Corno naturale

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Corno naturale
Corno naturale
Informazioni generali
Classificazione423.121.2
Aerofoni a bocchino
FamigliaTrombe naturali
Uso
Musica medievale
Musica rinascimentale
Musica barocca
Musica galante e classica
Musica europea dell'Ottocento
Genealogia
 AntecedentiDiscendenti 
Corno medievale (Olifante)Corno moderno, Corno da caccia

Il corno naturale o corno a mano è lo strumento musicale antenato del moderno corno a macchina. La sostanziale differenza tra questi due strumenti è che il corno naturale non ha i cilindri, presenti invece in un numero variabile da 3 a 5 nel successore moderno. I suoni che vengono emessi, perciò, possono essere solo i suoni armonici, determinati dalla lunghezza del canneggio e dalla tensione del labbro sul bocchino. Quindi per cambiare l'altezza dei suoni prodotti si potevano principalmente usare queste tecniche:

  • Modificare la tensione del labbro sul bocchino;
  • Cambiare la lunghezza del canneggio sostituendone alcune porzioni dette ritorte, intonate ciascuna in modo da produrre una serie completa di armonici;
  • Cambiare la posizione della mano nella campana del corno, alterando la serie dei suoni armonici e ottenendo così i suoni mancanti. In questo modo era possibile eseguire tutta la scala cromatica. In seguito, con l'introduzione dei cilindri, l'uso della mano si è limitato all'aggiustamento dell'intonazione dei singoli suoni.
Corno naturale con una serie completa di ritorte intercambiabili

Repertorio[modifica | modifica wikitesto]

Una parte del repertorio solistico del corno moderno fu originariamente concepita per corno naturale. Fra i compositori che scrissero per lo strumento bisogna ricordare Mozart, Beethoven, Telemann e Weber. A partire dal 1820 circa, alcuni compositori iniziarono ad orientarsi verso l'impiego del neonato corno a cilindri. Ma l'era del corno naturale non era finita: a Ottocento inoltrato, compositori come Hector Berlioz e Johannes Brahms continuarono a nutrire una predilezione per il corno naturale. Il compositore novecentesco Benjamin Britten, nella sua Serenata per tenore, corno e archi, richiede l'occasionale impiego di un corno naturale.

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