Combattimento di Turbigo
| Combattimento di Turbigo parte della campagna d'Italia (1800) e della guerra della Seconda coalizione | |||
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| Data | 31 maggio 1800 | ||
| Luogo | Turbigo, Italia | ||
| Esito | Vittoria francese | ||
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Il combattimento di Turbigo fu un episodio della seconda campagna napoleonica in Italia. Ebbe luogo il 31 maggio 1800 nei pressi dell'omonima cittadina, dove austriaci e francesi, questi ultimi provenienti dal Piemonte dopo aver attraversato le Alpi, si affrontarono per ottenere il passaggio del Ticino.
Antefatti
[modifica | modifica wikitesto]La discesa di Napoleone in Pianura Padana procedeva a ritmo spedito: le forze di Lannes erano riuscite ad attraversare la Chiusella il 26 maggio, quelle di Murat a prendere Vercelli il 27 e Novara il 29, mentre il corpo del generale Moncey, inviato dall'Armata del Reno attraverso i passi del Sempione e del San Gottardo, stavano raggiungendo Bellinzona. Tutte queste forze stavano convergendo verso Milano.[1][2][3][4][5] Il 30 maggio, una consistente parte dell'esercito francese era radunata davanti al Ticino: la cavalleria di Murat, assieme alle divisioni Monnier a Turbigo e Boudet a Boffalora, erano in attesa di ulteriori disposizioni prima di procedere al passaggio del fiume e a spingersi verso il capoluogo lombardo.[6][7] Il giorno seguente, Napoleone giunse a Novara. Il primo console decise di sfruttare le indecisioni dei suoi avversari per avvicinarsi e superare il Ticino.[8] Il giorno seguente, Napoleone giunse a Novara. Il primo console decise di sfruttare le indecisioni dei suoi avversari per avvicinarsi e superare il Ticino.[8]
Le forze austriache, invece, stavano vivendo un momento decisamente infelice: l'inaspettata manovra di Bonaparte li aveva colti di sorpresa e le esigue forze messe a difesa della pianura non erano sufficienti a contenere l'intera armata al comando del Console.[6] Infatti, il grosso dell'esercito austriaco era impegnato sul Var e a Genova; dopo la sconfitta alla Chiusella i reparti del generale Hadik si erano mossi in direzione di Torino;[9] la brigata Dedovich era impegnata con la testa della colonna di Moncey: le uniche altre forze disponibili erano quelle di Laudon e di Festemberg, circa 5600 tra fanteria e cavalleria, che avrebbero dovuto difendere il tratto da Sesto Calende e Pavia contro 30000 francesi. Vukassovich, giunto a Boffalora di persona per valutare le difese, fece costruire un ponte verso Sesto Calende per facilitare la ritirata delle truppe di Laudon.[10]
Lo scontro
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Con l'aiuto di un piccolo numero di imbarcazioni catturate in un ramo del Ticino, l'aiutante generale Girard si lanciò con pochi coraggiosi uomini sulla riva sinistra: supportato a poco a poco da un battaglione del 70° e protetto dalle batterie, che fecero saltare in aria i cinque pezzi di truppe austriache posizionati a difesa del passaggio, attaccò coraggiosamente la cavalleria di Festenberg, i cui squadroni, non osando addentrarsi in terreni frondosi dove la loro rovina sarebbe stata certa, attraversarono di nuovo il canale e ripiegarono su Turbigo.[7][11]

Gli austriaci evacuarono celermente la sponda del Ticino e si riorganizzarono per difendere il ponte di Turbigo sul Naviglio Grande, posto all'ingresso del centro abitato, realizzando diverse barricate su di esso.[12] Nel frattempo a Turbigo giunse il generale austriaco Laudon in persona, con numerosi rinforzi soprattutto di cavalleria. La sua posizione, sebbene formidabile, fu presto attaccata dalla divisione Monnier,[13] con la 70° semibrigata, che formava l'avanguardia e alla quale si erano uniti numerosi soldati della 72° semibrigata che avevano attraversato il fiume.
Gli austriaci persero 700 uomini in questa azione, 400 dei quali furono fatti prigionieri. Il generale Guénand, con la sua semibrigata, prese posizione di fronte a Turbigo. Gli austriaci tentarono diverse cariche di cavalleria per riprendere il controllo del ponte, ma tutte fallirono. Alla fine si contarono più di trecento caduti, tutti di cavalleria.[14] In questo frangente si misero in luce il cittadino Jacques Baptiste Louis Morin, che ferito al braccio, fu promosso sul campo dallo stesso Napoleone a "capo squadrone di cavalleria",[15][16] e il cittadino Jean-Pierre Lanabère.[17]
Solo alle dieci di sera il villaggio di Turbigo,[13] completamente bruciato,[14] cadde definitivamente in mano alle truppe francesi. La notte e la fatica non permisero subito ai francesi di inseguire il nemico in ritirata verso Milano. Turbigo fu rastrellata casa per casa per tutta la notte per estinguere le ultime resistenze austriache che avevano occupato tutto il centro abitato.
Conclusione
[modifica | modifica wikitesto]Il 1º giugno Napoleone arrivò a Turbigo.[18] Al mattino presto, quando si trova ancora a Novara, scrisse al generale Lannes, informandolo della vittoria sul Ticino.[19] Dopo aver passato la notte a Turbigo, Napoleone ricevette buone notizie.[20] Infatti, già dal giorno precedente, Murat e Boudet avevano attraversato il TIcino a Boffalora e preso la strada per Milano, provando ad inseguire il nemico. Murat fece una marcia forzata per raggiungere Vukassovich, fuggito in direzione del capoluogo lombardo con due battaglioni ed intenzionato a raggiungere Cassano d'Adda. All'arrivo dei francesi, a Milano, erano rimasti solo 2800 uomini di guarnigione al castello della città: il capoluogo lombardo si arrese senza il minimo spargimento di sangue e senza combattimenti.[21]
Alle 2 del pomeriggio, Napoleone con i consiglieri Petiet e Bourrienne, partì in carrozza per entrare trionfalmente a Milano.[20]
Curiosità
[modifica | modifica wikitesto]Per i fatti d'arme che si svolsero a Turbigo in quel periodo del 1800, i francesi rinominarono una via a Parigi come "Rue de Turbigo".[22]
Inoltre, nella cittadina è tuttora presente un museo che raccoglie informazioni e reperti sui fatti relativi al passaggio del Ticino da parte dell'armata francese.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Botta, p. 424.
- ^ Jomini XVI, pp. 206-207.
- ^ Hugo, pp. 124-125.
- ^ Dumas, pp. 104-105.
- ^ Coppi, pp. 396-397.
- ^ a b Jomini XVI, p. 208.
- ^ a b Hugo, p. 125.
- ^ a b (EN) Robert Firth, Beat the Drum Slowly, eBookIt.com, 2013-02, ISBN 978-1-4566-0840-8. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- ^ Hugo, p. 123.
- ^ Jomini XVI, pp. 207-208.
- ^ Jomini XVI, pp. 208-209.
- ^ (FR) Histoire des batailles, sièges et combats des français, depuis 1792 jusqu'en 1815, Blanchard, 1818, p. 140. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- ^ a b (FR) Journal de Francfort: avec privilege de Sa Majesté impériale ..., 1800. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- ^ a b Il corriere milanese, dallo stampatore Luigi Veladini in contrada S. Radegonda, 1800. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- ^ Panckoucke, p. 36.
- ^ (FR) Généalogie de Jean Baptiste Louis MORIN, su Geneanet. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- ^ (FR) Le général Lanabère - 1770-1812, su La Sabretache, 28 aprile 2014. URL consultato il 29 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 febbraio 2020).
- ^ (FR) Aristide Michel Perrot, Itineraire general de Napoleon, chronologie du consulat et de l'empire (etc.), Martinon, 1846. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- ^ Bollettino n. 5389 "Correspondance générale de Napoléon Bonaparte" in Tome III : Pacifications, 1800-1802, Fayard, 2015, ISBN 978-2-213-69393-4, OCLC 1073884454. URL consultato il 4 marzo 2020.
- ^ a b Napoléon Bonaparte - 2 ème campagne d'Italie - Tranié et Carmignani, su en.empirecostume.com. URL consultato il 27 febbraio 2020.
- ^ Jomini XVI, p. 210.
- ^ (FR) Thierry Van de Leur, PARISIS CODE - TOME 1, Lulu.com, 3 aprile 2013, ISBN 979-10-91289-02-3. URL consultato il 29 febbraio 2020.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Carlo G. G. Botta, Storia d'Italia dal 1789 al 1814, Parigi, 1824, ISBN 9-788-82810116-1.
- Antonio Coppi, Annali d'Italia dal 1750, Volume 2, Stamperia de Romanis, 1824.
- Mathieu Dumas, Cenno su gli avvenimenti militari, ovvero saggi storici sulle campagne dal 1799 al 1814 del conte M. Dumas: Campagna del 1800., vol. 3, Napoli, Stabilimento letterario-tipografico dell'Ateneo, 1832.
- (FR) Édouard Gachot, La deuxième Campagne d'Italie (1800), Parigi, 1899.
- (FR) Abel Hugo, France militaire. Histoire des l'armées françaises de terre et de mer de 1792 a 1833., vol. 3, Parigi, Delloye, 1833.
- (FR) Antoine Henri Jomini, Campagne de 1800 - Première Période, in Histoire critique et militaire des guerres de la Révolution, vol. 16, Parigi, Chez Anselin et Pochard, 1824.
- Paolo Mira, 1859. Passaggio e combattimento a Turbigo delle truppe franco-sarde, in “Bollettino Storico per la Provincia di Novara”, Società Storica Novarese, anno C - 2009, semestre n. 1.
- (FR) Charles-Louis-Fleury Panckoucke, Victoires, conquêtes, désastres, revers et guerres civiles des Français de 1792 à 1815, vol. 19, Parigi, C. L. F. Panckoucke Éditeur, 1819.
- Daniele Solivardi, Turbigo 31 maggio 1800 - Una vittoria di Napoleone I, Turbigo, Associazione Risorgimentale Turbigo 3 giugno 1859, 2023.
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (FR) Antoine-Claire Thibaudeau, Histoire Générale de Napoléon Bonaparte: De Sa Vie Privée Et Publique, Ponthieu et Comp., 1828. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- (FR) Galeries historiques de Versailles, publiées ... par Ch. Gavard ... Galerie Napoléon, etc. (Palais de Versailles. Galeries Napoléon, etc. [A series of plates, with descriptive letterpress, and an historical notice on Versailles.], 1838. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- (FR) Journal de Francfort: avec privilege de Sa Majesté impériale ..., 1800. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- (FR) Claude Merle, TURBIGO, su histoire-de-guerre.net. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- (FR) Galeries historiques du palais de Versailles, Imprimerie de Fain et Thunot, 1842. URL consultato il 29 febbraio 2020.
- Storia Di Napoleone Bonaparte scritta da un Italiano adorna di incisioni, 1838. URL consultato il 29 febbraio 2020.
