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Dactylonax palpator

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Opossum striato piccolo
Immagine di Dactylonax palpator mancante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseMammalia
SottoclasseTheria
InfraclasseMetatheria
SuperordineAustralidelphia
OrdineDiprotodontia
SottordinePhalangeriformes
SuperfamigliaPetauroidea
FamigliaPetauridae
GenereDactylonax
Thomas, 1910
SpecieD. palpator
Nomenclatura binomiale
Dactylonax palpator
(Milne-Edwards, 1888)
Sinonimi

Dactylopsila palpator
Milne-Edwards, 1888

Areale

L'opossum striato piccolo (Dactylonax palpator Milne-Edwards, 1888) è un marsupiale arboricolo della famiglia dei Petauridi. È l'unica specie del genere Dactylonax Thomas, 1910, ma fino a poco tempo fa veniva classificato, assieme agli altri opossum striati, nel genere Dactylopsila[2].

L'opossum striato piccolo ha una lunghezza testa-tronco di 200-270 mm e una coda di 200-240 mm. I maschi pesano circa 550 g, le femmine 320 g. Il manto è sericeo e folto. Presenta tre strisce scure parallele sul dorso: diversamente da quelle degli opossum striati del genere Dactylopsila, nere su sfondo bianco o grigio, queste hanno un colore bruno-fumo e si stagliano su una colorazione di fondo fulvo-grigiastra. Non presenta la macchia bianca sul mento tipica dell'opossum striato grande (Dactylopsila trivirgata). La coda cespugliosa è molto folta ed è sempre di colore scuro, mentre la punta è bianca. Il quarto dito delle zampe anteriori è lungo e sottile e serve per estrarre da cavità e fessure larve di maggiolino e altri insetti (simile al terzo dito dell'ayè-ayè). Le femmine hanno un marsupio ben sviluppato, suddiviso in due sotto-unità, ognuna munita di un singolo capezzolo.

Pur presentando l'aspetto generale tipico dei rappresentanti del genere Dactylopsila, questa specie se ne differenzia per avere il quarto dito molto più allungato e più sottile, e inoltre dotato di un'unghia molto più piccola di quella presente sulle altre dita. Il cranio è più arcuato e massiccio di quello di Dactylopsila, e il muso è più corto[3].

Diversamente dai rappresentanti del genere Dactylopsila, l'opossum striato piccolo sembra meno adattato a uno stile di vita arboricolo, e trascorre una parte considerevole del tempo a cacciare insetti tra i tronchi marcescenti sul terreno della foresta; inoltre costruisce il proprio nido sul terreno, tra le radici degli alberi, ma anche nelle cavità degli alberi come gli altri opossum striati.

Striato come una puzzola e quasi altrettanto maleodorante, questo mammifero corre sui rami e sugli alberi caduti, ispezionando ogni cavità in cerca di larve di tarli e altri insetti. Servendosi dei suoi incisivi lunghi e sporgenti, l'animale colpisce e scava rumorosamente la corteccia per stanare gli invertebrati nascosti sotto di essa, talvolta producendo una pioggia di frammenti di legno. Le larve che si trovano nelle fessure o nelle cavità profonde possono essere raccolte grazie alla lingua allungata oppure stanate con l'aiuto del quarto dito che è estremamente lungo e dotato di un artiglio appuntito.

Distribuzione e habitat

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La specie, endemica della Nuova Guinea, è ampiamente distribuita in gran parte dell'isola, nella penisola di Vogelkop, lungo la Cordigliera Centrale e nella penisola di Huon. È presente ad altitudini comprese tra gli 850 e i 3050 m (generalmente al di sopra dei 1200 m). Vive nelle foreste pluviali tropicali primarie[1].

  1. ^ a b (EN) Leary, T., Wright, D., Hamilton, S., Singadan, R., Menzies, J., Bonaccorso, F., Helgen, K., Seri, L., Allison, A., Salas, L. & Dickman, C. 2008, Dactylonax palpator, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Dactylonax palpator, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Oldfield Thomas. A new genus for Dactylopsila palpator. Annals And Magazine of Natural History (8) 6: 610-610 (1910).

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