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Cropani – VedutaPartendo dall'alto, in senso orario: la Collegiata di Santa Maria Assunta, la Dormitio Virginis conservata nella Collegiata, l'interno barocco della Chiesa di Santa Caterina, la foce del Fiume Crocchio a Cropani Marina, il panorama sullo Ionio visto da Cropani, la Naca conservata nella Chiesa di San Giovanni
«Da entrambi i lati erano colline dai contorni leggiadri, arate in basso e spesso piantate ad ulivi. [...] Il mare era azzurro e pareva calmissimo, ma onde bianche si frangevano rumorosamente sulla riva, ultima voce della burrasca che aveva infuriato, rinnovandosi, per due settimane.»
Nella parte collinare del territorio, caratterizzata dalla presenza della macchia mediterranea e di estesi oliveti, si trova il centro abitato più antico (chiamato talvolta Cropani Superiore[6], che ospita la sede municipale). Dall'altra parte del fiume Crocchio, che bagna l'intero territorio fino a sfociare nello Ionio, trova spazio la piccola frazione di Cuturella di Cropani. Mentre nella marginale zona pianeggiante è situata l'altra frazione Cropani Marina, un centro abitato che si estende dal mare alla Strada statale 106 Jonica. L'escursione altimetrica risulta essere pari a 704 m s.l.m.[7].
Secondo la classificazione sismica italiana, il comune di Cropani appartiene alla zona 2 (sismicità media)[8].
Il clima è tipicamente mediterraneo, con estati torride e caratterizzate da siccità; gli inverni sono miti con rare gelate e notevole piovosità. L'escursione termica annuale è limitata, essendo intorno ai 20 °C.
Qui di seguito le medie mensili di alcune grandezze meteorologiche riferite al territorio cropanese[9].
Si è ipotizzato che i primi insediamenti siano sorti in seguito all'emigrazione degli abitanti di due città distrutte o scomparse: Erapolis, nei pressi del fiume Crocchio, e Atenapolis situata vicino al fiume Simeri. Ad avvalorare questo scenario vi è il rinvenimento, nei pressi dell'odierna Cropani Marina e del Crocchio, di reperti di una città distrutta[13]. Nonostante la sua origine sia incerta, alcune fonti concordano per quella bizantina, da collocarsi nel VI secolo, l'epoca in cui giunsero dei monaci basiliani che scelsero questo luogo perché strategico per difendersi da attacchi stranieri[13][14]. Comunque, la cittadina già esisteva intorno all'800. A tal proposito, lo storicoseicentesco cropanese Giovanni Fiore ha raccontato che nell'anno 831 giunsero nei pressi di Cropani alcuni mercanti veneziani, tornati da Alessandria d'Egitto dove avevano prelevato le spoglie dell'evangelista Marco. Secondo questa ricostruzione, la nave affrontò una vigorosa tempesta e naufragò in corrispondenza della spiaggia cropanese. Gli abitanti del luogo soccorsero i mercanti e questi, come segno di riconoscenza, donarono loro un frammento della rotula del ginocchio destro del santo, custodito nella chiesa di Santa Maria Assunta (il Duomo). Inoltre, in seguito, i veneziani concessero ai cropanesi la cittadinanza onoraria di Venezia[15][16], come risultava da documenti andati distrutti nell'incendio del municipio del 1947.
Al dominio bizantino subentrò, nel 1050, quello normanno durante il quale furono erette grandi cattedrali e palazzi: iniziò così il lungo periodo feudale. A partire dal 1240 sotto il dominio dei contiD'Aquino, Cropani fece parte della Contea di Belcastro. Resasi autonoma nel 1375 venne governata dai baroni della famiglia Ruffo. Successivamente, dopo un susseguirsi di signori, con un decreto regio nel 1444Alfonso V d'Aragona accorpò Cropani al Regio Demanio. Durò solo cinque anni (1460-1465) la signoria della potente casata napoletana dei Sanseverino, dopo di che Ferdinando I riportò Cropani nel Regio Demanio. Dopo un lustro il governo passò a Ferdinando di Guevara che lo tenne fino al 1486. Nel 1527 Cropani subì un saccheggio da parte dei francesi e l'anno dopo fu colpita dalla peste che uccise 1.400 persone. Nel XVI secolo passò al governo spagnolo di Costanza d'Avalos che lo cedette, nel 1541, al nipote Alfonso che lo vendette a sua volta, l'anno successivo, a Ferrante d'Aragona. Nel 1562 fu incendiata dai turchi; l'anno successivo, invece, fu saccheggiata dagli uomini del brigante Marco Berardi, detto re Marcone. Il 13 luglio 1586 subì un nuovo attacco da parte dei turchi e ne uscì semidistrutta[14][17].
Molti altri signori si alternarono al governo di Cropani fino al 1806, tra cui Pietrantonio Ferrari, poi andò ai Sersale fino ai Ravaschieri, fra il 1615 e il 1701. Nel 1735 Cropani ebbe l'onore di ricevere in visita Re Carlo III di Spagna, l'allora sovrano del Regno delle Due Sicilie[15]. In seguito fu sotto il dominio dei De Fiore di Nicastro. Il terremoto del 1783 provocò alcuni danni agli edifici[18]: ne rende testimonianza il successivo rifacimento interno della Collegiata dell'Assunta[17]. L'ordinamento amministrativo deciso dal Generale Championnet nel 1799 includeva Cropani nel Cantone di Catanzaro, Dipartimento della Sagra. L'ufficio postale, come istituto, fu fondato nel 1806; l'anno successivo Cropani fu dichiarata sede del Registro e di notaio. Sempre nel 1807, fu Luogo nel Governo di Belcastro e nel 1811 fu elevato a Comune e Capoluogo di Circondario[14][17][19]. Nel 1946 vi venne aggregata la frazione di Cropani Marina, fino ad allora suddivisa fra i comuni di Albi e di Magisano[20].
Il nucleo artistico di Cropani è rappresentato dal Duomo e dalle altre chiese minori. Per quanto riguarda gli edifici civili, meritano di essere menzionati alcuni palazzi storici, la Torre di guardia di Crocchia e l'Antica Porta che in passato sanciva l'ingresso nell'attuale centro storico paesano.
Interno della chiesa dell'AssuntaCollegiata dell'Assunta: la Chiesa Matrice o dell'Assunta (XIV secolo) è un monumentale edificio, il cui primo impianto risale al XIII secolo[21]. La struttura è stata costruita con grandi blocchi di granito tufaceo e spicca per il suo imponente campanile (alto 43 metri a fronte degli originali 47). Esso presenta otto monofore, al terzo e al quarto piano, e termina con una cuspide piramidale a otto facce rivestite di maiolica. Nel 1756 il campanile fu ampiamente ricostruito perché seriamente danneggiato da un fulmine. La facciata, che contiene un rosone e l'ampio portale principale in stile romanico, è stata costruita con blocchi di pietra locale: arenaria, calcare e tufo. La scalinata granitica conduce al portale quattrocentesco, costituito da quattro archi tufacei concentrici a tutto sesto, compresi fra due colonne e un architrave. Il rosone gotico presenta dodici colonnine a raggiera. Il portale secondario, che punta verso il mare, è in pietra scolpita e risale al XVI secolo. L'interno, a navata unica convergente a grande arco verso l'abside, è stato in gran parte ricostruito nel Settecento e presenta dieci archi laterali su lesene con capitelli compositi, corrispondenti a delle cappelle, il tutto decorato con stucchi in stile barocco. La chiesa dell'Assunta custodisce notevoli opere d'arte tra cui statue, reliquie, dipinti e affreschi in stile barocco settecentesco e un notevole soffitto ligneo arabescato con dipinti quattrocenteschi. Al centro di esso troneggiano la "Gloria di Maria Assunta in Cielo", tela del Settecento di forma ellissoidale di Giuseppe Pascaletti, e l'Assunta di Cristoforo Santanna. Al Santanna si deve pure la "Cacciata dei Venditori dal Tempio" (1475), il maestoso affresco a schermo panoramico sul muro interno del portone principale. Tuttavia, l'opera di maggiore interesse artistico e storico è la "Dormitio Virginis", tavola quattrocentesca collocata sull'altare maggiore in marmi policromi di scuola napoletana del XVIII secolo. Dietro l'altare si trova il coro ligneo del Settecento e sulla medesima parete una tela del Quattrocento: "Transito e l'Assunzione della Madonna", una delle poche rappresentazioni esistenti di questo soggetto. Altre opere importanti sono: la tela del Seicento intitolata "Visita di Maria ad Elisabetta"; una statua marmorea del 1588, la "Madonna delle Grazie" di Benedetto Moiano; e il battistero del Cinquecento, dotato di un ciborio di forma ottagonale in legno intagliato e a foglia d'oro[14][22][23][24]. All'interno del duomo di Santa Maria Assunta, nel volume che compone la cappella cinquecentesca attigua alla sagrestia, è possibile visitare il piccolo museo "Antiquarium Diocesano". Esso ospita numerose opere d'arte sacra, tra le quali: reliquiari a mezzobusto scolpiti a tutto tondo, finemente decorati in foglia d'oro damaschinata risalenti al XVI secolo; preziosi oggetti in argento e paramenti sacrisettecenteschi; oltre a un interessante tabernacolo in marmo scolpito a bassorilievo risalente al 1545[25]. La chiesa è ,al 2019, sottoposta a restauro.
Chiesa di Santa Lucia
Chiesa di Santa Lucia, risale, al XIII secolo[21][26], è ubicata in pieno centro storico, sul perimetro di Piazza Casolini, ed è stata sottoposta a restauro nel 1971[27]. Da fonti ecclesiastiche, pare che la chiesa sia stata costruita come cappella gentilizia della famiglia Cosentino di Catanzaro, il cui stemma è visibile nella facciata, sormontato da uno stemma pontificio marmoreo risalente al XVI secolo. Quest'ultimo mette in risalto il legame spirituale con la basilica romana di San Giovanni in Laterano. La chiesa presenta in facciata anche due monofore medievali. Il portale d'ingresso ad arco è in granito e l'interno è caratterizzato da un antico soffitto di legno a cassettoni colorati[14][28][29].
Chiesa di Santa Caterina, tra le vinedhe (gli antichi vicoli del centro storico) e austeri palazzi si giunge, poco oltre, alla chiesa di Santa Caterina risalente ai primi anni del XVI secolo[26]. Essa fa parte di un complesso monumentale che include l'Oratorio di Sant'Anna ed è stata soggetta a rifacimenti in seguito ai terremoti del 1638 e del 1783. Il portale d'ingresso in granito è preceduto da un grande ballatoio. L'interno è a navata unica con abside a base quadrata ed è decorato con stucchi barocchi. L'altare maggiore è in marmi policromi, di scuola napoletana del Settecento; dietro di esso è collocata la statua in legno di Santa Caterina Vergine, una martire del Cinquecento. Sono presenti, inoltre, altari lignei e marmorei del Settecento, la Via Crucis in tele e quadri in artistico "chiaro/scuro", molti frascheggi baroccheggianti intorno alle volte e un altare dedicato a San Giuseppe in legno intarsiato in stile francescano. L'interno conserva un coro ligneo della fine del XIX secolo.L'edificio adiacente alla chiesa, che in passato ospitava una falegnameria, custodisce un'antica fornace per metalli e ceramiche databile tra il XVI e il XVII secolo. In questa chiesa un tempo operava la " Congrega di santa Caterina e di san Giuseppe".[14][30].
Chiesa di San Giovanni, nei pressi del vecchio Ospedale dei Pellegrini, si incontra la chiesa di San Giovanni (XVI secolo)[26] con la sua alta torre campanaria che ospita un concerto di due campane. Per mezzo di tre gradoni in pietra si accede all'ampio portale in granito. Sul portone, all'interno sopra la cantoria, è presente un'epigrafe che lascia intendere che l'edificio sia stato restaurato nel 1752, presumibilmente a causa di un crollo. Un arco a tutto sesto precede l'altare maggiore, sul quale è posta una notevole tela del '600, "Il Battesimo di Cristo", attribuita al pittore barocco Andrea Vaccaro. Tale quadro fu trafugato nel 1971 e recuperato tre anni più tardi. In questa chiesa si conserva la Naca (il Cristo morto), di fattura settecentesca in stile napoletano, che viene portata in processione il venerdi santo per le vie del paese, accompagnata come da tradizione dalla banda musicale locale e dagli antichi canti sulla passione di cristo. È un trono meraviglioso adornato di damaschi, seta, cristalli e diamanti al cui centro vi è la madonna addolorata che regge nel proprio grembo il proprio figlio morto. Nella stessa cappella della Naca troviamoa statua di san Giovanni evangelista i cuoi capelli sono veri appartenuti ad una ragazza morta il secolo scorso. Merita di essere menzionata anche la presenza di vari dipinti databili tra il Settecento e l'Ottocento. Un tempo in questa chiesa operavano la " Congrega di san Giovanni" e le suore dell'Immacolata d'Ivrea che abitavano l'annesso convento.[14][31].
Chiesa della Madonna della Catena, sotto il paese, fra gli ulivi, sorge la piccola chiesa della Madonna della Catena (XVI secolo)[26], più volte sottoposta a restauro[32]. La tradizione vuole che essa sia stata edificata da un ricco possidente locale, rapito dai briganti e liberato grazie alla miracolosa intercessione della Madonna della Catena; un quadro conservato nella sagrestia rappresenta quest'episodio. Nella minimalista facciata principale, in alto, su due contrafforti laterali sono situate le statue raffiguranti, rispettivamente, la Madonna col Bambino e un adolescente con un paniere pieno d'uva per fare il vino della messa. Il campanile è a tre ordini e a pianta quadrata. Il piccolo portale conduce all'interno, a navata unica; sopra l'altare maggiore a forma di "M", una nicchia ricavata nella parete custodisce la statua della Madonna della Catena, compatrona di Cropani[14]
Facciata della Chiesa di Santa Caterina
La Chiesa di Sant'Antonio, a nord del paese, verso la Sila, è ubicata la chiesa di Santa Maria degli Angeli, chiamata comunemente Convento o chiesa di Sant'Antonio. Il complesso, che include il Convento dei Cappuccini, è stato fondato nel 1619. La semplice facciata contiene un portale in pietra a tutto sesto. Situata tra la chiesa e il convento troviamo la torre campanaria, a base quadrata e terminante con una guglia. All'interno vengono conservate statue lignee ritraenti Sant'Antonio, San Francesco d'Assisi, l'Immacolata e Santa Elisabetta regina d'Ungheria, nonché un antico Crocifisso. Nel grande giardino del Convento è presente una riproduzione della grotta di Lourdes con una statua raffigurante la Madonna[33].
La chiesetta di sant'Anna (XVI secolo). Piccolo gioiello in stile barocco è posta di fianco la chiesa di santa Caterina d'Alessandria; presenta un coro ligneo settecentesco utilizzato dalla congregazione di santa Caterina per riunirsi, e un altare in stile prettamente barocco dove un tempo troneggiava la statua lignea raffigurante sant' Anna.
Oratorio di Sant'Anna
"Battesimo di Gesù nel fiume Giordano" di Andrea Vaccaro
Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria
Chiesa di San Giovanni
"Cacciata dei mercanti dal Tempio" di Cristoforo Santanna
Il Palazzo Colucci è un edificio costruito su due livelli nei primi anni del Novecento. La facciata principale in pietra contiene due piccoli balconi in ferro battuto; il portale è ad arco in pietra di granito. Nell'interno sono conservati gli arredi dell'epoca; dall'atrio si accede ad una scala che conduce al piano superiore. Il complesso comprende anche un ampio giardino con annessi diversi stabili, in passato adibiti alla frangitura delle olive, che custodiscono l'antica macina a due ruote con torchio[14]
Il palazzo Quaranta, costituito da due livelli, è dei primissimi anni dell'800. La costruzione è appartenuta a varie famiglie notabili tra cui le famiglie Corabi e Dolce fino al 1919. Nel 1919 il palazzo fu acquistato da Quaranta Pietro, emigrato in America a Utica N.Y. ; attualmente è posseduto dai suoi eredi (fam. Commisso).
Il palazzo presenta una facciata con portale ad arco in pietra tufacea e all'interno dell'androne si può ammirare un dipinto del pittore cropanese Giuseppe Colucci raffigurante l'Immacolata Concezione[14].
Il Palazzo De Paola presenta una facciata con un portale ad arco a blocchi tufacei, con un portico sormontato da una balconata in pietra che percorre l'intero perimetro della facciata[14].
La Torre di Crocchia, di cui ormai restano solo i ruderi, era l'antica torre di guardia eretta per difendersi da possibili attacchi provenienti dalla costa ionica. La sua costruzione è stata iniziata intorno al 1594; il mastro addetto all'edificazione, durata un paio di decenni, era Adante o Dante Cafaro, al quale i Gesuiti tre anni più tardi commissionarono la costruzione di una torre nel vicino villaggio di San Leonardo. In una fase successiva, come emerge da alcuni documenti notarili dell'epoca, la torre fu utilizzata come magazzino dove venivano depositati legname e grano[34].
L'Antica Porta
L'Antica Porta (XIII secolo) è costituita da un ampio arco in granito posto all'ingresso del borgo, nei pressi della piazza principale; esso dà accesso al centro abitato, direttamente sulla facciata principale della collegiata della chiesa dell'Assunta[14][26].
Lungo la SS180, la strada principale che attraversa il centro cittadino, si incontra il Monumento ai Caduti per la Patria della prima e seconda guerra mondiale. La statua ritrae un soldato ferito sorretto dalle braccia della madre Italia. Il monumento in marmo di Carrara è stato realizzato dall'artista di Pietrasanta Ubaldo Arzellino. Venne inaugurato nel 1935 in presenza delle maggiori autorità provinciali[26].
Il Monumento ai Caduti
Tra le altre costruzioni di interesse storico-artistico occorre ricordare: la chiesa dismessa di Sant'Anna (XVI secolo); il museo "Casa della cultura" (XVI secolo); la casa natale del Beato Paolo De Ambrosis (1432-1489); la casa canonica (XIX secolo); le "Sette Colonne", ossia le rovine del monastero "Santa Maria della Sana" (1687); il monastero "Beata Vergine del Soccorso" dei Frati Minori (XIV secolo), i cui ruderi si trovano nei pressi della casa canonica; la chiesa della Confraternita di San Sebastiano (XIV secolo), i cui resti si trovano di fronte alla Collegiata dell'Assunta, nelle immediate vicinanze del vecchio Municipio; il monumento del Calvario, restaurato nel 2008, nei pressi della chiesa di Sant'Antonio[26].
La comunità cropanese ha inoltre onorato la memoria di tre suoi importanti concittadini (il più volte citato Beato Paolo, Padre Giovanni Fiore e il medico Agazio Traversa) con tre rispettive statue[26].
Alcuni scavi archeologici hanno portato alla luce i resti di una villa rustica romana, risalente alla prima fase della costruzione di impianti rurali, di epoca tardo-repubblicana, verso la fine del II secolo a.C. Sono visibili molti resti delle mura della villa con alzate di 70/80 cm; è altresì riconoscibile la pars fructuaria (zona produttiva), documentata da parte di un'ara di un torchio vinario e da un lacus vinarius a pianta rettangolare, costituito da muretti in mattoni rivestiti, internamente ed esternamente, da malta idraulica. Suddetto torchio, probabilmente, era usato per la premitura delle vinacce e per la successiva decantazione del mosto. Si pensa che la villa fu abbandonata nella prima metà del I secolo a.C., presumibilmente per essere annessa ad un più esteso latifondo[14][35].
Secondo la tradizione la nave che trasportava a Venezia le reliquie di Marco evangelista, trafugate da marinai veneziani ad Alessandria d'Egitto, trovò rifugio sulle coste di Cropani[37][38]. In segno di gratitudine il capitano donò alla città una reliquia (un frammento di rotula) conservata nel suo duomo di età romanica, al 2019 sottoposto a restauro[39], che evidenzia nelle porte d'accesso l'arte muratoria della pietra a secco, tipica dell'epoca[40].
L'Istituto Comprensivo Statale di Cropani è costituito da sette plessi, per un totale di nove scuole dedicate all'istruzione pubblica. Cropani Superiore ospita una scuola dell'infanzia, una scuola primaria e la scuola secondaria di I grado "Alfonso Dolce". Nella frazione di Cropani Marina sono ubicate una scuola dell'infanzia, due scuole primarie e una scuola secondaria di I grado. Infine, Cuturella di Cropani annovera una scuola dell'infanzia e una scuola primaria.[41]
Da pochi anni è stato ristrutturato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali il Museo Archeologico Antiquarium, situato nel complesso della chiesa di Santa Caterina d'Alessandria[42].
L'Antiquarium è strutturato su due livelli: al piano terra sono posti undici pannelli che illustrano le caratteristiche geo-morfologiche del comprensorio del medio Ionio e dei principali siti archeologici ivi presenti (Sellia Marina, Sersale, Cropani, Botricello, Marcedusa). La stanza del piano soprano, collegata alla cappella sconsacrata dell'Oratorio di S. Anna, ospita sei vetrine fornite di materiale didattico, nelle quali sono esposti in ordine cronologico dei documenti che vanno dal periodo preistorico e protostorico all'età greca, ellenistica, romana e alto-medievale.
Meritano di essere menzionate due teche dedicate all'età greca tardo-arcaica, che ospitano i reperti provenienti dall'area sacra (VI-V secolo a.C.) sita in località Acqua di Friso, nella frazione Cropani Marina. Parimenti interessanti risultano i manufatti provenienti dalla chiesa situata in località Basilicata e dalla Basilica di Botricello, entrambe datate VI-VIII secolo[25].
Il laboratorio è situato nei locali di un immobile di proprietà comunale, posto di fronte alla chiesa di Santa Maria Assunta. Con esso si è posto come obiettivo principale quello "di avvicinare i ragazzi al mestiere dell'Archeologo in maniera semplice e diretta, attraverso non solo incontri didattici, ma soprattutto attraverso la loro partecipazione attiva ed operativa"[43]. I partecipanti, guidati da archeologi di professione, sono invitati a fare delle ricerche attraverso tre fasi distinte:
Esecuzione dello scavo archeologico, recupero dei reperti e documentazione scritta, grafica e fotografica delle differenti fasi delle operazioni svolte;
Identificazione dei reperti;
Ricostruzione cronologica degli eventi.
L'intero studio dovrebbe condurre alla stesura di schede informative su ciascun oggetto recuperato, nonché alla realizzazione della documentazione fotografica[43].
Per quanto concerne l'ambito culinario, è opportuno segnalare il ruolo dei prodotti agroalimentari locali. La loro trasformazione e conservazione crea degli appuntamenti fissi nonché dei veri e propri riti durante l'anno[44].
L'autunno è caratterizzato dalla produzione dell'olio, ottenuto frangendo le olive raccolte nei tanti uliveti presenti sulle colline cropanesi. Un ruolo di primo piano è svolto dall'essiccazione delle castagne e dalla raccolta dei funghi, con i quali si preparano delle conserve.
Piatto di frittole
In inverno, soprattutto durante il periodo natalizio, è prassi diffusa cucinare le melanzane ripiene[45] e le crespelle salate[46]. Particolare risalto ricopre la macellazione del maiale con la produzione di insaccati, capicollo, sanguinaccio, risimogli o frisuli[47], gelatina, frittole, ecc. Nelle giornate natalizie si preparano numerose varietà di dolci tipici come le pitta'nchiuse[48], le crespelle zuccherate e le pignolate.
In primavera, nel corso delle festività pasquali, la tradizione locale prevede la macellazione di agnelli e di capretti, per consumarli con amici e parenti, specialmente nel giorno di Pasquetta. È altresì in uso la preparazione di dolci pasquali, il più noto dei quali è la cuzzupa[48], alla quale erano collegati riti di dono tra i fidanzati[44].
L'estate è il tempo della produzione di marmellate, di liquori tipici — come la cedratella e il liquore di limetta, della raccolta dell'origano e delle varie conserve con pomodori e peperoni.
In generale, la dieta popolare trova fondamento sui prodotti derivati dalla farina — come il pane di grano duro, la pitta, la pasta fresca tra cui gli mparrettati[49] e i covatelli[50], sui derivati del latte di pecora — ossia ricotta, pecorino, giuncata, ecc. — oltre che sui piatti poveri realizzati con legumi e cereali.
Tutta questa grande varietà di prodotti tipici trova spazio espressivo nelle numerose sagre paesane, organizzate di solito in occasione delle festività.
Ogni anno, nel mese di agosto, a Cropani viene conferito il Premio Mar Jonio, ormai giunto alla decima edizione (2011). Questo premio viene assegnato a personalità che con le loro opere e la loro vita onorano il Mezzogiorno in Italia e all'estero. L'evento è promosso dalla Basilica dell'Immacolata Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace con il sostegno del Comune di Cropani, e con il patrocinio di Provincia di Catanzaro, Regione Calabria tramite l'Assessorato alla Cultura e del Credito Cooperativo Centro Calabria.
Il comitato d'onore del Premio Mar Jonio nel 2010 era composto: dall'arcivescovo metropolita emerito di Catanzaro-Squillace mons. Antonio Cantisani; dall'ordinario di filosofia del diritto della Normale di Pisa prof. Domenico Corradini Broussard; dal vice caporedattore RAI dott. Pasqualino Pandullo; dal sindaco di Cropani Bruno Colosimo; dal "principe" Fulco Ruffo di Calabria e dal fondatore Luigi Stanizzi[51].
Riconoscimenti sono andati, fra gli altri, al fotografo di scena Tommaso Le Pera, al regista Vittorio De Seta, al procuratore nazionale antimafia aggiunto Emilio Ledonne e all'inviato speciale RAI Igor Staglianò[52].
Dal 2014 Cropani fa parte della rete delle "Città del Libro" con la manifestazione letteraria Festivaletteratura di Calabria "Parole Erranti", che si tiene ogni anno fra luglio e agosto[53].
Cropani Marina, è un centro abitato situato lungo la strada statale 106 Jonica. I primi insediamenti nacquero presso l'odierna Piazza Alcide Cerri attorno alla stazione ferroviaria, da pochi anni ristrutturata[54], per poi espandersi verso la costa ionica. Confina con i comuni di Sellia Marina e Botricello, anch'essi attraversati dalla suddetta SS106[55].
Cuturella di Cropani, è un piccolo borgo medievale, distante da Cropani un paio di kilometri. Conta circa 400 abitanti ed è situato fra il fiume Crocchio e i comuni di Andali e Cerva. Secondo alcune fonti, le sue origini risalirebbero alla metà del XV secolo[56].
Fra le altre località periferiche presenti nel territorio, occorre menzionare: "Contrada Difesa", situata nei pressi nella SS106 e al confine col comune di Botricello; "Passo Crocchio", sempre nei pressi della SS106, tra Cropani Marina e Botricello; infine il "Villaggio Carrao", nella frazione di Cropani Marina, è un agglomerato di villette che ospita centinaia di turisti durante la stagione estiva, partecipando così allo sviluppo economico della zona marittima[10].
La zona collinare è caratterizzata dalla diffusa coltivazione dell'ulivo, che si riverbera nella presenza di diversi oleifici a conduzione familiare attivi nel territorio circostante Cropani Superiore e Cuturella di Cropani. Seppur marginali rispetto agli uliveti, sono presenti numerosi vigneti, dedicati sostanzialmente all'autoproduzione di vino.
Una ricerca comparativa, indagante l'uso del suolo nel periodo 1953-1990 nella zona fra Cropani Marina e Steccato di Cutro, ha evidenziato una perdita di superficie utile per il settore agricolo pari al 25%. Fra le principali cause di tal fenomeno, sono state indicate le seguenti[57][58]:
nelle aree di pianura, la cementificazione spinta del territorio.
Altre rilevanti problematiche, legate alla decadente produttività agricola dei suoli, sono la perdita di sostanza organica, la salinizzazione e la desertificazione. Secondo recenti studi condotti nell'ambito del progetto europeo DESERTNET, il territorio cropanese fa parte di un'area critica C2/C3, quindi è soggetto a un alto rischio di desertificazione[58].
Nella zona marittima sono da segnalare numerosi residence e villaggi turistici, centri commerciali e diversi negozi con prodotti locali (olio, vino, conserve, latticini, insaccati, salami, pasta casereccia, peperoncino piccante, ecc.). Per ampi tratti la spiaggia sabbiosa è costeggiata da una pineta e da eucalipti, in cui è possibile anche trovare, nel periodo estivo, spazi adibiti al campeggio e ad attività sportive quali il calcio a 5, il tennis e il beach volley[59]. Merita menzione il fatto che la foce del Crocchio, che si trova proprio nel territorio di Cropani Marina, sia tra i siti d'importanza comunitaria (SIC) riconosciuti dall'Unione europea per la biodiversità vegetativa e zoologica, nonché per la qualità delle acque[60]. Nel 2010 la Guida Blu redatta da Legambiente e dal Touring Club Italiano, "che segnala le... località costiere di mare che hanno scommesso sulla qualità a trecento sessanta gradi, coniugando l'offerta turistica al rispetto dell'ambiente," ha premiato la costa cropanese con due vele[61].
^ George Gissing, Sulle Rive dello Ionio, Traduzione italiana a cura di Mauro Francesco Minervino, Torino, Edizioni EDT, 1993.
^Cfr.Delibera della Giunta Comunale 43/2010 (DOC), su comunecropani.it. URL consultato il 12 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2012). ()
^Medie climatiche mensili riferite agli ultimi 30 anni, basate sui dati della stazione meteorologica di Crotone. I dati sui giorni di pioggia, invece, si riferiscono al solo anno 2010. Statistiche su Cropani (da ilmeteo.it), su ilmeteo.it. URL consultato il 20 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2012). ()
^ Leandro Orrico, Il Dialetto Trecchinese (PDF), 2ª ed., Castrovillari, Grafica Pollino, 2006, p. 59. URL consultato il 21 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2012). ()
^ Giovanni Vivenzio, Istoria de' tremuoti avvenuti nella Provincia della Calabria ulteriore e nella Città di Messina nell'anno 1783, primo volume, Napoli, Stamperia Regale, 1788, p. 253.
^ Francesco Pellegrini, Giovanni Soda, Il sentiero nel bosco: sviluppo locale e pianificazione in contesti deboli, Soveria Mannelli, Rubbettino Editore, 2004, p. 165.
^Comunicato stampa di Legambiente Crotone (PDF), su legambiente.it, 17 luglio 2010. URL consultato il 21 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2012). ()
Maria Grazia Aisa (a cura di), L'Antiquarium Comunale di Cropani (PDF), Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Calabria (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2012).
Antonio Nicola Arrotta (a cura di), Cropani antica: antologia di passi scelti con illustrazioni, Catanzaro, Silipo e Lucia Editori, 1993.
Arrotta Nicola Arrotta, Guida al centro storico di Cropani, Catanzaro, Silipo e Lucia Editori, 1995.
Arrotta Nicola Arrotta, L'arte a Cropani, Catanzaro, Silipo e Lucia Editori, 1992.
Maria Gemma Bosco, Presenze primordiali a Cropani, in Calabria letteraria, n. 6, 2000.