Vai al contenuto

Di-2-etilesilftalato

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Di-2-etilesilftalato
formula di struttura
formula di struttura
Nome IUPAC
1,2-di(2-etilesil) benzene-1,2-dicarbossilato
Abbreviazioni
DEHP, DOP
Nomi alternativi
bis-(2-etilesil)ftalato, diottilftalato, ftalato di bis(2-etilesile), UPV18, OXOPLAST O, LGFLEX DOP, Bisoflex, Compound 889, Diacizer DOP, Eastman DOP Plasticizer, Ergoplast, Etalon, Eviplast, Fleximel, Flexol DOP, Good-rite GP 264, Hatco-DOP, Kodaflex DOP, Monocizer DOP, Octoil, Palatinol AH, Pittsburgh PX 138, Plasthall DOP, Platinol AH, Reomol D 79P, Sicol 150, Staflex DOP, Truflex DOP, Vestinol AH, Vinycizer, Witcizer 312
Caratteristiche generali
Formula bruta o molecolareC24H38O4
Massa molecolare (u)390,57
Aspettoliquido incolore
Numero CAS117-81-7
Numero EINECS204-211-0
PubChem8343
SMILES
CCCCC(CC)COC(=O)C1=CC=CC=C1C(=O)OCC(CC)CCCC[1]
Proprietà chimico-fisiche
Densità (g/cm3, in c.s.)0,98
Indice di rifrazione1.4853 (20 °C)[2]
Solubilità in acqua2,70 x 10-1 mg/L[3]
Coefficiente di ripartizione 1-ottanolo/acqua7.45[4]
Temperatura di fusione−50 °C (~223 K)
Temperatura di ebollizione220 °C (493 K) a 500 Pa
Viscosità cinematica (m2/s a 20 °C)22
Indicazioni di sicurezza
Punto di fiamma200°C
Limiti di esplosione0,1 - 0,2% vol.
Temperatura di autoignizione370°C
Simboli di rischio chimico
tossico a lungo termine
pericolo
Frasi H319 - 351 - 360 - 400 - 410 - 412 [5]
Consigli P203 - 280 - 318 - 405 - 501 [1]
Isomeria

Il di-2-etilesilftalato (DEHP, DOP), o diottilftalato, o diisoottilftalato, è un composto chimico di formula C24H38O4 che in condizioni standard si presenta come un liquido incolore, inodore, viscoso e poco volatile.[6]

Venne prodotto per la prima volta in quantità commerciali in Giappone intorno al 1933 e negli Stati Uniti nel 1939.[7] Nel 1994 la produzione del composto negli Stati Uniti si attestava intorno alle 117 500 tonnellate e nel 1995 in Giappone la quantità prodotta era di 298 000 tonnellate.[8]

Nel 1999 il composto veniva prodotto in:[9]

Nel 2004 l'uso del DEHP in Unione europea è diminuito (221,000 tonnellate), mentre è aumentato l'uso di DINP e DIDP. Circa 800 impianti in Europa utilizzavano il DEHP o sue preparazioni.[10] Nel 2015 il volume di produzione, secondo l'EPA, si attestava tra le 45.000 e le 113.400 tonnellate circa.[11]

Nel 2005 la Commissione europea ne ha bandito l'uso nei giocattoli e nei prodotti destinati all'uso in ambienti chiusi realizzati in PVC,[12] ne è inoltre vietato l'uso nei prodotti cosmetici.[13]

Nel 2007 venne incluso nella lista dei prodotti chimici ad alto volume di produzione dell'OECD.[14]

La Food and Drug Administration (FDA) ne autorizza l'uso in contenitori destinati agli alimenti solo quando sono a base principalmente acquosa e non grassa.[15]

In Cina il composto è vietato in concentrazioni superiori allo 0,1% nei giocattoli e del tutto nei prodotti cosmetici.[13] Nel 2002, in Giappone ne venne proibito l'utilizzo in dispositivi, contenitori a contatto con gli alimenti contenenti grassi e oli o alimenti grassi, ovvero nei giocattoli per bambini al di sotto dei 6 anni di età.[16] Nel 2022 la Food Safety and Standards Authority of India (FSSA) stabilì nuovi limiti di migrazione del DEHP per gli imballaggi a contatto con gli alimenti.[17][18]

Il 25 settembre 2024 il governatore della California firmò una legge che proibisce l'utilizzo del DEHP in sacchetti per soluzione endovenosa e agocanule, rendendo la California il primo Stato americano a proibire l'utilizzo di orto-ftalati in dispositivi medici.[19]

Struttura e caratteristiche fisiche

[modifica | modifica wikitesto]

Rientra nella famiglia degli esteri e la sua struttura consiste in due catene esteriche di otto atomi di carbonio collegati a un anello di acido benzendicarbossilico.[6] È classificato come un composto organico semivolatile e rientra nella classe degli ftalati.[20]

Il composto presenta:[21][22][23][24][25]

La sezione d'urto è pari a:[26][27]

  • 215.9 Ų [M+Na]+
  • 203 Ų [M+H2O-H]-
  • 212.2 Ų [M+H]+

Quando viene riscaldato si decompone emettendo un fumo acre.[28] In base all'allegato VII del Regolamento REACH (EC) No 1907/2006 il composto è classificato come non ossidante.[29] La concentrazione satura di vapore a 25 °C è pari a 7 µg/m3.[30]

Il di-2-etilesilftalato viene prodotto dalla reazione chimica di esterificazione tra 2-etilesanolo e anidride ftalica in ambiente acido, generalmente viene utilizzato l'acido solforico o l'acido p-toluensolfonico.[31] Poiché il 2-etilesanolo è chirale, il DOP ottenuto come prodotto è una miscela racema di isomeri (R,R)-, (S,S)-, e (R,S)- (quest'ultimo è un composto meso).[32][33]

Reattività e caratteristiche chimiche

[modifica | modifica wikitesto]

Il DEHP è lievemente solubile in acqua (0.003 a 20 °C e 0.34 a 25 °C)[11] e nel tetracloruro di carbonio.[34][35] Il composto, altamente lipofilico,[36] risulta solubile nel sangue e nei fluidi contenenti lipoproteine.[37] Il composto è inoltre miscibile con l'olio minerale e l'esano.[38]

In acqua forma facilmente dispersioni colloidali anche se composti naturalmente presenti nell'acqua possono influenzarne la solubilità.[10] Uno studio sulla reazione di ossidoriduzione del DEHP in acetonitrile, mediante l'utilizzo della ciclovoltammetria e dell'elettrolisi a potenziale controllato, ha messo in evidenza come il composto vada incontro a due trasferimenti consecutivi di un singolo elettrone con conseguente formazione dell'anione e del dianione a potenziali largamente negativi.[36]

La costante di Henry del DEHP è pari a 4.43 Pa m3/mol.[10]

Per il composto sono disponibili i seguenti indici di Kovats:[39][40]

  • standard apolare: 2499.4, 2499, 2499, 2505, 2492.6, 2507, 2509, 2488, 2498, 2516.7, 2504, 2505, 2506, 2480, 2505, 2506, 2509, 2506, 2507, 418.6, 418.7, 406.14, 406.15
  • semi-standard apolare: 2546, 2539, 2544, 2551, 2509, 2550, 2519, 2527.7, 2483.8, 2488.7, 2485.8, 2530.6, 2552, 2525.3, 402.2
  • standard polare: 3106, 3106, 3106, 3106

Del composto esistono i seguenti spettri analitici:

La determinazione e la quantificazione del composto erano seriamente limitate dalla sua presenza come contaminante in quasi tutta la strumentazione di laboratorio e nei reagenti.[45]

Farmacologia e Tossicologia

[modifica | modifica wikitesto]

DEHP è velocemente assorbito e distribuito, ma non vi sono riscontri scientifici che si accumuli all'interno del corpo. Il DEHP viene metabolizzato attraverso diverse vie metaboliche[10] che producono diversi metaboliti, tra cui:

  • monoesteri primari: di-n-octil ftalato (DnOP), di-n-butil ftalato (DnBP), benzil butil ftalato (BBzP) e dietilftalato (DEP)[46]
  • metaboliti da ossidazione secondaria: mono-(2-etil-5-idrossiesill) ftalato (5OH-MEHP), mono-(2-etil-5-ossiesil) ftalato (5-oxo-MEHP), mono-(2-etil-5-carbossipentil) ftalato (5cx-MEPP) e mono-[2-(carbossimetil) esil] ftalato (2cx-MMHP)[47]

Il CYP2C9()1 e il CYP2C19 sono i principali attori nella formazione del 5OH-MEHP e del 5-oxo-MEHP, mentre solo il CYP2C9()1 e il CYP2C9()2 producono 5cx-MEPP.[48] I livelli con cui viene prodotto ciascun metabolita sono molto variabili in relazione a specie, età, sesso, alimentazione, esposizione al composto, quantità assorbita e via di somministrazione.[10]

A seguito di somministrazione orale o intravenosa viene velocemente metabolizzato ed eliminato nelle urine e nella bile.[37][49] In pazienti sottoposti a dialisi il composto non risulta più presente nel sangue a 5 - 7 ore dal trattamento.[50] Esistono dati che dimostrano come, sia negli animali sia nell'uomo, il composto sia presente nel latte materno.[10]

Le prime preoccupazioni per l'esposizione al composto vennero poste in evidenza da uno studio di Jaeger e Rubin del 1970 che ne evidenziava la presenza nel sangue presente nelle sacche ematiche usate per le trasfusioni.[51] In un secondo studio degli stessi autori, pubblicato nel 1972, se ne riporta la presenza in diversi tessuti (polmone, fegato e milza) in pazienti sottoposti a trasfusione prima della morte.[52]

Secondo due studi pubblicati tra il 1996 e il 1997, mentre l'esposizione sul posto di lavoro risultava significativa, procedure mediche come l'emodialisi, l'ossigenazione extracorporea a membrana, la trasfusione, la cauterizzazione ombelicale e il bypass cardiopolmonare a breve termine potevano portare anch'essi a un'elevata esposizione al composto.[53][54]

Come additivo non covalentemente legato al materiale, il DEHP è facilmente volatilazzato nell'atmosfera e nei cibi corporei durante il processo di produzione, immagazzinamento, uso e smaltimento.[55] L'uomo è generalmente esposto al composto tramite inalazione, ingestione e contatto con la pelle.[56][57]

Classificazione e limiti

[modifica | modifica wikitesto]

Ad oggi il composto è classificato come potenziale interferente endocrino[58] e contaminante alimentare[59] associato a numerosi effetti sulla salute come lo stress ossidativo, l'infiammazione e i disturbi metabolici.[60] Il composto è inoltre incluso nell'elenco delle sostanze estremamente preoccupanti candidate all’autorizzazione pubblicato in conformità all'articolo 59, paragrafo 10, del regolamento REACH.[61]

L'urina è considerata il substrato più affidabile per la determinazione dell'esposizione al DEHP.[62] Si presume che il MEHP sia il responsabile della bioattività del DEHP[63][64] ed è ampiamente utilizzato, insieme a MEOHP e al MEHHP, per la valutazione della correlazione tra esposizione al composto ed effetti sulla salute.[65]

La tossicità acuta (LD50) per via orale del DEHP è 30 mg/kg nel ratto e 24 mg/kg nei conigli (cutanea).[66]

Effetti sul fegato

[modifica | modifica wikitesto]

Nei roditori dosi elevate di DEHP risultano in cambiamenti degenerativi e necrotici, mentre dosi ridotte portano all'ingrossamento del fegato (aumento di peso dell'organo e ipertrofia epatocellulare) associato alla proliferazione perossisomale, tuttavia tali cambiamenti sono considerati adattativi e la loro rilevanza per l'uomo non è chiara data l'associazione con i recettori nucleari, in particolare PPARα.[67]

Effetti sul sistema immunitario

[modifica | modifica wikitesto]

Alcuni studi evidenziano come il DEHP sia un adiuvante in animali sensibilizzati a bassi livelli di esposizione, ma è incerta la loro rilevanza per l'uomo data la mancanza di chiare evidenze che il sistema immunitario sia il target della tossicità del composto.[68]

Effetti sulla riproduzione

[modifica | modifica wikitesto]

I danni all'apparato riproduttore umano sono stati ampiamente verificati. I dati raccolti evidenziano come il composto interrompa la sintesi, il metabolismo e il trasporto degli ormoni endogeni e dei loro recettori.[69]

Complessivamente, nell'uomo il DEHP è stato positivamente correlato a SHBG e negativamente correlato al testosterone, all'indice degli androgeni liberi e all'FSH. Nelle donne in menopausa il composto è positivamente correlato ad una riduzione del testosterone e dell'estradiolo (E2). Non esistono associazioni significative tra i livelli dei metaboliti del DEHP prima della nascita e i livelli degli ormoni sessuali nei bambini.[65]

Uno studio ha dimostrato una correlazione tra i metaboliti del DEHP e il menarca precoce, nonché con il telarca.[70]

Studi sui roditori dimostrano che, sia il DEHP che il suo metabolita mono-2-etilesilftalato (MEHP), sono tossici per le gonadi maschili, attraverso un meccanismo che sarebbe in parte riconducibile ad una deplezione di zinco a livello dei testicoli che andrebbero quindi incontro ad atrofia, insieme al pene[71]. Gli effetti sui roditori sono stati tuttavia reversibili al cessare dell'esposizione o attraverso l'utilizzo di antiossidanti. Il DEHP, infatti, inibisce la crescita di follicoli antrali di topo attraverso meccanismi che coinvolgono lo stress ossidativo, ma ciò sembra poter essere contrastato con precursori del GSH.[72]

L'esposizione al MEHP può portare anche all'insufficienza ovarica.[73][74] Uno studio ha dimostrato che i livelli più alti di MEHP vengono rilevati durante il primo e il terzo trimestre di gravidanza. I livelli nel nascituro aumentano fino al sesto mese di vita.[75]

Effetti sul metabolismo

[modifica | modifica wikitesto]

MEHP è stato associato all'aumento dell'indice di massa corporea (BMI),[76] mentre alte concentrazioni di MEOHP e MEHHP sono state associate alla sindrome metabolica.[77]

Il DEHP è il membro più comune degli ftalati che sono utilizzati come plastificanti nei prodotti polimerici per rendere la plastica soffice e malleabile. Originariamente, i plastificanti vennero usati per aumentare la flessibilità e la trattabilità del PVC.[29][78] La compatibilità tra DEHP e PVC è dovuta all'interazione dipolo-dipolo tra i due gruppi carbonilici del DEHP e i legami carbonio-cloro nelle catene del PVC, nonché dei deboli legami a idrogeno tra gli atomi di idrogeno in posizione α e β nei gruppi carbonilici e gli atomi di cloro. Queste deboli interazioni hanno però effetti sul deterioramento delle performance dei prodotti stessi.[79]

Il DEHP era disponibile a diversi gradi a seconda del tipo di applicazione. In linea generale: il contenuto minimo d'esteri doveva essere compreso tra il 99,0 e il 99,6%, il contenuto massimo di umidità doveva essere pari allo 0,1% e l'acidità doveva essere compresa tra lo 0,007 e lo 0.01%.[80][81]

Il composto era utilizzato nella produzione di: prodotti in simil pelle, capi d'abbigliamento impermeabili, scarpe, tappezzeria, tovaglie e tende da doccia. Trovava applicazione come fluido idraulico e fluido dielettrico nei condensatori elettrici.[45] Era utilizzato come acaricida nei frutteti, ingrediente inerte nei pesticidi, rivelatore per le fughe nei respiratori, per testare i sistemi di filtraggio dell'aria e nei prodotti cosmetici.[82] Veniva inoltre utilizzato nell'alcol denaturato, nei detergenti liquidi, negli inchiostri decorativi, nelle munizioni, negli oli lubrificanti, insieme agli agenti antischiuma nella produzione di carta e cartone.[83]

Un rapporto dell'ECHA del 2008 riporta un contenuto di DEHP nel PVC flessibile pari al 30%.[29] Secondo un rapporto del OECD del 2018, il PVC flessibile rappresentava l'80% del consumo mondiale di plastificanti ed era utilizzato nella produzione di una vasta gamma di prodotti di consumo, come contenitori per i cibi e le bevande, giocattoli, materiali da costruzione (es. cavi, pavimenti, tetti), nonché in prodotti per il settore medico come sacche ematiche, strumenti per la dialisi e cateteri.[29][84]

Impatto ambientale

[modifica | modifica wikitesto]

Secondo i dati del Registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti (E-PRTR) del 2017, le principali fonti di DEHP rilasciato nell'acqua erano gli impianti di trattamento delle acque reflue urbane (96,3%, 17.493,54 tonnellate), seguiti dagli impianti di produzione di ghisa e acciaio (1,4%), dagli impianti di recupero di rifiuti pericolosi (1,3%) e dalle discariche (0,7%). Nel 2007, la produzione industriale in scala di composti organici rappresentava invece il 10,5% del totale.[11]

Il limite di sicurezza del DEHP nell'acqua potabile stabilito dall'EPA è di 6 ppb, mentre il limite OSHA per l'esposizione sul luogo di lavoro è pari a 5 mg/m³ di aria.[85] I valori limite di emissione per le acque superficiali è stabilito a 1.3 µg/l all'anno.[86] Il fattore di bioconcentrazione rilevato sui pesci (BCF = 614) indica che il potenziale bioaccumulo del composto è basso. Il composto presenta un PNEC pari a 201 mg/L[29]

Nel 1991 Zetzsch stimò l'emivita del composto in aria a 1 giorno sulla base della costante della reazione tra il DEHP e il radicale OH seguita dal monitoraggio analitico in tempo reale con gascromatografia capillare (limite di rivelabilità = 1 ppb).[29]

Secondo quanto riportato dal Canadian National Pollutant Release Inventory, nel solo 1995 in Canada vennero rilasciate 72 tonnellate di DEHP nell'aria.[87] Dati raccolti in due pubblicazioni del 1992 e del 1993 riportano concentrazioni fino a 790 ng/m3 in campioni d'aria raccolti nelle aree urbane e di aria inquinata, ma generalmente i livelli all'interno degli edifici erano significativamente inferiori ai 100 ng/m3.[31][45]

È stato riscontrato che se il DEHP viene rilasciato in aria può essere trasportato per grandi distanze nella troposfera ed è stato rilevato al di sopra dell'Atlantico e del Pacifico. La deposizione umida, attraverso la pioggia, risulta essere la principale via di eliminazione.[31][88][89] Nel corso degli anni sono stati riscontrati i seguenti livelli di DEHP nell'aria:

  • nell'area nord occidentale del Golfo del Messico -> concentrazione media di 1,16 ng/m3, con un 57% del composto presente nella fase gassosa e concentrazioni di due ordini di grandezza inferiori sul mare che sul continente;[90][91]
  • nella zona dei Grandi Laghi (Canada e Stati Uniti) -> concentrazione media nell'aria tra 0,5 e 5 ng/m3, concentrazione media nella pioggia pari a 6 ng/L con diversi livelli di deposizione nei diversi: lago Superiore 16 t/anno, lago Michigan 11 t/anno, lago Huron 12 t/anno, lago Erie 5,0 t/anno e lago Ontario 3,7 t/anno);[92]
  • in Svezia -> concentrazione media pari a 2,0 ng/m3 e la deposizione media pari a 23.8 µg/m2 al mese;[93]
  • zona di Rieti in Italia (1995) -> concentrazioni variabili tra 20,5 e 503,5 ng/m3;[94]
  • in campioni di neve raccolti a Lyngby (Danimarca) -> concentrazione di 22 ng/m3;[95]
  • in un'area residenziale di Anversa (Belgio) -> concentrazioni di 26–132 ng/m3;[96]
  • a New York (1978) -> concentrazione media annuale tra 10 e 17 ng/m3;[97]

Uno studio pubblicato nel 1997 suggerisce che l'esposizione a particolato sospeso di DEHP è da una a tre volte superiore rispetto all'esposizione stimata in fase vapore.[98]

Sulla base della letteratura scientifica attualmente disponibile, ci si attende che il composto sia lentamente idrolizzato a MEHP e 2-etilesanolo con un'emivita di circa 200 anni. Il composto risulta avere un'emivita in acque dolci pari a 50 giorni ad una temperatura di 12 °C, mentre nei sedimenti d'acqua dolce la sua emivita risulta pari a 300 giorni nelle stesse condizioni. A tal proposito sono disponibili 4 studi sulla degradazione del composto in acque dolci - Saeger and Tucker (1976), Subba-Rao et al. (1982), Ritsema et al (1989) e Furtmann, (1993) - e altrettanti per quanto riguarda i sedimenti - Johnson and Lulves (1975), Chang et al. (2005), EU-RAR (2008) e Kickham (2010) -.[29]

Il valore del DT50 (idrolisi) è stimato intorno a 106 giorni (= ± 2740 anni) mentre il DT50 (fotolisi) è stato rilevato pari a 0 % (dopo 1 ora, fiume), 1.8 % (dopo 30 giorni, lago), 1.4 % (dopo 200 giorni, lago eutrofizzato), 13.7 % (dopo 200 giorni, lago oligotropico).[11]

Sono disponibili 4 studi sulla biodegradazione aerobica del composto in fase acquosa - Diefenbach (1994), BASF AG (1984), Exxon (1995) e Stasinakis et al. (2008) - e 2 sulla biodegradazione anaerobica - Ziogou et al (1989) e Ejlertsson et al. (1997) -.[29] Inoltre:[11][29]

  • dati sperimentali ottenuti da test di screening eseguiti su scarichi fognari, in combinazione con DBP la biodegradazione risulta compresa tra 3,3 giorni (0,5 µg/g, pH 7, 30 °C) e 16,1 giorni (1 µg/g, pH 5, 30 °C), mentre quando testato da solo la biodegradazione è pari a 7 giorni (30 °C, pH 7 and 2 µg/g)
  • dati sperimentali ottenuti mediante studi di mineralizzazione effettuati su campioni di acqua prelevati da un lago eutrofico, la biodegradazione si attesta a 22-64 giorni (29 °C)
  • dati sperimentali ottenuti dall'analisi di campioni d'acqua oligotrofica, indicano un tasso di mineralizzazione dello 0 % dopo 60 giorni a 29 °C
  • dati sperimentali ottenuti dall'analisi di campioni d'acqua del fiume Mississipi, indicano che la degradazione primaria si attesta a 30 giorni ad una temperatura di 20 °C
  • dati sperimentali ottenuti dall'analisi di campioni d'acqua del fiume Reno, indicano una degradazione primaria pari a 15 giorni ad una temperatura di 20 °C

Per quanto riguarda il bioaccumulo sono disponibili:[29]

  • 3 studi sui pesci: Mayer and Sanders (1973), Mehrle and Mayer (1976) e Mackintosh et al. (2004)
  • 4 studi sugli invertebrati: Sanders et al. (1973), Perez et al. (1983), Gobas et al. (2003) e Mackintosh (2004)

Il coefficiente di assorbimento (Koc) stimato è di 165000 in sedimenti d'acqua dolce e di 794,000 - 1,260,000 in sedimenti d'acqua salata a seconda del minerale considerato.[29]

Uno studio sulla, degradazione abiotica del DEHP attraverso radicali OH dimostra che il composto presenta una vita troposferica pari a circa 1 giorno con kOH = 1,5 x 10−11 cm3/s e una degradazione % per fotolisi indiretta di circa 101 giorni. I risultati sulla biodegradazione del composto nel suolo sono molto variabili e difficili da interpretare. L'ECHA ha stabilito come parametro di riferimento un'emivita di 300 giorni a 12 °C.[29]

Normativa di riferimento

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ a b National Center for Biotechnology Information (2025). PubChem Compound LCSS for CID 8343, Bis(2-ethylhexyl) phthalate. Retrieved February 17, 2025 from https://pubchem.ncbi.nlm.nih.gov/compound/Bis_2-ethylhexyl_-phthalate#datasheet=LCSS
  2. ^ Haynes, W.M. (ed.). CRC Handbook of Chemistry and Physics. 95th Edition. CRC Press LLC, Boca Raton: FL 2014-2015, p. 3-54
  3. ^ Defoe DL et al; Environ Toxicol Chem 9: 623-36 (1990)
  4. ^ Hansch, C., Leo, A., Hoekman, D., (1995) Exploring QSAR: Hydrophobic, Electronic, and Steric Constants, Washington DC, American Chemical Society, p. 183
  5. ^ https://echa.europa.eu/information-on-chemicals/cl-inventory-database/-/discli/details/10536
  6. ^ a b (EN) Sai Sandeep Singh Rowdhwal e Jiaxiang Chen, Toxic Effects of Di-2-ethylhexyl Phthalate: An Overview, in BioMed Research International, vol. 2018, 2018, pp. 1-10, DOI:10.1155/2018/1750368. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  7. ^ W. Fritz, WHO‐IARC Monographs on the evaluation of the carcinogenic risk of chemicals to humans. Voi. 29: Some Industrial Chemicals and Dyestuffs. 416 Seiten. International Agency for Research on Cancer, Lyon 1982. Preis: 60,‐ sfrs; 30,– US$, in Food / Nahrung, vol. 27, n. 3, 1983-01, pp. 236-236, DOI:10.1002/food.19830270312. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  8. ^ Facts & Figures for the chemical industry, in Chemical & Engineering News Archive, vol. 75, n. 25, 23 giugno 1997, pp. 38-79, DOI:10.1021/cen-v075n025.p038. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  9. ^ Directory of World Chemical Producers Chemical Information Services:  Dallas, Texas. 2004. 2200 pp. £615. ISSN 1093-2933., in Organic Process Research & Development, vol. 8, n. 6, 11 agosto 2004, pp. 1084-1085, DOI:10.1021/op049879j. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  10. ^ a b c d e f (EN) Institute for Health and Consumer Protection Toxicology and Chemical Substance (TCS) European Chemicals Bureau, BIS (2-ETHYLHEXYL) PHTHALATE (DEHP) - SUMMARY RISK ASSESSMENT REPORT - Final report, 2008 (PDF), ISSN 1018-5593 (WC · ACNP).
  11. ^ a b c d e Courtney Hatch, Cayman Botner, Megan Cassingham, Bis(2-ethylhexyl)phthalate (DEHP) in PM2.5 aerosol samples, su doi.org, 29 aprile 2020. URL consultato il 21 febbraio 2025.
  12. ^ (EN) Directive - 2005/90 - EN - EUR-Lex, su eur-lex.europa.eu. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  13. ^ a b (EN) M Monti, M Fasano e L Palandri, A review of European and international phthalates regulation: focus on daily use products, in European Journal of Public Health, vol. 32, Supplement_3, 21 ottobre 2022, DOI:10.1093/eurpub/ckac131.226. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  14. ^ (EN) Environment Directorare - Joint meeting of the Chemicals Committee and the Working Party on Chemicals, Pesticides and Biotechnology, The 2007 OECD List of High Production Volume Chemicals (PDF), in Series on Testing and Assessment, n. 112, Parigi, Organisation for Economic Co-operation and Development, 23 ottobre 2009.
  15. ^ (EN) Human Foods Program, Small Entity Compliance Guide: Establishing an Allowable Level for di (2-ethylhexyl)phthalate in Bottled Water, su www.fda.gov, 1º ottobre 2024. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  16. ^ (EN) National Institute of Technology and Evaluation - Study Group for Risk Assessment & Management of Phthalates, Risk Management Report -Current Status and Management Goals-Bis (2-ethylhexyl) Phthalate (PDF), aprile 2006. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  17. ^ (EN) TÜV Rheinland, India - Food Safety and Standards (Packaging) Second Amendme, su www.tuv.com. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  18. ^ (HI) FOOD SAFETY AND STANDARDS AUTHORITY OF INDIA, NOTIFICATION (PDF), in The Gazette of India, Delhi, 30 agosto 2022. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  19. ^ SG 152/24 - Californian prohibition will phase out DEHP and other plasticizers in intravenous solution containers by 2030 and in intravenous tubing by 2035., su sgs.com. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  20. ^ (EN) HBSL Home, su water.usgs.gov. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  21. ^ (EN) PubChem, Bis(2-ethylhexyl) phthalate, su pubchem.ncbi.nlm.nih.gov. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  22. ^ Michael Williams, The Merck Index: An Encyclopedia of Chemicals, Drugs, and Biologicals, 15th Edition Edited by M.J.O'Neil, Royal Society of Chemistry, Cambridge, UK ISBN 9781849736701; 2708 pages. April 2013, $150 with 1‐year free access to The Merck Index Online., in Drug Development Research, vol. 74, n. 5, 3 luglio 2013, pp. 339-339, DOI:10.1002/ddr.21085. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  23. ^ Philip H. Howard, Sujit Banerjee e Kenneth H. Robillard, [653:mowswp2.0.co;2 MEASUREMENT OF WATER SOLUBILITIES, OCTANOL/WATER PARTITION COEFFICIENTS AND VAPOR PRESSURES OF COMMERCIAL PHTHALATE ESTERS], in Environmental Toxicology and Chemistry, vol. 4, n. 5, 1985, p. 653, DOI:10.1897/1552-8618(1985)4[653:mowswp]2.0.co;2. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  24. ^ Allan R. Isensee, Handbook of Environmental Data on Organic Chemicals, Second Edition, in Journal of Environmental Quality, vol. 13, n. 2, 1984-04, pp. 330-330, DOI:10.2134/jeq1984.00472425001300020034x. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  25. ^ Faye V. Andrews, Stephanie M. Kim e Lariah Edwards, Identifying adipogenic chemicals: Disparate effects in 3T3-L1, OP9 and primary mesenchymal multipotent cell models, in Toxicology in Vitro, vol. 67, 2020-09, p. 104904, DOI:10.1016/j.tiv.2020.104904. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  26. ^ Baker Lab @ UNC Chapel Hill, su tarheels.live. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  27. ^ Charles M. Nichols, James N. Dodds e Bailey S. Rose, Untargeted Molecular Discovery in Primary Metabolism: Collision Cross Section as a Molecular Descriptor in Ion Mobility-Mass Spectrometry, in Analytical Chemistry, vol. 90, n. 24, 18 dicembre 2018, pp. 14484-14492, DOI:10.1021/acs.analchem.8b04322. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  28. ^ Sax's Dangerous Properties of Industrial Materials, 11th Edition By Richard J. Lewis, Sr. (Lewis Information Systems, Inc.). John Wiley & Sons, Inc.:  Hoboken, NJ. 2004. $595.00 print set (other pricings available for CD-ROM and online versions). ISBN 0-471-47662-5 for print set., in Journal of the American Chemical Society, vol. 127, n. 8, 6 gennaio 2005, pp. 2794-2794, DOI:10.1021/ja041002c. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  29. ^ a b c d e f g h i j k l (EN) Registration Dossier - ECHA, su echa.europa.eu. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  30. ^ D.F. Cadogan, Health and environmental effects of phthalate plasticisers for poly(vinyl chloride) – an update, in Plastics, Rubber and Composites, vol. 28, n. 10, 1999-10, pp. 476-481, DOI:10.1179/146580199101540042. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  31. ^ a b c WHO, Diethylhexyl Phthalate (Environmental Health Criteria 131), in International Programme on Chemical Safety, Geneva, 1992.
  32. ^ (EN) Klaus Weissermel, Hans-Jürgen Arpe, Charlet R. Lindley, "Industrial organic chemistry", ed.4, Wiley-VCH, 2003, pp.140-141. ISBN 3527305785
  33. ^ Vittorio Villavecchia, Gino Eigenmann, I. Ubaldini, "Nuovo dizionario di merceologia e chimica applicata", Hoepli editore, 1973, p.1303. ISBN 8820305305
  34. ^ Chih Yu Chen, Biosynthesis of di-(2-ethylhexyl) phthalate (DEHP) and di-n-butyl phthalate (DBP) from red alga—Bangia atropurpurea, in Water Research, vol. 38, n. 4, 2004-02, pp. 1014-1018, DOI:10.1016/j.watres.2003.11.029. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  35. ^ Bond Dissociation EnergiesaaExcept where otherwise indicated, from D. R. Lide, CRC Handbook of Chemistry and Physics, 79th ed., CRC Press, Boca Raton, FL, 1998/1999, and from J. Berkowitz, G. B. Ellison, and D. Gutman, “Three Methods to Measure RH Bond Energies,” J. Phys. Chem., 98, 2744–2765 (1994)., Elsevier, 2000, pp. 945-946, ISBN 978-0-12-257060-5. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  36. ^ a b Sherman J. L. Lauw, Jazreen H. Q. Lee e Malcolm E. Tessensohn, The electrochemical reduction of di-(2-ethylhexyl) phthalate (DEHP) in acetonitrile, in Journal of Electroanalytical Chemistry, vol. 794, 1º giugno 2017, pp. 103-111, DOI:10.1016/j.jelechem.2017.04.012. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  37. ^ a b Joel J. Alpert, <scp>Clinical Toxicology of Commercial Products: Acute Poisoning,</scp> ed. 3, by Marion N. Gleason, M.Sc., Robert E. Gosselin, M.D., Ph.D., Harold C. Hodge, Ph.D., D.Sc., and Roger P. Smith, Ph.D. Baltimore: The Williams and Wilkins Co., 1969, 1539 pp., $24.50, in Pediatrics, vol. 44, n. 3, 1º settembre 1969, pp. 466-467, DOI:10.1542/peds.44.3.466. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  38. ^ American conference of governmental industrial hygienists proposed threshold limit value for noise, in Applied Ergonomics, vol. 6, n. 2, 1975-06, p. 119, DOI:10.1016/0003-6870(75)90349-x. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  39. ^ (EN) NIST Standard Reference Database 1A, in NIST, 19 giugno 2014. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  40. ^ a b (EN) NIST Office of Data and Informatics, Bis(2-ethylhexyl) phthalate, su webbook.nist.gov. URL consultato il 20 febbraio 2025.
  41. ^ a b c (EN) PubChem, Hazardous Substances Data Bank (HSDB) : 339, su pubchem.ncbi.nlm.nih.gov. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  42. ^ a b c Human Metabolome Database: Showing metabocard for Bis(2-ethylhexyl) phthalate (HMDB0249243), su hmdb.ca. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  43. ^ a b MassBank | Database | InChIKey Search Results, su massbank.eu. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  44. ^ a b c (EN) Wiley Science Solutions, Bis(2-ethylhexyl) phthalate, su spectrabase.com. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  45. ^ a b c Agency for Toxic Substances and Disease Registry, Toxicological Profile: Di(2-ethylhexyl) Phthalate, Atlanta, GA, Department of Health and Human Services, 1993.
  46. ^ (EN) Holger M. Koch, Hans Drexler e Jürgen Angerer, An estimation of the daily intake of di(2-ethylhexyl)phthalate (DEHP) and other phthalates in the general population, in International Journal of Hygiene and Environmental Health, vol. 206, n. 2, 2003, pp. 77-83, DOI:10.1078/1438-4639-00205. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  47. ^ (EN) H. M. Koch, R. Preuss e J. Angerer, Di(2‐ethylhexyl)phthalate (DEHP): human metabolism and internal exposure – an update and latest results 1, in International Journal of Andrology, vol. 29, n. 1, 2006-02, pp. 155-165, DOI:10.1111/j.1365-2605.2005.00607.x. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  48. ^ (EN) Kyoungju Choi, Hyun Joo e Jerry L. Campbell, In vitro metabolism of di(2-ethylhexyl) phthalate (DEHP) by various tissues and cytochrome P450s of human and rat, in Toxicology in Vitro, vol. 26, n. 2, 2012-03, pp. 315-322, DOI:10.1016/j.tiv.2011.12.002. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  49. ^ (EN) Emmanouil D. Tsochatzis, R. Tzimou-Tsitouridou e Helen G. Gika, Analytical Methodologies for the Assessment of Phthalate Exposure in Humans, in Critical Reviews in Analytical Chemistry, vol. 47, n. 4, 4 luglio 2017, pp. 279-297, DOI:10.1080/10408347.2016.1273754. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  50. ^ L M Lewis, T W Flechtner e J Kerkay, Bis(2-ethylhexyl)phthalate concentrations in the serum of hemodialysis patients., in Clinical Chemistry, vol. 24, n. 5, 1º maggio 1978, pp. 741-746, DOI:10.1093/clinchem/24.5.741. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  51. ^ (EN) Rudolph J. Jaeger e Robert J. Rubin, Plasticizers from Plastic Devices: Extraction, Metabolism, and Accumulation by Biological Systems, in Science, vol. 170, n. 3956, 23 ottobre 1970, pp. 460-462, DOI:10.1126/science.170.3956.460. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  52. ^ (EN) Rudolph J. Jaeger e Robert J. Rubin, Migration of a Phthalate Ester Plasticizer from Polyvinyl Chloride Blood Bags into Stored Human Blood and Its Localization in Human Tissues, in New England Journal of Medicine, vol. 287, n. 22, 30 novembre 1972, pp. 1114-1118, DOI:10.1056/NEJM197211302872203. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  53. ^ (EN) Wolfgang W. Huber, Bettina Grasl-kraupp e Rolf Schulte-hermann, Hepatocarcinogenic Potential of Di(2-Ethylhexyl)phthalate in Rodents and its Implications on Human Risk, in Critical Reviews in Toxicology, vol. 26, n. 4, 1996-01, pp. 365-481, DOI:10.3109/10408449609048302. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  54. ^ (EN) Virginia A. Karle, Billie L. Short e Gerard R. Martin, Extracorporeal membrane oxygenation exposes infants to the plasticizer, di(2-ethylhexyl)phthalate:, in Critical Care Medicine, vol. 25, n. 4, 1997-04, pp. 696-703, DOI:10.1097/00003246-199704000-00023. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  55. ^ (EN) Hanno C. Erythropel, Milan Maric e Jim A. Nicell, Leaching of the plasticizer di(2-ethylhexyl)phthalate (DEHP) from plastic containers and the question of human exposure, in Applied Microbiology and Biotechnology, vol. 98, n. 24, 2014-12, pp. 9967-9981, DOI:10.1007/s00253-014-6183-8. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  56. ^ (EN) Yanxia Zhang, Biao Huang e Clive E. Sabel, Oral intake exposure to phthalates in vegetables produced in plastic greenhouses and its health burden in Shaanxi province, China, in Science of The Total Environment, vol. 696, 2019-12, p. 133921, DOI:10.1016/j.scitotenv.2019.133921. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  57. ^ (EN) Mandy Fisher, Tye E. Arbuckle e Susan MacPherson, Phthalate and BPA Exposure in Women and Newborns through Personal Care Product Use and Food Packaging, in Environmental Science & Technology, vol. 53, n. 18, 17 settembre 2019, pp. 10813-10826, DOI:10.1021/acs.est.9b02372. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  58. ^ (EN) Hiba Mohammed Taha e Valeria Dulio, S109 | PARCEDC | List of 7074 potential endocrine disrupting compounds (EDCs) by PARC T4.2, 8 aprile 2024, DOI:10.5281/ZENODO.10944198. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  59. ^ WHO | JECFA, su apps.who.int. URL consultato il 17 febbraio 2025.
  60. ^ (EN) Duygu Aydemir, Gozde Karabulut e Nurhayat Barlas, DEHP impairs the oxidative stress response and disrupts trace element and mineral metabolism within the mitochondria of detoxification organs, in Toxicology and Industrial Health, vol. 41, n. 2, 2025-02, pp. 108-121, DOI:10.1177/07482337241306252. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  61. ^ Elenco delle sostanze estremamente preoccupanti candidate all’autorizzazione - ECHA, su echa.europa.eu. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  62. ^ (EN) Melissa Mariana, Joana Feiteiro e Ignacio Verde, The effects of phthalates in the cardiovascular and reproductive systems: A review, in Environment International, vol. 94, 2016-09, pp. 758-776, DOI:10.1016/j.envint.2016.07.004. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  63. ^ (EN) Zeng-Jin Wen, Zhong-Yu Wang e Yin-Feng Zhang, Adverse cardiovascular effects and potential molecular mechanisms of DEHP and its metabolites—A review, in Science of The Total Environment, vol. 847, 2022-11, p. 157443, DOI:10.1016/j.scitotenv.2022.157443. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  64. ^ (EN) Jian Xu, Liming Wang e Lihuan Zhang, Mono-2-ethylhexyl phthalate drives progression of PINK1-parkin-mediated mitophagy via increasing mitochondrial ROS to exacerbate cytotoxicity, in Redox Biology, vol. 38, 2021-01, p. 101776, DOI:10.1016/j.redox.2020.101776. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  65. ^ a b (EN) Xuanxuan Li, Changchun Xiao, Jintao Liu, Ning Wei, Jian Song Jiajun Yuan, Li Liu, Rong Song, Weizhuo Yi, Rubing Pan, Jian Cheng, Shusi Wang e Hong Su, Association of Di(2-ethylhexyl) Phthalate Exposure with Reproductive Hormones in the General Population and the Susceptible Population: A Systematic Review and Meta-Analysis, in Environ. Health, vol. 2, n. 11, 2024, pp. 750-765.
  66. ^ Synthesis of DEHP metabolites as biomarkers for GC-MS evaluation of phthalates as endocrine disrupters.
  67. ^ (EN) A. P. Hall, C. R. Elcombe e J. R. Foster, Liver Hypertrophy: A Review of Adaptive (Adverse and Non-adverse) Changes—Conclusions from the 3rd International ESTP Expert Workshop, in Toxicologic Pathology, vol. 40, n. 7, 2012-10, pp. 971-994, DOI:10.1177/0192623312448935. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  68. ^ (EN) Agency for Toxic Substances and Disease Registry (US), 2, in Toxicological Profile for Di(2-Ethylhexyl)Phthalate (DEHP), Atlanta (GA), gennaio 2022.
  69. ^ (EN) Hyekyoung Hannah You e Gwonhwa Song, Review of endocrine disruptors on male and female reproductive systems, in Comparative Biochemistry and Physiology Part C: Toxicology & Pharmacology, vol. 244, 2021-06, p. 109002, DOI:10.1016/j.cbpc.2021.109002. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  70. ^ Erratum, in Breast Diseases: A Year Book Quarterly, vol. 27, n. 2, 2016, p. 114, DOI:10.1016/j.breastdis.2016.04.001. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  71. ^ Janet Pelley, Plasticizer may make boys less masculine, in Environ Sci Technol, novembre 2008. URL consultato il 6 ottobre 2009.
  72. ^ Yves J. R. Menezo, Erica Silvestris e Brian Dale, Oxidative stress and alterations in DNA methylation: two sides of the same coin in reproduction, in Reproductive Biomedicine Online, vol. 33, n. 6, 1º dicembre 2016, pp. 668-683, DOI:10.1016/j.rbmo.2016.09.006. URL consultato il 13 maggio 2017.
  73. ^ Benjamin Moyer e Mary L. Hixon, Reproductive effects in F1 adult females exposed in utero to moderate to high doses of mono-2-ethylhexylphthalate (MEHP), in Reproductive Toxicology, vol. 34, n. 1, 1º agosto 2012, pp. 43-50, DOI:10.1016/j.reprotox.2012.02.006. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  74. ^ Sarah Niermann, Saniya Rattan e Emily Brehm, Prenatal exposure to di-(2-ethylhexyl) phthalate (DEHP) affects reproductive outcomes in female mice, in Reproductive Toxicology, vol. 53, 1º giugno 2015, pp. 23-32, DOI:10.1016/j.reprotox.2015.02.013. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  75. ^ Lilia Patricia Bustamante-Montes, Víctor Hugo Borja-Aburto e María Hernández-Valero, Effect of phthalates exposure during perinatal period on hormonal profile in Mexican males during their first months of life, in Toxicology Reports, vol. 8, 1º gennaio 2021, pp. 1399-1403, DOI:10.1016/j.toxrep.2021.07.005. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  76. ^ (EN) Elizabeth E Hatch, Jessica W Nelson e M Mustafa Qureshi, Association of urinary phthalate metabolite concentrations with body mass index and waist circumference: a cross-sectional study of NHANES data, 1999–2002, in Environmental Health, vol. 7, n. 1, 2008-12, DOI:10.1186/1476-069X-7-27. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  77. ^ (EN) Pallavi Dubey, Sireesha Y. Reddy e Vishwajeet Singh, Association of Exposure to Phthalate Metabolites With Sex Hormones, Obesity, and Metabolic Syndrome in US Women, in JAMA Network Open, vol. 5, n. 9, 23 settembre 2022, pp. e2233088, DOI:10.1001/jamanetworkopen.2022.33088. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  78. ^ Sopheak Net, Suzanah Rabodonirina e Rafika Ben Sghaier, Distribution of phthalates, pesticides and drug residues in the dissolved, particulate and sedimentary phases from transboundary rivers (France–Belgium), in Science of The Total Environment, vol. 521-522, 2015-07, pp. 152-159, DOI:10.1016/j.scitotenv.2015.03.087. URL consultato il 21 febbraio 2025.
  79. ^ Yufeng Ma, Shengliang Liao e Qiaoguang Li, Physical and chemical modifications of poly(vinyl chloride) materials to prevent plasticizer migration - Still on the run, in Reactive and Functional Polymers, vol. 147, 1º febbraio 2020, p. 104458, DOI:10.1016/j.reactfunctpolym.2019.104458. URL consultato il 24 febbraio 2025.
  80. ^ Raja S. Mangipudy e Harihara M. Mehendale, DEHP (Di-Ethyl Hexyl Phthalate), Elsevier, 2005, pp. 733-734, ISBN 978-0-12-369400-3. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  81. ^ Diethylhexyl Phthalate, in Environmental Health Perspectives, vol. 105, 1997-02, p. 241, DOI:10.2307/3433425. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  82. ^ National Toxicology Program, NTP Chemical Repository: Di(2-ethylhexyl) Phthalate, Research Triangle Park, NC., 1991.
  83. ^ Environmental Protection Agency, Technical Factsheet on: Di(2-ethylhexyl) Phthalate (DEHP), Washington DC, Office of Ground Water and Drinking Water., 1998.
  84. ^ Socio-economic assessment of phthalates, Organisation for Economic Co-Operation and Development (OECD), 6 giugno 2018. URL consultato il 21 febbraio 2025.
  85. ^ Ambiente e Lavoro. La qualità dell'aria negli ambienti confinati, su minerva.unito.it. URL consultato il 1º luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2016).
  86. ^ Substance infocard - Bis(2-ethylhexyl) phthalate, su echa.europa.eu. URL consultato il 18 febbraio 2025.
  87. ^ Minister of Public Works and Government Services Canada, National Pollutant Release Inventory. Summary Report 1995, in Environment Canada, Ottawa, 1997.
  88. ^ (EN) E. Atlas e C. S. Giam, Global Transport of Organic Pollutants: Ambient Concentrations in the Remote Marine Atmosphere, in Science, vol. 211, n. 4478, 9 gennaio 1981, pp. 163-165, DOI:10.1126/science.211.4478.163. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  89. ^ C. S. Giam, E. Atlas e M. A. Powers, Phthalic Acid Esters, Springer Berlin Heidelberg, 1984, pp. 67-142, ISBN 978-3-662-15233-1. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  90. ^ C. S. Giam, H. S. Chan e G. S. Neff, Phthalate Ester Plasticizers: A New Class of Marine Pollutant, in Science, vol. 199, n. 4327, 27 gennaio 1978, pp. 419-421, DOI:10.1126/science.413194. URL consultato il 23 febbraio 2025.
  91. ^ Giam C.S. e Atlas E., Accumulation of phthalate ester plasticizers in Lake Constance sediment, in Naturwissenschaften, n. 67, 1980, pp. 508-509.
  92. ^ Eisenreich S.J., Looney B.B. e Thornton J.D., Airborne contaminants in the Great Lakes ecosystem, in Environ. Sci. Technol., n. 15, 1981, pp. 30-38.
  93. ^ Thurén A. e Larsson P., Phthalate esters in the Swedish atmosphere, in Environ. Sci. Technol., n. 24, 1990, pp. 554-559.
  94. ^ Guidotti M., Colasanti G., Chinzari M., Ravaioli G., Vitali M., Investigation on the presence of aromatic hydrocarbons, polycyclic aromatic hydrocarbons, persistent organochlorine compounds, phthalates and the breathable fraction of atmospheric particulates in the air of Rieti urban area, in Ann. Chim., n. 88, 1998, pp. 419-427.
  95. ^ Løkke H. e Rasmussen L., Phytotoxicological effects of di-(2-ethylhexyl)-phthalate and di-n-butyl-phthalate on higher plants in laboratory and field experiments, in Environ. Pollut., n. 32, 1983, pp. 179-199.
  96. ^ Cautreels W., Van Cauwenberghe K.V. e Guzman L.A., Comparison between the organic fraction of suspended matter at a background and urban air station, in Sci. total Environ., vol. 8, 1977, pp. 79-88.
  97. ^ Bove J.L., Dalven P. e Kukreja V.P., Airborne di-butyl and di(2-ethylhexyl)phthalate at three New York City air sampling stations, in Int. J. environ. Chem., vol. 5, 1978, pp. 189-194.
  98. ^ Øie L., Hersoug L.-G. e Madsen J.Ø., Residential exposure to plasticizers and its possible role in the pathogenesis of asthma., in Environ. Health Perspect., vol. 105, 1997, pp. 972-978.
  • Friocourt, M.P.; Berthou, F.; Picart, D.; Dreano, Y.; Floch, H.H., Glass Capillary Column Gas Chromatography of Phthalate Esters, J. Chromatogr., 1979, 172, 1, 261-271, https://doi.org/10.1016/S0021-9673(00)90961-0.
  • Ramsey, J.D.; Lee, T.D.; Osselton, M.D.; Moffat, A.C., Gas-liquid chromatographic retention indices of 296 non-drug substances on SE-30 or OV-1 likely to be encountered in toxicological analyses, J. Chromatogr., 1980, 184, 2, 185-206, https://doi.org/10.1016/S0021-9673(00)85641-1.
  • Sun, G.; Stremple, P., Retention index characterization of flavor, fragrance, and many other compounds on DB-1 and DB-XLB, 2003, retrieved from http://www.chem.agilent.com/cag/cabu/pdf/b-0279.pdf.
  • Yasuhara, A.; Shiraishi, H.; Nishikawa, M.; Yamamoto, T.; Uehiro, T.; Nakasugi, O.; Okumura, T.; Kenmotsu, K.; Fukui, H.; Nagase, M.; Ono, Y.; Kawagoshi, Y.; Baba, K.; Noma, Y., Determination of organic components in leachates from hazardous waste disposal sites in Japan by gas chromatography-mass spectrometry, J. Chromatogr. A, 1997, 774, 1-2, 321-332, https://doi.org/10.1016/S0021-9673(97)00078-2.
  • Okumura, T., Retention indices of environmental chemicals on methyl silicone capillary column, Journal of Environmental Chemistry (Japan), 1991, 1, 2, 333-358, https://doi.org/10.5985/jec.1.333
  • Harland, B.J.; Cumming, R.I.; Gillings, E., The Kovats indexes of some organic micropollutants on an SE54 capillary column, EUR, I Org. Micropollut. Aquat. Environ., 1986, EUR 10388, 123-127
  • Kurashov, E.A.; Mitrukova, G.G.; Krylova, Yu.V., Variations in the component composition of essential oil of Ceratophyllum demersum (Ceratophyllaceae) during vegetation (in press), Plant Resources (Rastitel'nye Resursy), 2014, 1, 000-000
  • Chen, H.-F., Quantitative prediction of gas chromatography retention indices with support vector machines, radial basis neutral networks and multiple linear regression, Anal. Chim. Acta, 2008, 609, 1, 24-36, https://doi.org/10.1016/j.aca.2008.01.003
  • Waggott, A.; Davies, I.W., Identification of organic pollutants using linear temperature programmed retention indices (LTPRIs) - Part II, 1984, retrieved from http://dwi.defra.gov.uk/research/completed-research/reports/dwi0383.pdf
  • John D. Meeker, Antonia M. Calafat, Russ Hauser, Urinary Metabolites of Di(2-ethylhexyl) Phthalate Are Associated With Decreased Steroid Hormone Levels in Adult Men, Journal of Andrology, Vol. 30, Issue 3, maggio 2009, pp. e1-e8, 213-350 https://doi.org/10.2164/jandrol.108.006403open_in_newISSN0196-3635
  • Mendiola J., Meeker J.D., Jørgensen N., Andersson A.M., Liu F., Calafat A.M., Redmon B., Drobnis E.Z., Sparks A.E., Wang C., Hauser R. Swan S.H., Urinary Concentrations of Di(2-ethylhexyl) Phthalate Metabolites and Serum Reproductive Hormones: Pooled Analysis of Fertile and Infertile Men, Journal of Andrology, Vol. 33, No. 3, May/June 2012
  • Joanna Jurewicz, Michał Radwan, Wojciech Sobala, Danuta Ligocka, Paweł Radwan, Michał Bochenek, Wanda Hawuła, Lucjusz Jakubowski, Wojciech Hanke, Human urinary phthalate metabolites level and main semen parameters, sperm chromatin structure, sperm aneuploidy and reproductive hormones, Reproductive Toxicology, Vol. 42, 2013, pp. 232–241, ISSN 0890-6238, https://doi.org/10.1016/j.reprotox.2013.10.001 (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0890623813003560)
  • Yitao Pan, Jun Jing, Fengshou Dong, Qi Yao, Wei Zhang, Hongxia Zhang, Bing Yao, Jiayin Dai, Association between phthalate metabolites and biomarkers of reproductive function in 1066 Chinese men of reproductive age, Journal of Hazardous Materials, Vol. 300, 2015, pp. 729–736, ISSN 0304-3894, https://doi.org/10.1016/j.jhazmat.2015.08.011 (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0304389415300029)
  • Jonatan Axelsson, Lars Rylander, Anna Rignell-Hydbom, Bo A.G. Jönsson, Christian H. Lindh, Aleksander Giwercman, Phthalate exposure and reproductive parameters in young men from the general Swedish population, Environment International, Vol. 85, 2015, pp 54–60, ISSN 0160-4120, https://doi.org/10.1016/j.envint.2015.07.005 (https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160412015300106)

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]
  • Scheda di sicurezza (PDF), su nuovarafi.it. URL consultato il 29 giugno 2009 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2006).
  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia