Corrado Bonfantini
Corrado Bonfantini | |
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Deputato dell'Assemblea Costituente | |
Gruppo parlamentare |
Partito Socialista Italiano, Partito Socialista Lavoratori Italiani |
Collegio | Torino I |
Sito istituzionale | |
Deputato della Repubblica Italiana | |
Legislature | I, II, III |
Gruppo parlamentare |
Unità Socialista, Partito Socialista Unitario, Partito Socialista (SIIS), Partito Socialista Democratico Italiano (I legislatura), Partito Socialista Democratico Italiano (II legislatura), Partito Socialista Democratico Italiano, Partito Socialista Italiano, Misto (III legislatura) |
Collegio | Torino |
Incarichi parlamentari | |
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Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria |
Titolo di studio | laurea in medicina e chirurgia |
Professione | medico chirurgo |
Corrado Bonfantini (Novara, 22 febbraio 1909 – Imperia, 10 agosto 1989) è stato un politico e partigiano italiano.
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Nato da famiglia di antica tradizione socialista (suo padre è stato sindaco di Novara prima dell'avvento del fascismo e suo fratello era lo scrittore Mario Bonfantini), aderisce fin da giovanissimo, nel 1924, al Partito socialista unitario, in seguito a delle minacce di alcuni fascisti nei confronti di suo padre. Successivamente al suo scioglimento entra a far parte, nel 1925, del Partito socialista dei lavoratori italiani, ed esattamente un anno dopo, a causa dello scioglimento del Psli, forma il "Gruppo dei Rossi Liberi". Esso puntava alla creazione di un legame tra socialisti e comunisti.
Nel 1928 viene incolpato, assieme ad altri antifascisti, di aver causato lo scoppio di una bomba presso la fiera di Milano; dopodiché viene arrestato e incarcerato per diciotto mesi. Scarcerato nel 1929, inizia a distaccarsi dal Pcd'I, fino ad arrivare al 1933, anno in cui viene sciolto il partito per volere di Mussolini.
Avvicinatosi all'organizzazione clandestina del Partito socialista italiano, è più volte arrestato per attività antifascista, deferito al Tribunale speciale [1] e condannato al carcere e al confino.[2][3]
Il 10 gennaio 1943 costituisce, insieme con altri socialisti, il Movimento di Unità Proletaria e partecipa alla resistenza come comandante delle Brigate Matteotti a Milano. In tale veste, nei primi mesi del 1945, è protagonista di un controverso tentativo di mediazione con alcuni emissari della RSI (tra i quali l'ex socialista Carlo Silvestri), finalizzato ad un passaggio di poteri incruento, nel Nord Italia, tra il fascismo repubblicano e le formazioni socialiste. La discussa operazione si svolge al di fuori di ogni copertura da parte del CLNAI.
Il 26 aprile 1945 è il primo ad annunciare dalla stazione radio EIAR di Milano l'avvenuta insurrezione generale.
Nel 1946 è eletto all'Assemblea Costituente nelle file del Partito socialista. È poi di nuovo Deputato nelle prime tre legislature, dal 1952 come esponente del PSDI, al quale aveva nel frattempo aderito. Dopo la breve esperienza dell'unificazione socialista (1966-69) sceglie di rimanere nel PSI.
Ha lasciato alcuni scritti sul socialismo gradualista e sulla figura di Filippo Turati.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Ordinanza n. 212 dell'8.8.1928 contro Corrado Bonfantini e altri (“Organizzazione comunista in provincia di Novara. Ricostituzione del PCd'I, propaganda sovversiva”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia dissidente e antifascista. Le ordinanze, le Sentenze istruttorie e le Sentenze in Camera di consiglio emesse dal Tribunale speciale fascista contro gli imputati di antifascismo dall'anno 1927 al 1943, Milano 1980 (ANPPIA/La Pietra), vol. I, p. 215
- ^ Commissione di Milano, ordinanza del 28.7.1933 contro Corrado Bonfantini (“Organizzazione comunista: tentativo di impiantare una radio trasmittente per lanciare un messaggio in occasione del 1. Maggio”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. I, p. 256;
- ^ Commissione di Milano, ordinanza dell'11.5.1943 contro Corrado Bonfantini (“Creazione di un movimento unitario antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali dal novembre 1926 al luglio 1943, Milano 1983 (ANPPIA/La Pietra), vol. I, p. 333
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Cesare Bermani, Il "rosso libero". Corrado Bonfantini organizzatore delle brigate "Matteotti", Milano, Fondazione Anna Kuliscioff, 1995.
- Caterina Simiand, "Deputati piemontesi all'Assemblea Costituente". Fonti di Anna Balzarro.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Corrado Bonfantini, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Corrado Bonfantini, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
- Corrado Bonfantini, su Camera.it - Assemblea Costituente, Parlamento italiano.
- Corrado Bonfantini, su Camera.it - I legislatura, Parlamento italiano.
- Corrado Bonfantini, su Camera.it - II legislatura, Parlamento italiano.
- Corrado Bonfantini, su Camera.it - III legislatura, Parlamento italiano.
- Scheda sul sito Anpi
- Scheda da Fondazione di studi storici Filippo Turati
- Politici italiani del XX secolo
- Partigiani italiani
- Nati nel 1909
- Morti nel 1989
- Nati il 22 febbraio
- Morti il 10 agosto
- Nati a Novara
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- Brigate Matteotti
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