Conservatorio di San Giuseppe e Santa Teresa

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Conservatorio di san Giuseppe e santa Teresa
La facciata del conservatorio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneCampania
LocalitàPucara (Tramonti)
Religionecattolica di romano
DiocesiAmalfi-Cava de' Tirreni
Consacrazione1723
Inizio costruzione1662

Il Conservatorio di san Giuseppe e santa Teresa è un Monastero nella frazione Pucara di Tramonti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Eretto nel 1662 per volontà testamentaria di Francesco Antonio Ricca che espresse l'intenzione di fondare un "conservatorio di donne vergini in Tramonti", testamento che fu chiuso il 25 agosto 1624 e rogato per mano del Notaio tramontano Ludovico Cardamone.[1]. In origine fu intitolato a San Giuseppe. Ricevette la protezione regia da parte del viceré di Napoli Fernando Toledo il 18 luglio 1676. La struttura con l'annessa chiesa venne benedetta l'8 dicembre 1723 e prese il nome "Monastero di San Giuseppe e Santa Teresa" per l'impronta spirituale impressa dalle monache, le quali si ispiravano difatti alla vita di Santa Teresa. Il Conservatorio successivamente subì una serie di soprusi: nel 1878 durante il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia fu requisito per impiantarvi un Educandato, che avrebbe dovuto occupare un piano dell'edificio. Ciò creò molto scompiglio tra le religiose e diverse furono le lettere in cui esse denunciavano le varie angherie che erano costrette a subire. Nel 1896 Mons. Enrico de Dominicis visitò il Conservatorio e vi trovò ancora dodici religiose e cinque educande. Più tardi, e per un breve periodo, l'immobile fu occupato per uso scolastico[2].

Il chiostro del conservatorio

La predicazione di sant'Alfonso Maria de' Liguori[modifica | modifica wikitesto]

Sant'Alfonso Maria de' Liguori visitò il monastero per la prima volta nel 1731, per confermare le monache nello spirito evangelico. Alle suore mandò una raccolta di 25 volumi, scelti per la meditazione e per la lettura alla mensa: "Vi mando una buona provvista di libri, che meglio delle catenelle possono aiutarvi a farvi sante".

Nel marzo del 1733, dopo le missioni di Tramonti, S. Alfonso si recò di nuovo qui per gli esercizi alle monache e per infondere lo spirito della stretta osservanza. Anche da lontano, da Napoli (Villa degli Schiavi) e da Ciorani, S. Alfonso mantenne un contatto epistolare con le suore per infervorarle nello spirito.[senza fonte]

Il Concerto[modifica | modifica wikitesto]

Qui vide la luce il concerto. Le religiose, avendo a disposizione molte varietà di erbe e spezie idearono questo infuso di erbe con l’aggiunta di orzo e caffè, che risulta essere il più antico rosolio della costiera amalfitana.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Paola Rosolia e Alessandra Siniscalchi, L'architettura sacra tra XVII e XVIII secolo, in Centro di cultura e storia amalfitana, Tramonti la terra operosa, 2008, p. 498, ISBN 9788888283302.
  2. ^ Paola Rosolia e Alessandra Siniscalchi, L'architettura sacra tra XVII e XVIII secolo, in Centro di cultura e storia amalfitana, Tramonti la terra operosa, 2008, p. 499, ISBN 9788888283302.

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