Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale
Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale | |
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Tipo | trattato multilaterale aperto |
Contesto | regolamentare la tutela del patrimonio culturale immateriale nel mondo |
Firma | 17 ottobre 2003 |
Luogo | Parigi |
Parti | 178[1] |
Depositario | Direttore generale dell'UNESCO |
Lingue | Arabo, Cinese, Inglese, Francese, Russo e Spagnolo |
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La Convenzione per salvaguardia del patrimonio culturale Immateriale è un trattato adottato a Parigi il 17 ottobre 2003 durante la trentaduesima sessione della Conferenza generale dell'UNESCO.
Tale Convenzione è diventata un pilastro nell'evoluzione delle politiche internazionali mirate a promuovere la diversità culturale, riconoscendo il bisogno di sostenere le espressioni culturali, che fino ad allora non avevano beneficiato di un quadro giuridico così importante, composto da 9 sezioni e 40 articoli.
È stata ratificata dall'Italia con Legge 27 settembre 2007, n. 167
Norme generali[modifica | modifica wikitesto]
Articolo 1[modifica | modifica wikitesto]
Tra gli scopi della Convenzione troviamo:
- Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale;
- Assicurazione del rispetto per il patrimonio culturale immateriale da parte di comunità, gruppi e individui;
- Consapevolezza a livello locale, nazionale e internazionale dell'importanza del patrimonio culturale immateriale
- Promozione della cooperazione internazionale e il sostegno.[2]
Articolo 2[modifica | modifica wikitesto]
Importante la definizione di patrimonio culturale immateriale intendendo:
«le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze e le abilità – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale.»
In particolare tale definizione è da intendere come:
- Tradizionale e vivente: Il patrimonio culturale immateriale comprende non solo le tradizioni ereditate del passato ma anche le pratiche rurali e urbane contemporanee;
- Inclusivo: È possibile condividere espressioni di patrimonio culturale immateriale simili a quelle praticate da altri in funzione alla coesione sociale ed incoraggiando il senso di identità;
- Rappresentativo: Il patrimonio culturale immateriale non è valutato come bene culturale su base comparativa, ma secondo un criterio di esclusività considerando il suo valore eccezionale, generato a partire dalle comunità, con un collegamento alla conoscenza delle tradizioni, delle competenze e dei costumi, trasmesso tra generazioni;
- Basato sulla comunità: Può essere definito patrimonio solo quando è riconosciuto come tale dalle comunità, dai gruppi o dagli individui che lo creano, lo mantengono e lo trasmettono.[3]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (EN) Convention for the Safeguarding of the Intangible Cultural Heritage. Paris, 17 October 2003, su unesco.org. URL consultato l'8 luglio 2020.
- ^ https://unescoblob.blob.core.windows.net/documenti/5934dd11-74de-483c-89d5-328a69157f10/Convenzione%20Patrimonio%20Immateriale_ITA%202.pdf
- ^ https://www.unesco.beniculturali.it/convenzione-2003/
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Testo della Convenzione
- Trattati internazionali degli anni 2000
- Trattati multilaterali aperti
- Trattati internazionali conclusi a Parigi
- Patrimonio culturale immateriale
- Trattati internazionali in arabo
- Trattati internazionali in cinese
- Trattati internazionali in inglese
- Trattati internazionali in francese
- Trattati internazionali in russo
- Trattati internazionali in spagnolo
- Trattati internazionali sui beni culturali