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Diario di un maestro

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Diario di un maestro
Marisa Fabbri e Bruno Cirino nella scena dell'arrivo del maestro a scuola
PaeseItalia
Anno1973
Formatominiserie TV
Generedrammatico
Puntate4
Durata290 min totale
Lingua originaleItaliano
Rapporto4:3
Crediti
RegiaVittorio De Seta
SoggettoAlbino Bernardini
SceneggiaturaVittorio De Seta
Interpreti e personaggi
FotografiaLuciano Tovoli
MusicheFiorenzo Carpi (dirette da Bruno Nicolai)
Casa di produzioneRAI, Bavaria Film, Miro Cinematografica
Prima visione
Dall'11 febbraio 1973
Al4 marzo 1973
Rete televisivaProgramma Nazionale

Diario di un maestro è uno sceneggiato televisivo del 1973 diretto da Vittorio De Seta e trasmesso sul primo canale RAI in quattro puntate. Il soggetto è tratto dal libro autobiografico Un anno a Pietralata di Albino Bernardini.

Due anni dopo l'uscita in tv, il film raggiunse le sale ridotto a 135 minuti. Questa versione è stata selezionata tra i 100 film italiani da salvare[1].

In una scuola dell'estrema periferia romana, un giovane insegnante, nuovo dell'ambiente, invece di disinteressarsi della sua aula chiamata "la resulta" semivuota, decide di affrontare il problema del mancato rispetto dell'obbligo scolastico non in maniera burocratica, ma cercando per il quartiere i bambini che non frequentano le lezioni e dando a queste un assetto assolutamente atipico, quasi rivoluzionario per i programmi dell'epoca. Ne nasce un'esperienza di arricchimento reciproco tra i piccoli alunni e il maestro il quale, agli occhi dei telespettatori, rappresenta la persona che pratica quegli ideali da tanti altri solo predicati.

Il personaggio

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Bruno D'Angelo è un giovane insegnante proveniente da un piccolo paese fuori Napoli, e verso ottobre riceve la nomina per fare il maestro in una scuola elementare a Tiburtino III, all'epoca poco fuori Roma. È un uomo alto circa un metro e ottanta, dall'aria tranquilla e poco presuntuosa, indossa eleganti completi a tre bottoni dai colori scuri, grigio antracite, marrone testa di moro, camicie bianche e cravatte dal nodo molto sottile, e un cappotto tipo Loden marrone.

Arriva a Roma a bordo della sua Renault 4 prima serie grigia, chiedendo informazioni ai passanti su dove si trovi la scuola.

Una volta arrivato, viene subito accolto dalla segretaria, che fa anche le veci del direttore, la signorina Olivieri, che gli dà il benvenuto, gli consegna il registro e lo avvisa che avrà una classe di elementi non facili. Il maestro non appena si troverà davanti la classe, rientrata dall'intervallo, si renderà conto che ciò che ha davanti è una classe disastrata, con studenti non presenti poiché costretti ad andare a lavorare, e quelli presenti alquanto disinteressati, provenienti da varie borgate, tra cui la Torraccia, Tiburtino III e Pietralata. Il maestro sarà costretto a intraprendere, anche contro il volere dei colleghi e del direttore, uno stile d'insegnamento che si distingue da quello tradizionale, che possa interessare i ragazzi, andrà a ripescare lui stesso i ragazzi dagli sfasciacarrozze o dai mercati, cercando appunto di riportarli in classe e di motivarli.

  • Albino Bernardini, Un anno a Pietralata. Firenze, La Nuova Italia, 1968.
  • Giulio Angioni, Sul grande schermo i volti degli ultimi, La Nuova Sardegna, [1]
  • Damiano Felini, Una proposta pedagogica sullo schermo. La scuola in due produzioni televisive di Vittorio De Seta (1970-1979), "Orientamenti Pedagogici", vol. 62, n. 2 (aprile-giugno 2015), pp. 273–291, [2].

Collegamenti esterni

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