera. A sud il confine, che divideva da Volterra, proseguiva lungo il fiume Era fino all'altezza di Capannoli. Dalla Valdera, forse attraverso il botro Fine di Rivalto, la linea di confine raggiungeva le colline retrostanti Chianni e proseguiva verso il fiume Fine. Il limite occidentale era naturalmente costituito dal Mar Tirreno.

Nel VI secolo, con l'invasione dei Longobardi, il territorio diocesano subì una forte riduzione a nord, ma acquistò spazi al sud, fino all'attuale Cecina.

Il 21 aprile 1092, sotto Dagoberto da Pisa, fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana. Il 27 aprile dello stesso anno papa Urbano II concesse a Pisa la giurisdizione metropolitica sulla Corsica in forza della bolla Cum universis.

Nel secolo successivo anche Genova fu elevata a sede metropolitana e le furono assegnate come suffraganee tre diocesi in Corsica. Tuttavia, il 1º maggio 1138 a Pisa papa Innocenzo II riconfermava la giurisdizione sopra le restanti tre diocesi corse e furono aggregate alla metropolia la diocesi di Populonia in terraferma e due diocesi sarde, con il titolo di primate del giudicato di Torres. L'11 aprile 1176 papa Alessandro III estendeva la giurisdizione primaziale pisana ai giudicati di Cagliari e Arborea.

Quando però i pisani furono espulsi dal dominio sulla Sardegna ad opera degli Aragonesi (1324) perdettero ogni diritto sulle isole. Nel 1446 anche Siena fu innalzata alla dignità arcivescovile e la provincia ecclesiastica pisana le cedette come suffraganee le diocesi di Massa Marittima e Populonia.

Il 26 aprile 1478 l'arcivescovo Francesco Salviati fu giustiziato a Firenze come responsabile della Congiura dei Pazzi. Nei quarant'anni successivi l'arcidiocesi rimase vacante e fu governata da amministratori apostolici.

Il 4 luglio 1797 fu eretta la diocesi di Pontremoli e aggregata alla provincia ecclesiastica pisana.

L'arcidiocesi subì ulteriori modifiche quando nel 1789 papa Pio VI sottrasse il pievanato di Massaciuccoli a Pisa per darlo a Lucca, accorpando però Seravezza e Barga all'arcidiocesi di Pisa.

Infine nel 1806 l'arcidiocesi subì l'ultima modifica con la cessione di una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Livorno, suffraganea di Pisa, voluta da Maria Luisa di Borbone-Spagna e decretata il 25 settembre 1806 da papa Pio VII con la bolla Militantis Ecclesiae.

Nel 1822 fu eretta la diocesi di Massa, nuova suffraganea di Pisa. Le ultime suffraganee ad essere aggregate alla provincia ecclesiastica pisana furono la diocesi di Pescia e la diocesi di Volterra nel 1856.

Dal 6 al 13 giugno 1965 Pisa ospitò il XVII Congresso eucaristico nazionale italiano, a cui intervenne come legato pontificio il cardinale Ermenegildo Florit.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

L'arcidiocesi nel 2021 su una popolazione di 331.779 persone contava 312.535 battezzati, corrispondenti al 94,2% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 248.000 250.000 99,2 322 232 90 770 100 700 152
1969 302.398 303.150 99,8 321 241 80 942 98 1.000 169
1980 315.646 317.455 99,4 311 221 90 1.014 105 726 176
1990 307.850 310.000 99,3 276 198 78 1.115 88 518 166
1999 301.802 305.368 98,8 252 181 71 1.197 7 73 430 166
2000 301.664 305.063 98,9 244 176 68 1.236 11 70 435 166
2001 302.650 306.585 98,7 246 179 67 1.230 13 69 438 166
2002 301.423 305.948 98,5 236 174 62 1.277 15 65 412 166
2003 301.007 306.067 98,3 241 180 61 1.248 17 64 398 166
2004 305.270 310.333 98,4 240 179 61 1.271 17 64 390 166
2013 336.930 356.566 94,5 199 149 50 1.693 21 56 361 166
2016 313.497 334.345 93,8 190 146 44 1.649 24 46 361 166
2019 320.270 339.190 94,4 173 128 45 1.851 24 47 340 166
2021 312.535 331.779 94,2 175 124 51 1.785 24 52 330 166

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. Thiel, Epistulae Romanorum pontificum genuinae et quae ad eos scripta sunt a s. Hilario ad Pelagium II, I Brunbergae, 1848, n. 27, p. 499,
  2. ^ Aderì allo scisma tricapitolino
  3. ^ Opportuno partecipò al sinodo romano contro i monoteliti presieduta da papa Martino I nell'ottobre 649
  4. ^ Fatto prigioniero da Carlo Magno durante l'assedio di Pavia
  5. ^ Maria Luisa Ceccarelli Lemut, v. Gerardo nel Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 53 (2000).
  6. ^ Per alcune fonti il marzo 1137 coincide con l'esilio forzato in Francia, mentre la morte sarebbe occorsa l'anno successivo, in data e in luogo imprecisati.
  7. ^ Per altre fonti la morte occorse dopo il 20 o il 23 ottobre. Angelo Fabroni, op. cit., p. 69.
  8. ^ Secondo Eubel, dopo il 10 novembre 1252.
  9. ^ Le cronotassi tradizionali sono discordanti, in quanto sembra che nel 1362 e nel 1363 si susseguirono due vescovi di nome Francesco: Francesco Pucci, eletto il 16 maggio 1362 e morto nell'anno stesso o l'anno seguente (così Cappelletti) e Francesco Moricotti. Eubel considera un solo vescovo, il Pucci, ma con le date del Moricotti.
  10. ^ Eubel, vol. VII, indica come data di decesso l'8 agosto.
  11. ^ Nominato arcivescovo, titolo personale, titolare di Irina.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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