Concorso (ordinamento italiano)
Il concorso, nell'ordinamento italiano, è la principale modalità di accesso agli impieghi della pubblica amministrazione.
Il fondamento normativo[modifica | modifica wikitesto]
La costituzione della Repubblica Italiana prescrive il superamento di un concorso:
- per l'accesso agli impieghi nella pubblica amministrazione italiana, salvo i casi stabiliti dalla legge (art. 97, comma 3°);
- per l'accesso alla magistratura italiana (art. 106, comma 1°).[1]
Delle due disposizioni, la seconda non ammette eccezioni, fuorché quelle indicate nei due commi successivi dello stesso art. 106; la prima, invece, consente alla legge di stabilire eccezioni. In merito, la giurisprudenza in tema ha affermato che in un ordinamento democratico - che affida all'azione dell'amministrazione, separata nettamente da quella di governo (politica per definizione), il perseguimento delle finalità pubbliche obiettivate dall'ordinamento - il concorso pubblico, quale meccanismo di selezione tecnica e neutrale dei più capaci, resta il metodo migliore per la provvista di organi chiamati ad esercitare le proprie funzioni in condizioni d'imparzialità ed al servizio esclusivo dello Stato. Valore, quest'ultimo, in relazione al quale il principio posto dall'art. 97 Cost. impone che l'esame del merito sia indipendente da ogni considerazione connessa alle condizioni personali dei vari concorrenti.[2]
Deroghe alla regola del concorso, da parte del legislatore, sono ammissibili soltanto nei limiti segnati dall'esigenza di garantire il buon andamento dell'amministrazione o di attuare altri principi di rilievo costituzionale, che possano assumere importanza per la peculiarità degli uffici di volta in volta considerati: ad esempio, quando si tratti di uffici destinati in modo diretto alla collaborazione con gli organi politici o al supporto dei medesimi.[3]
Disciplina generale[modifica | modifica wikitesto]
Le modalità di svolgimento dei concorsi e dell'accesso agli impieghi sono rispettivamente disciplinati dal D.P.R. 3 maggio 1957 n. 686 e dal Decreto del presidente della Repubblica 9 maggio 1994 n. 487, mentre disposizioni generali sono contenute nel d.lgs 30 marzo 2001, n. 165. I concorsi pubblici per le assunzioni nelle amministrazioni dello Stato e nelle aziende autonome si espletano di norma a livello regionale.[4] I concorsi possono essere per titoli ed esami, solo per titoli o solo per esami (per l'ingresso nella magistratura italiana). La durata delle graduatorie per l'assunzione di personale presso le pubbliche amministrazioni italiane è di 3 anni dalla data di pubblicazione.[5] Ai sensi della legge 15 maggio 1997, n. 127 la partecipazione a concorsi indetti dalla pubblica amministrazione non è soggetta a limiti di età, salvo eventuali deroghe dettate da regolamenti delle singole amministrazioni connesse alla natura del servizio o ad oggettive necessità.[6]
Sono emanati con un atto denominato bando di concorso pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, generalmente è stabilita una preferenza di legge secondo la normativa vigente per alcune specifiche categorie: ciò comporta che, a parità di merito dei normali criteri selettivi del concorso, alcune categorie possano usufruire di criteri preferenziali di accesso ai posti oggetto di concorso. Ai sensi del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5 - convertito in legge 4 aprile 2012, n. 35 - le domande per partecipare a concorsi banditi da enti centrali della pubblica amministrazione italiana e delle forze armate italiane a decorrere dal 30 giugno 2012 devono essere presentate esclusivamente online, sebbene la circolare del ministero per la funzione pubblica del 3 settembre 2010, n. 12 ha precisato che si possa utilizzare anche una casella di posta elettronica certificata.[7] Ai sensi del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101 - convertito con modificazioni in legge 30 ottobre 2013, n. 125 - a decorrere decorrere dal 1º gennaio 2014, il reclutamento dei dirigenti e delle figure professionali comuni a tutte la pubblica amministrazione italiana si svolge mediante concorsi pubblici unici, su base regionale. I concorsi unici sono organizzati dal Dipartimento della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana, ferme restando le norma circa la disciplina del corso-concorso bandito dalla scuola nazionale dell'amministrazione ai sensi del d.P.R. 16 aprile 2013, n. 70.[8] La direttiva del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione del 3 aprile 2018 ha emenato linee guida per l'organizzazione e lo svolgimento dei concorsi, stabilendo la centralizzazione per quelli relativi alla selezione del personale nelle amministrazioni centrali; la legge 30 dicembre 2018, n. 145 (legge di bilancio per l'anno 2019) ha disposto che le graduatorie dei concorsi per il reclutamento del personale le pubbliche amministrazioni italiane siano utilizzate esclusivamente per la copertura dei posti messi a concorso.[9] Il bando può stabilire che vengano riconosciuti e valutati i titoli, anche se ai sensi della legge 19 giugno 2019, n. 56 l'attribuzione di un punteggio eventualmente stabilito dal bando, riguardo ad essi non può essere superiore ad un terzo del punteggio complessivo attribuibile.[10]
Dopo la conclusione di un concorso, può esser previsto che i vincitori siano sottoposti ad un periodo di prova, al termine del quale sono valutati, con possibilità di conferma o perdita del posto. Altre volte, sono prelevati dalla graduatoria dei candidati in numero maggiore dei posti da coprire; costoro trascorrono un periodo di formazione che termina con prove d'esame e la formazione di una nuova graduatoria, sulla base della quale avviene l'assegnazione dei posti.
Le fasi[modifica | modifica wikitesto]
I vari momenti nello svolgimento possono essere sinteticamente schematizzate:
- Un ente decide di avviare il concorso, stabilendo requisiti e modalità per la presentazione delle candidature, nonché criteri e modalità per la valutazione dei candidati e la formazione della graduatoria finale;
- al concorso e alle regole del suo svolgimento viene data adeguata pubblicità, per dar modo a tutti coloro che possiedono i requisiti di presentare la candidatura (quelli che la presentano sono detti candidati o concorrenti);
- le candidature vengono sottoposte ad un primo vaglio, escludendo quelle che non possiedono i requisiti o non sono state presentate nelle forme stabilite;
- si procede, ove prevista, alla valutazione dei titoli presentati da ciascun candidato, che possono consistere in titoli di studio o esperienze lavorative pregresse, pubblicazioni letterarie di vario tipo
- ove siano previsti esami, i candidati sono sottoposti a prove di vario genere, che possono consistere in dissertazioni scritte su temi prestabiliti, risposte a quiz, colloqui durante i quali devono rispondere a domande poste oralmente, attività pratiche che simulano quelle da svolgere nelle posizioni a concorso;
- sulla base dalle valutazioni attribuite in ciascuna prova d'esame e ai titoli, viene formata, secondo i criteri prefissati, una graduatoria che elenca i candidati ritenuti idonei a ricoprire le posizioni a concorso e li ordina secondo la maggiore idoneità;
- vengono selezionati coloro che sono meglio collocati nella graduatoria, in numero pari ai posti da assegnare; può essere stabilito che la graduatoria resti in vigore per un certo tempo, potendo così essere utilizzata per assegnare gli ulteriori posti che divenissero successivamente disponibili. I vincitori del concorso così selezionati sono, quindi, un sottoinsieme degli idonei; d'altra parte, questi ultimi, in base all'esito del concorso, potrebbero essere in numero minore dei posti da assegnare, nel qual caso resterebbero posti vacanti.
Critiche[modifica | modifica wikitesto]
C'è stato chi ha criticato la natura poco innovativa di questo metodo di ingresso nell'amministrazione pubblica, come ad esempio riportato da Raffaele Cantone durante la sua presidenza all'ANAC riguardo al comparto universitario,[11] che privilegerebbe profili nozionistici inadeguati anche nella selezione del personale docente in Italia per la didattica nella scuola italiana.[12]
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Art. 106 - La costituzione italiana [collegamento interrotto], su ms-mms.hubscuola.it.
- ^ Rolando Vivaldi e Luca Busico Le collaborazioni coordinate e continuative nelle amministrazioni pubbliche da lexitalia.it, n. 11/2003.
- ^ Come statuito nella sentenza della Corte costituzionale della Repubblica Italiana 4 gennaio 1999, n. 1
- ^ Art. 35 comma 5 d.lgs 30 marzo 2001, n. 165.
- ^ Art. 35 comma 5-ter d. lgs 30 marzo 2001, n. 165
- ^ Art. 3 comma 6 legge 15 maggio 1997, n. 127
- ^ Semplificazione e concorsi pubblici, domande di ammissione in via telematica da diritto.it, 30 gennaio 2012, su decretosemplificazioni.diritto.it. URL consultato il 12 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2014).
- ^ Art. 3 comma 3-quinquies della legge 30 ottobre 2013, n. 125.
- ^ Art. 1 comma 361 legge 30 dicembre 2018, n. 145
- ^ Art. 3 comma 6 lett. a) punto 7) legge 19 giugno 2019, n. 56, su edizionieuropee.it.
- ^ Raffaele Cantone, "siamo subissati di segnalazioni sui concorsi universitari" 23-09-2016.
- ^ Giovanni Comunella, La riforma sprecata, in Mondoperaio, 8-9/2016, p. 23.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Decreto del presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487, in materia di ""Regolamento recante norme sull’accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni e le modalità di svolgimento dei concorsi, dei concorsi unici e delle altre assunzioni nei pubblici impieghi"."
- Legge 15 maggio 1997, n. 127, in materia di "Misure urgenti per lo snellimento dell'attività amministrativa e dei procedimenti di decisione e di controllo."