Corso Porta Nuova
Questa voce o sezione sugli argomenti strade d'Italia e Veneto non cita le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.
|
Corso Porta Nuova | |
---|---|
Nomi precedenti | Stradone Porta Nuova, Corso Vittorio Emanuele II e Corso Cangrande |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Città | Verona |
Quartiere | Cittadella |
Informazioni generali | |
Tipo | Strada |
Lunghezza | 800 m |
Intitolazione | Porta Nuova |
Collegamenti | |
Inizio | Portoni della Bra |
Fine | Porta Nuova |
Luoghi d'interesse | Porta Nuova, Portoni della Bra e Camera di commercio di Verona |
Mappa | |
![]() | |
Corso Porta Nuova è una delle strade principali del centro di Verona.
Il nome[modifica | modifica wikitesto]
Corso Porta Nuova è un ampio rettilineo che collega i Portoni della Bra alla Porta Nuova e più ampiamente il cuore della città con la Stazione ferroviaria e la Fiera Internazionale. Originariamente venne chiamato stradone Porta Nuova, poi nel 1867 con l'annessione di Verona al Regno d'Italia rinominato corso Vittorio Emanuele II. Durante la Repubblica Sociale Italiana (1943-45) venne ridenominato corso Cangrande. Infine, dopo la liberazione tornò a chiamarsi Corso Porta Nuova.
Storia[modifica | modifica wikitesto]

La strada ha origine come tortuosa via che costeggiava il fossato delle mura di cinta occidentali della Cittadella viscontea: sistema di fortificazioni realizzate a partire dalla conquista della città (1387) da parte di Gian Galeazzo Visconti a sud delle mura comunali e completato solo successivamente dai veneziani, che occuparono definitivamente Verona nel 1405.
Nel cinquecento la Serenissima vara, su progetto dell'architetto veronese Michele Sammicheli, il cui monumento si trova sul lato ovest prima dei giardini Pradaval; un progetto per il rafforzamento delle opere difensive di Verona che comprende una nuova cinta muraria e porte d'accesso fra cui quella denominata Nuova, da cui prenderà nome la strada, al tempo ancora poco più che un sentiero fra i campi. Nel 1532 viene iniziata la costruzione della Porta, completata in otto anni e contemporaneamente abbattute le ormai superflue fortificazioni viscontee; a questo periodo risale probabilmente anche la ristrutturazione dei Portoni della Bra con la realizzazione della seconda apertura e l'ingrandimento della prima verso la Torre Pentagona, fino ad allora detta Porta della Braida. Bisogna però attendere oltre un secolo, verso la metà del '600, per assistere all'edificazione di un edificio degno di questo nome lungo il suo percorso, rappresentato dalla chiesa di Sant'Antonio ai Riformati, poco oltre quello che è oggi il vicolo Sorte, successivamente ad esso venne annesso un grande complesso conventuale in posizione arretrata rispetto alla chiesa, oggi del tutto scomparso.
È però solo nella seconda metà del '700 con lo sviluppo della città che l'amministrazione veneziana decide di dare impulso all'arteria e ne finanzia la sistemazione. Nel 1768 la strada venne spianata ed allargata, liberata da materiali di risulta e finalmente integrata nel tessuto urbano. Di li a poco però i lavori s'interruppero a causa della caduta della Repubblica di Venezia (1797) e perciò la ripresa dei lavori avvenne solo a metà dell'800, grazie agli austriaci, che completarono la pavimentazione dei marciapiedi in marmo locale, trasformando di fatto il corso nella principale via d'accesso alla città specialmente a seguito della realizzazione della prima stazione ferroviaria di Porta Nuova (1852). Purtroppo un nuovo stop ai lavori fu imposto dal passaggio al Regno d'Italia (1867) che tuttavia ben presto diede la spinta finale per completare la pavimentazione ad acciottolato con doppie lische di trachite per il transito dei veicoli a trazione animale (1878).
L'aspetto del Corso, contornato da costruzioni al massimo di 3 piani fuori terra, non doveva variare fino alla conclusione della prima Guerra Mondiale quando l'amministrazione cittadina decise di piantumare due file di lecci nel bordo estremo dei marciapiedi verso la strada: nel decennio successivo, visto l'aumentato traffico veicolare fu realizzato il largo spartitraffico centrale sistemato inizialmente ad aiuole con corsie trasversali per l'inversione di marcia.
La seconda guerra mondiale provocò seri danni a molti edifici che s'affacciavano sul corso, in particolare sul lato occidentale e verso la Porta Nuova oltre a quelli gravissimi inferti alla stazione ferroviaria che venne quasi completamente distrutta. Gran parte di essi dovettero essere abbattuti e ricostruiti, fra essi quello della Gioventù Italiana del Littorio, edificato alla fine degli anni trenta, che venne sostituito dalla costruzione della Camera di Commercio.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su corso Porta Nuova