Cristoforo Buondelmonti

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Mappa di Costantinopoli di Buondelmonti del 1422, l'unica precedente la conquista ottomana del 1453.

Cristoforo Buondelmonti (13861430 circa) è stato un geografo e monaco cristiano italiano studioso di antiche civiltà.

Stemma araldico della famiglia Buondelmonti (XIII sec.).[1]

Nato quasi certamente a Firenze[2], Buondelmonti apparteneva a un'importante famiglia nobiliare, estintasi nel secolo XVIII, che si era sviluppata nella Val di Greve e che, proprietaria del castello di Montebuoni e di fondi agricoli in Valdipesa, intratteneva fitti rapporti con l'Oriente.

Il monaco Buondelmonti[3] interessato alla ricerca delle civiltà scomparse e alla geografia, fu probabilmente allievo del poeta e umanista italiano Guarino Veronese tramite il quale, conobbe il mecenate Niccolò Niccoli, studioso di opere classiche e di geografia.

Dal 1414 al 1430 Buondelmonti si recò nei luoghi più importanti della civiltà greca attraversando il mar Egeo e visitando Rodi, Creta, Cipro, l'Ellesponto, Costantinopoli. Il frutto di questi lunghi viaggi furono due opere di contenuto storico-geografico:

  • la Descriptio insulae Cretae fatta arrivare a Firenze nel 1417 a Niccolò Niccoli
  • e il Liber insularum Archipelagi (1420) con una dedica al cardinale Giordano Orsini. L'opera, riscritta per quattro volte, (l'edizione definitiva è del 1430) ebbe grande diffusione e fu riportata negli isolari illustrati come quelli di Henricus Martellus, di Bartolomeo de li Sonetti e di Benedetto Bordone (14601531).

Con queste opere Buondelmonti fondò il nuovo genere letterario degli isolari, un nuovo linguaggio rinascimentale che rappresentava lo spazio fondendo la simbologia delle carte nautiche con la descrizione corografica ed assieme storica dei luoghi visitati.[4][5]

Liber insularum Arcipelagi, manoscritto, XVI secolo. Parigi, Biblioteca nazionale di Francia, Fonds latin.

La scoperta della lingua sapienziale

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Nel 1419 Buondelmonti aveva acquistato per conto di Niccolò Niccoli nell'isola di Andros un manoscritto, tradotto in greco da uno sconosciuto Filippo, intitolato Hieroglyphica, opera di un autore ignoto chiamato Horus-Apollo o Horapollus che affermava di essere egiziano. Nel 1422 il testo arrivò a Firenze e tradotto dal greco destò molto interesse tra i dotti umanisti poiché era l'unico antico trattato riguardante l'interpretazione dei geroglifici egiziani che si credeva nascondessero simbolicamente un'antichissima lingua sapienziale.

  1. ^ Scramasax Edizioni, Montaperti La battaglia nel diorama di Mario Venturi.
  2. ^ BUONDELMONTI, Cristoforo, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Vedi Centro di studi micenei ed egeo-anatolici, Studi micenei ed egeo-anatolici, Volume 84, Edizioni dell'Ateneo & Bizzari, p.72. In altri testi Buondelmonti viene descritto come "prete fiorentino"
  4. ^ Vedi a questo proposito il titolo significativo dell'isolario di Bordone: Isolario di Benedetto Bordone. Nel quale si ragiona di tutte l'isole del mondo, con li lor nomi antichi & moderni, historie, fauole, & modi del loro viuere, & in qual parte del mare stanno, & in qual parallelo & clima giaciono. Ricoretto, & di nuouo ristampato. Con la gionta del Monte del Oro nouamente ritrouato. Con il Breue del Papa et gratia & priuilegio della illustrissima signoria di Venetia come in quelli appare - In Vinegia : ad instantia, & spese del nobile huomo Federico Toresano, 1547
  5. ^ Silvia Benso, Le Letteratura di viaggio dal Medioevo al Rinascimento: generi e problemi, Edizioni Dell'Orso, 1989, p.107
  • Massimo Donattini, Spazio e modernità: libri, carte, isolari nell'età delle scoperte, Clueb, 2000
  • R. Weiss, Un umanista antiquario: Cristoforo Buondelmonti in Lettere Italiane vol. 16, 1964
  • Cristoforo Buondelmonti, Descriptio insule Crete et Liber insularum, cap. XI, traduzione di Marie Anne Van Spitael, Creta, 1981.

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