Cytisus nigricans

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Citiso scuro
Cytisus nigricans
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Fabidi
Ordine Fabales
Famiglia Fabaceae
Sottofamiglia Faboideae
Tribù Genisteae
Genere Cytisus
Specie C. nigricans
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Fabales
Famiglia Fabaceae
Genere Cytisus
Specie C. nigricans
Nomenclatura binomiale
Cytisus nigricans
L.
Sinonimi

Calophaca nigricans
(L.) B.Fedtsch., 1905
Cytisus virgatus
Salisb., 330 (1796
Genista nigricans
(L.) Scheele, 1843
Laburnum nigricans
(L.) J.Presl, 1830
Lembotropis nigricans
(L.) Griseb., 1843

Nomi comuni

Citiso annerente

Il citiso scuro (Cytisus nigricans L.) è un arbusto di medie proporzioni con racemi di fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Fabacee.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento

L'epiteto specifico (nigricans) fa riferimento alla particolarità che tutta la pianta annerisce a fioritura finita.
La prima pubblicazione scientifica di questo fiore (con la denominazione di Cytisus nigricans) è dovuta a Linneo, il padre della moderna classificazione scientifica, in una pubblicazione del 1753.
Gli inglesi chiamano questa pianta : Black Broom; i tedeschi la chiamano Schwarzwerdender Geißlee; mentre i francesi la chiamano Cytise noircissant.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La superficie della pianta si presenta con dei fitti peli minuti e semplici. Il ciclo biologico è perenne, mentre la forma biologica è del tipo nano-fanerofita (NP), quindi sono piante legnose con gemme svernanti poste tra i 30 cm e i 60 cm (massimo 1 metro) dal suolo. Tutta la pianta si annerisce con la dissecazione (le foglie e i fiori).

Radici[modifica | modifica wikitesto]

La radice è del tipo nodoso e non molto profonda.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

Il fusto è legnoso con i rami eretti finemente striati a sezione cilindrica. Il colore dei giovani fusti è bianco-argentino, mentre in seguito si abbruniscono presentando dei fitti peli appressati. In genere la corteccia appare continua e lucida.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie
Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni" (loc. Pian Cansiglio), Tambre d'Alpago (BL), quota 1000 m s.l.m. - 5/7/2007

Le foglie sono a portamento più o meno pendente (a disposizione alterna lungo il fusto) e trifogliate a tre segmenti (o lobi o foglioline) di forma lanceolata (3 volte più lunghi che larghi) con apice acuto. La pagina superiore dei lobi è percorsa da nervi che però non raggiungono il margine del lobo stesso. Il margine delle foglie è intero, sono inoltre picciolate e il colore è verde scuro. La pagina superiore è glabra, mentre quella inferiore è villosa-argentina. Le foglie sono caduche. Dimensione del picciolo : 10 – 13 mm; dimensione dei due lobi laterali : larghezza 6 mm, lunghezza 18 – 20 mm; dimensione del lobo centrale : larghezza 7 mm, lunghezza 20 – 24 mm;

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

L'infiorescenza è del tipo a racemo eretto terminale afillo con fiori gialli privi di brattee e odorosi. I fiori sono disposti in modo patente e sono peduncolati (con peli appressati anche questi). Nel suo insieme la forma dell'infiorescenza è vagamente piramidale. Lunghezza dell'infiorescenza : 10 – 15 cm; lunghezza del peduncolo  : 4 – 8 mm.

Fiori[modifica | modifica wikitesto]

I fiori
Giardino Botanico Alpino "Giangio Lorenzoni" (loc. Pian Cansiglio), Tambre d'Alpago (BL), quota 1000 m s.l.m. - 5/7/2007

I fiori sono ermafroditi, pentameri, zigomorfi, eteroclamidati (calice e corolla ben differenziati) e diplostemoni (gli stami sono il doppio dei petali).

K (5), C 3+(2), A (10), G 1 (supero)

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

Il frutto è un legume glabro appiattito (e arcuato alle estremità) di tipo deiscente e senza tubercoli ghiandolari ma con fitti peli appressati. I semi (giallastri e scuri) di forma lenticolare, alla base presentano una appendice callosa. Dimensione del legume : larghezza 0,5 mm, lunghezza 2 – 3 cm.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Centro europeo – Pontico; questo areale può essere allargato fino alle zone sub-siberiane.
  • Distribuzione : in Italia questa pianta è diffusa soprattutto al nord (esclusa la Pianura Padana). Sull'arco alpino è presente in tutte le province. In Europa è presente nelle zone dei Balcani, delle Alpi Dinariche e nel Caucaso (fino in Russia).
  • Habitat: l'habitat preferito di questa specie sono le brughiere e i boschi cedui (soprattutto presso i margini); ma anche le morene, ghiaioni e pietraie, oppure cespuglieti, pinete, gineprai e querceti sub-mediterranei. Il substrato preferito è lievemente siliceo (ma va bene anche calcareo) con pH neutro e bassi valori nutrizionali con terreno secco.
  • Distribuzione altitudinale : queste piante si trovano dal piano fino a 1400 m s.l.m.; sono quindi frequentatrici dei piani collinari e montani.

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa scheda appartiene alla seguente comunità vegetale :

Formazione : comunità forestali
Classe : Quercetea robori-sessiliflorae

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Cytisus nigricans appartiene alla tribù delle Genisteae caratterizzata dall'avere tutti e 10 gli stami monadelfi.

Variabilità[modifica | modifica wikitesto]

Sono note le seguenti sottospecie[1]:

  • Cytisus nigricans subsp. nigricans : nei rami giovanili la pelosità è più appressata e l'infiorescenza si presenta allungata e con molto fiori (sono gli individui più diffusi).
  • Cytisus nigricans subsp. atratus (Schur) Nyman : i peli dei giovani rami sono patenti, mentre l'infiorescenza ha dei racemi più brevi e con pochi fiori.

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Essendo questo genere (e altri come il Chamaecytisus) derivati tutti dal genere iniziale Cytisus, molte sono le specie, appartenenti anche a generi diversi, che a prima vista possono essere scambiate fra di loro. Alcune specie di Chamaecytisus (specialmente quelle a corolla gialla) sono molto simili al Citiso scuro. Un buon elemento di differenziazione è comunque il calice che nel genere Chamaecytisus è tubuloso (il corpo è più lungo dei denti terminali), mentre nella specie di questa scheda è più corto e a forma campanulata.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Cytisus nigricans, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 840.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 629, ISBN 88-506-2449-2.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 818.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica