Commenda (beneficio ecclesiastico)
La commenda designava un benefizio ecclesiastico affidato (dato in commendam appunto) a un secolare usufruttuario che la gestiva e ne godeva la rendita. Da ciò si deduce che la rendita fosse connessa a un grado ecclesiastico o a un grado cavalleresco assimilato.[1]
Ordini Cavallereschi[modifica | modifica wikitesto]
Negli ordini cavallereschi una «commenda» era un insieme di beni immobili e di risorse (ad esempio, un'abbazia in possesso di vari terreni ma che mancava di un vertice amministrativo poiché la carica di abate era vacante) che era affidata o data 'in commendam a un precettore, per fornire di reddito tutto l'Ordine di appartenenza o solo determinati cavalieri particolarmente distintisi. Si usò in tal caso, per designare il cavaliere beneficiario di una commenda, il termine commendatore, che in seguito divenne un grado cavalleresco.[1][2] Esempi di tali commende sono la Commenda di San Giovanni di Pré e la Commenda di Sant'Eufrosino.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b commènda in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 14 gennaio 2021.
- ^ commendatóre in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 14 gennaio 2021.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- commenda, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
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