Conservazione dei beni culturali
La conservazione dei beni culturali è l’insieme di azioni e pratiche che hanno l’obiettivo di tutelare e conservare i beni culturali e di renderli fruibili in futuro.
Insieme al riconoscimento e alla protezione, la conservazione è attualmente considerata uno dei momenti fondamentali in cui si esplica la tutela dei beni culturali.
Le operazioni di conservazione dei beni culturali prevedono lo studio, la prevenzione, la manutenzione e il restauro, attività che si attuano per proteggere il patrimonio tangibile e intangibile dal deterioramento.
Non esiste una definizione unica di conservazione, l’UNESCO la definisce come mantenimento, salvaguardia e trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale che possiede un valore eccezionale universale, con l'obiettivo di preservare l'identità e la diversità umana per il futuro, promuovere il dialogo culturale e proteggere l’integrità[1].
Il termine conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Il termine "conservazione" deriva dal verbo latino conservare, composto dalla preposizione cum (con) e dal verbo servare (preservare, custodire). Quindi, etimologicamente, significa "custodire con", "mantenere insieme" o "preservare".
Il termine conservazione ha acquisito sfumature diverse in differenti aree linguistiche e culturali: all’interno contesto inglese, si parla spesso di heritage conservation o heritage preservation; negli Stati Uniti, in particolare, è molto diffusa la locuzione historic preservation, con significati sostanzialmente analoghi.
I passi per arrivare alla conservazione dei beni culturali nel XX secolo in Italia
[modifica | modifica wikitesto]L’evoluzione della conservazione dei beni culturali in Italia va di pari passo con il riconoscimento del concetto di bene culturale. I passi fondamentali sono:
- 1939 - Legge Bottai: la legge organica n. 1089/1939 per la tutela delle cose di interesse artistico e storico, che vieta l'esportazione e prevede la prelazione statale sui beni culturali, e l'Istituto centrale per il restauro
- 1954 - Convenzione dell’Aia: Viene firmata la convenzione per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato, trasponendo la protezione dei beni culturali nel diritto internazionale.
- 1975 - Nascita del Ministero dei Beni Culturali:
I professionisti della conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Si occupano della conservazione i professionisti formati appositamente sulla tutela dei beni culturali:
- Conservatore-restauratore: è la figura specializzata nella diagnosi, progettazione e realizzazione di interventi diretti sui beni nel rispetto del principio del minimo intervento, reversibilità e compatibilità dei materiali. Ne definisce lo stato di conservazione e mette in atto una serie di operazioni dirette e indirette volte a limitare i processi di degrado dei materiali costitutivi originali, salvaguardandone il valore culturale. Essendo l’unica figura autorizzata a mettere mano diretta sul bene culturale, si occupa nello specifico delle operazioni relative alla conservazione preventiva, alle manutenzioni, al restauro e alla movimentazione dei beni culturali.
- Conservatore museale o archivistico: opera all’interno di istituzioni culturali occupandosi della gestione delle collezioni, fornendo supporto nella redazione dei protocolli di conservazione preventiva e moviementazione.
- Scienziati della conservazione: in questa categoria rientrano fisici, chimici, ingegneri, diagnosti che si occupano di diagnostica di beni culturali. Nello specifico queste figure indagano la struttura della materia originale e come questa si comporta nel tempo. Conducono indagini diagnostiche atte alla comprensione dei processi di degrado allo scopo di supportare le scelte di intervento diretto sul bene.
Tipi di beni e contesti della conservazione
[modifica | modifica wikitesto]Rientrano nella conservazione i seguenti beni culturali:
- Patrimonio materiale: beni dotati di presenza fisica, quindi ‘tangibili’. Rientrano in questa categoria la quasi totalità di opere e monumenti.
- Beni mobili: in questa categoria entrano i beni che possono essere movimentati senza alterarne la natura. Si tratta di dipinti, sculture, arredi, manoscritti, costumi, abiti,
- Beni immobili: tutti quei beni che non possono essere movimentati se non alterandone la struttura stessa. Rientrano in questa categoria edifici, sculture monumentali, monumenti, ruderi, aree archeologiche, dipinti murali,
- Patrimonio immateriale: non si tratta di beni materiali o tangibili, ma usi, pratiche, tradizioni, espressioni culturali trasmesse all’interno di una comunità. Comprende le tradizioni vive, le espressioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche sociali, i riti e le feste, le conoscenze e le pratiche relative alla natura e all'universo, e le tecniche di artigianato tradizionale, trasmessi di generazione in generazione e riconosciuti da una comunità come parte della propria eredità culturale.
- Beni ambientali e paesaggistici: si tratta di aree e immobili che presentano un'elevata bellezza naturale o un particolare valore storico-culturale, derivante dall'interazione di fattori naturali e umani. Rientrano in questa categoria parchi, foreste, zone umide, vulcani, montagne, ma anche costruzioni umane che esprimono un'identità e un valore culturale specifico, quali ville, giardini, complessi di edifici, centri e nuclei storici, paesaggi agrari.
La conservazione si applica in contesti variegati e molto differenti tra loro:
- contesto urbano
- contesto museale
- contesto paesaggistico
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco, Patrimonio Mondiale, su Unesco Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco. URL consultato il 1º ottobre 2025.