Decisi

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Quella dei Decisi era una società segreta e organizzazione di briganti operante nell'Italia meridionale fra il 1816 e il 1818.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La setta dei Decisi venne fondata negli Abruzzi nel 1816, durante la Dieta straordinaria dei liberali salentini a Lecce, da Ciro Annicchiarico (meglio conosciuto come Papa Ciro), un sacerdote evaso di prigione e divenuto brigante.[1][2] Il gruppo, che comprendeva anche alcuni ex compagni di galera dello stesso Annichiarico, aspirava a fondare una Repubblica di Salerno di cui il loro capo sarebbe diventato presidente.[1] Tale società segreta era organizzata in logge definite "Decisioni"[3] e prendeva a modello "una particolare impronta e un programma politico-sociale, che trasse dalle dottrine evangeliche, gianseniste, giacobine e carbonare."[2] Sin dalle sue origini, la setta iniziò a commettere saccheggi, rapine e a imporre tangenti in tutto il Sud Italia riuscendo anche a trovare l'appoggio di varie classi e della stessa Carboneria.[1][3] I Decisi giunsero a contare oltre quarantamila affiliati.[1] Il loro motto era "Tristezza, morte, terrore, lutto."[1] Nel 1817 Annichiarico promise di sterminare le bande di Oria e del bosco dell'Ameo in cambio del perdono per venire a patti con il governo.[3] Il 25 gennaio del 1818, i Decisi furono sconfitti da un'azione repressiva nella torre di Masseria Scassèvera da parte di Richard Church, generale irlandese al servizio dell'esercito delle Due Sicilie che era precedentemente riuscito a separare i Carbonari dall'organizzazione segreta di Annicchiarico.[4] In tale circostanza, Papa Ciro si fece consegnare al maggiore Bianchi e venne fucilato nella pubblica piazza alcuni giorni dopo.[3][4] Secondo Klaus-Rüdiger Mal, la setta dei Decisi avrebbe permesso la nascita della camorra e della mafia.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Klaus-Rüdiger Mal, Le società segrete, Armenia, 2007, pp. 32-4.
  2. ^ a b Carmelo Turrisi, La diocesi di Oria nell'Ottocento. Aspetti socio-religiosi di una diocesi del Sud (1798-1888), Gregorian Biblical BookShop, 1978, p. 67.
  3. ^ a b c d ANNICHIARICO, Ciro, su treccani.it. URL consultato il 22 aprile 2020.
  4. ^ a b Rossano Astremo, 101 storie sulla Puglia che non ti hanno mai raccontato, Newton Compton, 2015, "38. Papa Ciro, il brigante che mise in subbuglio i Borboni".

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]