Competizione sportiva (JE 30191)

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Competizione sportiva (JE 30191)
Dettaglio della parte centrale, con la barca centrale e le estremità delle altre due.
Autoresconosciuto
Dataca. 2400 a.C.
Tecnicacalcare dipinto
Dimensioni42×145 cm
UbicazioneMuseo egizio del Cairo

Il rilievo di una competizione sportiva, classificato JE 30191, è un'antica pittura parietale (staccata) egizia risalente alla V dinastia egizia (24942345 a.C.) e proveniente da una sconosciuta tomba di Saqqara[1]. Si trova al Museo egizio del Cairo[2].

Unitamente a raffigurazioni sacre e a testi religiosi e biografici, le tombe private dell'Antico Regno erano costellate di scene di vita quotidiana, di gioco e di sport: questo rilievo mostra un combattimento sportivo fra barcaioli a bordo di tre piccole barche su un corso d'acqua o uno stagno pieno di ninfee: simili attività ludiche su barche si svolgevano comunemente in presenza di un padrone e della sua famiglia durante le visite di quest'ultimo ai propri possedimenti nelle paludi del Delta del Nilo[2]. Gli uomini combattono servendosi di lunghe aste dalla estremità biforcuta, con le quali fanno cadere l'avversario. Ogni combattente è di corporatura atletica e indossa, oltre a un semplice perizoma per non impedire i movimenti, una corta parrucca (a eccezione di due uomini calvi o rasati sulla barca più a destra). La rappresentazione della competizione è vivace e realistica, le pose sono assai variate: un uomo caduto in acqua è tratto in salvo da un altro che lo tira per un piede[2]. Il combattimento si svolge con energia. Le iscrizioni geroglifiche che accompagnano gli uomini ne registrano le esclamazioni, quasi come fumetti: uno ne incoraggia un altro gridandogli:

«Colpiscilo alla schiena!»

mentre un altro dice:

«Spezzagli la gamba!»

e un altro ancora[2]:

«Che succede? Caschi a terra!»

Le imbarcazioni sono piene di cesti di frutta: non si sa se si trattasse dei premi in palio per la competizione, e se la vittoria andasse alla squadra che sarebbe stata capace di mantenere la frutta a bordo più a lungo durante tale "arrembaggio"[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scheda del reperto, su globalegyptianmuseum.org.
  2. ^ a b c d e Saleh, Sourouzian 1987, reperto n°60.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]