Crassula columnaris

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Crassula columnaris
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
Ordine Saxifragales
Famiglia Crassulaceae
Sottofamiglia Crassuloideae
Genere Crassula
Specie C. columnaris
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Rosidae
Ordine Rosales
Famiglia Crassulaceae
Genere Crassula
Specie C. columnaris
Nomenclatura binomiale
Crassula columnaris
Thunb., 1782[1]
Sinonimi

Crassula mitrata
Friedrich
Tetraphyle columnaris
(L.f.) P.V.Heath
Tetraphyle columnaris var. mitrata
(Friedrich) P.V.Heath

Crassula columnaris (Thunb., 1782) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, endemica delle Province del Capo, in Sudafrica[2].

L'epiteto specifico columnaris deriva dal latino columnae, ossia colonna, con riferimento all'aspetto colonnare della pianta, più evidente negli esemplari coltivati[3][4].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Giovane esemplare di C. columnaris.

C. columnaris è una pianta perenne di piccole dimensioni composta da un singolo stelo eretto, alto fino a 7 centimetri e di 4 millimetri di diametro, interamente ricoperto dalle foglie. È ancorato al terreno attraverso delle radici fascicolate.

Le foglie sessili misurano 10–15 mm in lunghezza, per 15–30 mm in larghezza, e sono suddivise tra 8-10 coppie fittamente sovrapposte con le basi, di forma connata, fuse tra loro. Questo fatto, unito alla disposizione delle coppie (angolate a 90° rispetto alle adiacenti) conferisce alla pianta il peculiare aspetto a colonna, con un'ampiezza di circa 2-3,5 cm. Le foglie hanno inoltre una colorazione da verde a marroncina, forma ovata con apici da arrotondati a mucronati ed un margine che presenta fini ciglia.

Le infiorescenze a tirso, che si sviluppano tra maggio ed agosto in posizione terminale, sono a capolino, costituite da un denso agglomerato di fiori sessili alto 10 mm e largo circa 22 mm. Essendo C. columnaris una specie monocarpica, subito dopo la produzione dell'infiorescenza la pianta morirà, concludendo il suo ciclo vitale.

I fiori, tetrameri, hanno il calice composto da petali dalla forma lorata, lunghi 1,5–3 mm e di colore da traslucido alla base a verde sulle estremità ottuse. La corolla, ampia tra 7 e 13 mm e di colore da bianco a giallo chiaro, con sfumature rossastre, è formata da 4 petali dalla forma lineare-lorata, fusi tra loro alla base per circa un terzo della lunghezza e con le estremità ottuse. Gli stami presentano delle antere di colore da giallo a marrone, sorretti da filamenti lunghi 1,2–2 mm[1][5][6][7][8].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

C. columnaris è una specie endemica delle province del Capo Occidentale e del Capo Settentrionale, in un areale che comprende il Piccolo Karoo e la parte occidentale del Grande Karoo, oltre che estendersi verso sud, fino all'area nei pressi della cittadina di Vanrhynsdorp.

È una pianta particolarmente diffusa sui suoli ghiaiosi del Namaqualand e gli affioramenti di quarzite tipici del Knersvlakte, diffusa principalmente nell'ecoregione nota come Karoo succulento, e assume dei colori che le permettono di mimetizzarsi col terreno[5][9].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare di C. columnaris subsp. prolifera alla conclusione del suo ciclo vitale.

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Al momento, oltre alla pianta in sé, è accettata una sola sottospecie:

Per indicare la specie principale viene talvolta utilizzato il nome C. columnaris subsp. columnaris.

Crassula columnaris subsp. prolifera[modifica | modifica wikitesto]

C. columnaris subsp. prolifera è l'unica sottospecie di C. columnaris e, diversamente dalla specie principale, non è endemica del Sudafrica, avendo difatti un areale condiviso con parte della Namibia. Nello specifico la si può trovare nell'area del Karoo succulento che include Namaqualand, Bushmanland e la Namibia meridionale (regione di Karas)[11].

Contrariamente alla specie principale, subsp. prolifera è fittamente ramificata alla base e presenta delle gemme ascellari decidue che cadendo radicano intorno alla pianta madre, generando nuovi esemplari. Da questo comportamento deriva l'epiteto prolifera. Inoltre, a seguito della produzione dell'infiorescenza, non muore l'intera pianta ma rinsecchirà il solo fusto fiorale, potendosi così sviluppare dalla base dei nuovi steli.

Altre differenze con subsp. columnaris sono le dimensioni più contenute sia della pianta in sé, che presenta steli di 1–2 cm in diametro, che per i fiori, che presentano una corolla ampia al massimo 9 mm[12][13].

Sinonimi sono anche Crassula semiorbicularis (Eckl. & Zeyh., 1837)[14], prima denominazione della pianta, risalente a quando era classificata come una specie a sé stante, e Tetraphyle columnaris var. prolifera ((Friedrich) P.V.Heath, 1993)[15].

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (LA) Carl von Linné jr., Supplementum plantarum Systematis vegetabilium, Braunschweig, Impensis Orphanotrophei, 1782, p. 191.
  2. ^ (EN) Crassula columnaris L.f., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  3. ^ (EN) Urs Eggli e Leonard E. Newton, Etymological Dictionary of Succulent Plant Names, Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 51, ISBN 978-3-662-07125-0. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  4. ^ (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 115, ISBN 0-521-86645-6.
  5. ^ a b Crassula columnaris, su llifle.com. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  6. ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  7. ^ (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, pp. 44-45, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
  8. ^ (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, p. 86, ISBN 9058093239.
  9. ^ Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  10. ^ (EN) Crassula columnaris subsp. prolifera Friedrich, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  11. ^ Threatened Species Programme | SANBI Red List of South African Plants, su redlist.sanbi.org. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  12. ^ Crassula columnaris subs. prolifera, su llifle.com. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  13. ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  14. ^ (EN) Crassula semiorbicularis Eckl. & Zeyh., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 1º gennaio 2021.
  15. ^ (EN) Tetraphyle columnaris var. prolifera (Friedrich) P.V.Heath, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 1º gennaio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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