Colpo di Stato in Iran del 1921
| Colpo di Stato in Iran del 1921 | |||
|---|---|---|---|
| Data | 21 febbraio 1921 | ||
| Luogo | Iran | ||
| Causa | Malcontento verso la Dinastia Qajar al potere | ||
| Esito | Riuscita del colpo di Stato | ||
| Schieramenti | |||
| |||
| Comandanti | |||
| Voci di colpi di Stato presenti su Wikipedia | |||
Il colpo di Stato in Iran del 1921, noto in Iran come colpo di Stato del 3 Esfand 1299 (in persiano کودتای ۳ اسفند ۱۲۹۹, con riferimento alla data secondo il calendario persiano), ebbe luogo il 21 febbraio 1921 e rappresentò l'evento centrale che avrebbe portato di lì a pochi anni alla deposizione della dinastia Qajar, al potere in Iran dal 1794, e all'istituzione della dinastia Pahlavi come casa regnante del paese.
Gli eventi iniziarono con un colpo di Stato operato dalla Brigata cosacca persiana del colonnello Reza Pahlavi[1]: gli uomini di Pahlavi si assicurarono rapidamente e con poco spargimento di sangue il controllo della capitale Teheran. Il livello preciso del coinvolgimento del Regno Unito nel colpo di Stato rimane oggetto di dibattito storico, ma è quasi certo che il generale Edmund Ironside, comandante delle forze britanniche stanziate in Iran, abbia fornito sostegno ai cospiratori[2][3][4]. I golpisti costrinsero alle dimissioni il governo del primo ministro Fathollah Khan Akbar e lo sostituirono con un esecutivo guidato da Zia ol Din Tabatabaee, per quanto Reza Pahlavi si affermasse ben presto come l'uomo forte del paese: nominato comandante in capo delle forze armate, nei mesi seguenti Reza Pahlavi lanciò una serie di azioni militari di successo per eliminare i movimenti separatisti e dissidenti a Tabriz, Mashhad e Gilan, riportando l'ordine nel paese dopo gli sconvolgimenti causati dalla prima guerra mondiale.
Antefatti
[modifica | modifica wikitesto]All'inizio del XX secolo, l'Iran stava attraversando un periodo di forti turbolenze interne. La dinastia Qajar al potere nel paese, un tempo florida, era ormai considerata come corrotta e inefficiente[5]. Benché ricco di giacimenti di petrolio appena scoperti e sfruttati, il paese dipendeva fortemente da Regno Unito e Impero russo per il sostegno militare ed economico: l'influenza di queste due potenze sull'Iran risaliva ormai alla metà del XIX secolo, ed era stata concretizzata nell'accordo anglo-russo per l'Asia del 1907 con cui i governi di Mosca e Londra si erano fondamentalmente spartiti il territorio iraniano in due sfere di influenza reciproca; per sanare le sue finanze disastrate, il governo iraniano aveva dovuto accettare delle pesanti concessioni economiche a favore di russi e britannici[6].
La "rivoluzione costituzionale" del 1906 aveva segnato l'inizio di un'era di forte instabilità politica, con un miscuglio piuttosto caotico di nuove libertà concesse alla popolazione ma in un panorama di governi instabili che si succedevano uno dopo l'altro, destabilizzati da fazioni politiche contrapposte in parlamento e sulla stampa[6]. Il monarca regnante, Ahmad Shah Qajar, era salito al potere nel 1909 all'età di soli undici anni, ed era considerato dalla popolazione stessa come debole e incompetente[7], privo di una forte personalità e troppo incline a trascorrere il tempo in vacanza in Europa[6]. In questo clima, la situazione della sicurezza interna era rapidamente degenerata, e numerose rivolte e tentativi di insurrezione armata avevano preso piede nel paese: le forze armate iraniane si erano rivelate come inefficienti, fatto salvo per l'unità d'élite della Brigata cosacca persiana, creata e addestrata dai russi[8].
La prima guerra mondiale aveva aggiunto ulteriori squilibri: l'Iran si era affrettato a proclamarsi neutrale, ma il suo governo non aveva la forza per garantire il rispetto di questo proclama e il paese si era rapidamente trasformato in un campo di battaglia tra le forze russe e quelle ottomane[6]. Lo scoppio della Rivoluzione d'ottobre aveva posto fine al controllo dell'Impero russo sulla sua sfera di influenza di Iran, ma la nuova Russia bolscevica si era affrettata a esportare i suoi ideali anche nel vicino meridionale: nel maggio 1920 forze bolsceviche russe avevano appoggiato la creazione di una Repubblica Socialista Sovietica Persiana attorno a Rasht sulla costa del Mar Caspio, e alla fine del 1920 i rivoluzionari iraniani si stavano preparando a marciare su Teheran con una forza di guerriglieri di 1500 uomini tra Jangali, Curdi, Armeni e Azeri appoggiata dall'Armata Rossa dei bolscevichi russi. Questo fatto, insieme a vari altri disordini, ammutinamenti e rivolte in corso in varie zone del paese, creò un'acuta crisi politica nella capitale iraniana[9].
Il governo britannico era turbato dall'incapacità mostrata dal governo Qajar nell'amministrare in modo efficiente l'Iran[5]. Sullo sfondo di una lotta di potere tra Regno Unito e Russia bolscevica, in cui ciascuna nazione sperava di assicurarsi il controllo dell'Iran[10], il governo britannico aveva stipulato con Teheran un accordo nell'agosto 1919: concepito per rafforzare l'autorità del governo centrale iraniano assoggettandolo a una stretta tutela dei britannici, l'accordo fu accolto da forti proteste nazionalistiche nel paese e critiche sul piano internazionale, fallendo nel consolidare l'autorità della dinastia Qajar e anzi indebolendola ulteriormente[6]. Molti funzionari di Londra temevano che il prossimo ritiro delle forze militari britanniche stanziate in Iran, dovuto alla cessazione dell'intervento alleato nella guerra civile russa, avrebbe portato a un attacco alla capitale dei rivoluzionari locali spalleggiati dalla Russia bolscevica, e il Regno Unito andò quindi alla ricerca di un uomo forte che potesse assumere la guida del paese[11].
Il colpo di Stato
[modifica | modifica wikitesto]
Due personalità in particolare organizzarono e diressero gli eventi del golpe del febbraio 1921. La prima era quella di Zia ol Din Tabatabaee, un giovane e noto giornalista iraniano, di ideali riformisti e favorevole alle idee socialiste espresse da Aleksandr Fëdorovič Kerenskij in Russia; Tabatabaee godeva della fiducia del personale militare e diplomatico britannico di stanza a Teheran, e aveva già intessuto diverso legami semi-ufficiali con gli ambienti politici della capitale. La seconda era quella del colonnello Reza Pahlavi, un ufficiale di umili origini che aveva scalato i ranghi della Brigata cosacca persiana grazie ai suoi successi militari[11]; Reza Pahlavi si era messo in luce presso i britannici, che lo avevano ricompensato: il 14 gennaio 1921, poco più di un mese prima del golpe, il generale Edmund Ironside, comandante in capo delle forze britanniche in Iran, scelse di promuovere Reza Pahlavi, che all'epoca guidava il battaglione di stanza a Tabriz, a capo dell'intera brigata cosacca[1]; la nomina, preceduta di alcuni mesi dalla cacciata degli ufficiali russi della brigata disposta sempre da Ironside, avvenne al di fuori di qualsiasi autorizzazione del governo centrale iraniano [12]. Coinvolti nella cospirazione contro il governo in carica furono anche un altro ufficiale della Brigata cosacca che aveva già combattuto la fianco di Reza Pahlavi, il generale Ahmad Amir-Ahmadi, e due ufficiali della Gendarmeria iraniana, il maggiore Masʿūd Khan e il capitano Kāẓem Khan, di ideali politici riformisti e vicini a Tabatabaee. Il ruolo svolto da ciascun individuo nella preparazione del golpe non è chiarissimo, con Tabatabaee e Reza Pahlavi a rivendicare in seguito per sé soli il ruolo di unico ideatore del piano; probabilmente ebbero tutti uguale peso nella direzione degli eventi del febbraio 1921[11].
Parimenti dibattuto è il coinvolgimento del Regno Unito nel colpo di Sato. Tabatabaee si vantò di aver tratto in inganno i britannici sul trasferimento delle truppe della Brigata cosacca a Teheran e sul loro impiego per prendere il potere, e in effetti sembra che il personale militare britannico nella capitale venne preso di sorpresa dagli eventi. Rimane difficile negare tuttavia il coinvolgimento di diversi funzionari britannici nei fatti del golpe. Alcune settimane prima del colpo di Stato l'ambasciatore britannico a Teheran, Herman Norman, aveva caldeggiato presso il gabinetto del primo ministro Fathollah Khan Akbar il trasferimento a Teheran di 600 cosacchi provenienti dalla guarnigione di Qazvin, sotto il controllo di Reza Pahlavi, per rafforzare la sicurezza della capitale da attacchi dei bolscevichi. Il contingente della Brigata cosacca da trasferire a Teheran era stato poi incrementato in numero su insistenza del tenente colonnello Henry Smyth, assegnato alla brigata come consigliere militare; Smyth favorì inoltre i contatti tra la gendarmeria e le forze di Reza Pahlavi, facendo cooperare i due corpi. Il generale Ironside aveva espresso nei suoi diari il favore per un colpo di Stato e identificato in Reza Pahlavi l'uomo giusto per condurlo; probabilmente incoraggiò le mosse dei golpisti, pur senza essere informato sui dettagli del piano. Altri incoraggiamenti venivano dal governo dell'India britannica, che riteneva un errore la stipula dell'accordo anglo-iraniano del 1919 e caldeggiava invece l'insediamento a Teheran di un governo nazionalista moderato; l'agente segreto e rappresentate del governo indiano a Teheran Ardeshir Reporter, sostenitore del golpe, si attribuì nelle sue memorie il merito di aver introdotto Reza Pahlavi all'attenzione di Ironside. Sembra invece che il ministero degli esteri britannico non venne coinvolto negli eventi del colpo di Stato; lo stesso ambasciatore Norman sembra rimase all'oscuro sul vero scopo del trasferimento dei cosacchi di Reza Pahlavi a Teheran almeno fino a pochi giorni prima del golpe, quando fu informato del piano da Ironside[11][12].

Ad ogni modo, il 18 febbraio 1921 le truppe della Brigata cosacca si misero in marcia da Qazvīn e arrivarono a Teheran incontrando solo debole resistenza[8]. Alla guida di 2200 cosacchi e 100 gendarmi, Reza Pahlavi iniziò una serie di incontri con rappresentati dell'esecutivo, dello scià e dell'ambasciata britannica, proclamando la necessità di abbattere le élite corrotte al potere e di instaurare un governo forte che potesse contrastare la minaccia bolscevica sul paese; ripetuti ordini reali che gli ingiungevano di rientrare alla sua guarnigione vennero ignorati[11]. Il 21 febbraio i cosacchi di Reza Pahlavi entrarono nel centro di Teheran[13]: stando ad alcuni resoconti solo pochi poliziotti, colti di sorpresa, rimasero uccisi o feriti mentre cercavano di opporsi ai golpisti[13]. Gli storici divergono sul fatto se, consigliato dai britannici, il governo in carica ordinò effettivamente alle truppe ai suoi ordini di non opporsi ai cosacchi o se, semplicemente, i soldati iraniani si rifiutarono di combattere contro i golpisti[11].
Con la capitale in suo potere, Reza Pahlavi impose la legge marziale e ordinò l'arresto di diversi attivisti politici e membri dell'oligarchia cittadina; i locali pubblici furono chiusi, la stampa venne sospesa e le attività negli uffici governativi vennero interrotte. Il segretario dell'ambasciata britannica a Tehera, Walter Smart, si attivò personalmente per neutralizzare qualsiasi opposizione politica al golpe e tranquillizzare lo scià Ahmad Shah Qajar; i golpisti, del resto, presentarono la loro azione come diretta non contro lo scià ma contro l'oligarchia corrotta che aveva governato l'Iran negli ultimi decenni. Furono nominati governatori militari per Teheran e dintorni, e i governatori provinciali che non si sottomisero al nuovo potere furono sostituiti da ufficiali militari. Reza Pahlavi impose quindi allo scià Ahmad Shah Qajar lo scioglimento del gabinetto di governo di Fathollah Khan Akbar e la nomina di un nuovo esecutivo, guidato da Zia ol Din Tabatabaee come primo ministro con pieni poteri; Reza Pahlavi, promosso comandante in capo delle forze armate, ottenne la carica di ministro della guerra[11][12].
Conseguenze
[modifica | modifica wikitesto]
Il 26 febbraio 1921, appena cinque giorni dopo il colpo di Stato, il nuovo governo iraniano firmò un trattato di amicizia con la Russia bolscevica, da tempo in preparazione: in cambio della promessa dell'Iran di non sostenere i movimenti controrivoluzionari dell'Armata bianca, la Russia rinunciò ai suoi diritti coloniali sull'Iran stabiliti ai tempi dell'Impero russo. Tabatabaee aveva in mente un vasto programma di riforme radicali dell'apparato statale e della società iraniane, ma il suo governo era composto da personalità poco esperte nella gestione delle questioni di Stato e rimase rapidamente senza appoggi; Tabatabaee cercò l'aiuto del Regno Unito per sostenere il suo piano di riforme, ma il ministero degli esteri di Londra non diede risposta alle sue richieste. Incapace di creare una forte base politica attorno a sé a causa della radicalità delle sue proposte, Tabatabaee si ritrovò ben presto circondato da nemici e senza appoggi: il 23 maggio 1921, a tre mesi dal golpe, Reza Pahlavi lo obbligò alle dimissioni e lo fece rimpiazzare nella carica di primo ministro dal più moderato Ahmad Qavam[11].
Reza Pahlavi stava nel frattempo riportando l'ordine del paese, consolidando la sua stretta sul potere. Dopo che Qavam fu nominato primo ministro, uno dei golpisti e ora capo della gendarmeria, il colonnello Mohammad Taghi Pessian, si oppose al nuovo ordine e all'erosione dei principi democratici per i quali lui e molti dei suoi concittadini iraniani avevano combattuto: lasciata Teheran, si mise a capo di un esercito ribelle e affrontò in battaglia gli eserciti di diversi governatori regionali. Tuttavia, i ribelli furono alla fine sconfitti e Reza Pahlavi ordinò che Pessian fosse decapitato e che la sua testa fosse messa in mostra a Teheran[5]. Il trattato di amicizia tra Russia e Iran lasciò senza aiuti la Repubblica Socialista Sovietica Persiana, e all'inizio di luglio 1921 la Brigata cosacca lanciò una campagna per sopprimerla: pacificata la regione di Mazandaran, le truppe si spostarono nel Gilan e, il 20 agosto, i rivoluzionari iraniani abbandonarono la loro capitale Rasht ritirandosi verso Enzeli. I cosacchi entrarono a Rasht il 24 agosto, e la Repubblica socialista giunse ufficialmente al termine nel settembre del 1921[13].
I successi militari consolidarono la posizione di Reza Pahlavi: nel 1923 divenne primo ministro e, approfittando dell'impopolarità del parlamento a causa dei continui litigi che lo contraddistinguevano, eliminò rapidamente gli ostacoli alla sua piena presa del potere. Dopo aver ipotizzato una svolta del paese in senso repubblicano a modello della Turchia di Mustafa Kemal Atatürk, svolta avversata però dal clero religioso, Reza Pahlavi manovrò invece per assumere la corona: il 31 ottobre 1925 un parlamento completamente assoggettato dichiarò la fine del regno Ahmad Shah Qajar e, nel dicembre seguente, un'assemblea costituente conferì il titolo di scià allo stesso Reza Pahlavi, portando alla nascita della dinastia Pahlavi[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Ghanī, p. 147.
- ^ Cambridge History of Iran, pp. 210, 219–220.
- ^ Keddie, p. 313.
- ^ Katouzian, p. 538.
- ^ a b c (EN) The Iranian History 1921 AD, su fouman.com (archiviato dall'url originale il 3 novembre 2010).
- ^ a b c d e f (EN) Ehsan Yarshater, THE QAJAR DYNASTY (1779-1924), su iranicaonline.org. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ (EN) History of Iran: Qajar Dynasty, su iranchamber.com. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ a b (EN) History of Iran: Pahlavi Dynasty, su iranchamber.com. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ Abrahamian, pp. 116–117.
- ^ (EN) New Great War Episode: Persian Coup D'Ètat February 1921, su realtimehistory.net. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ a b c d e f g h (EN) Niloofar Shambayati, COUP D'ETAT OF 1299/1921, su iranicaonline.org. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ a b c (EN) Stephanie Cronin, Great Britain v. British influence during the Reżā Shah period, 1921-41, su iranicaonline.org. URL consultato il 5 settembre 2025.
- ^ a b c Katouzian, pp. 242–267.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Ervand Abrahamian, Iran Between Two Revolutions, Princeton University Press, 1982, ISBN 0691053421.
- William Bayne Fisher, P. Avery, G. R. G Hambly, C. Melville, The Cambridge History of Iran, vol. 7, Cambridge, Cambridge University Press, 1991, ISBN 978-0-521-20095-0.
- Sīrūs Ghanī, Iran and the Rise of the Reza Shah: From Qajar Collapse to Pahlavi Power, I.B.Tauris, 2001, ISBN 978-1-86064-629-4.
- Homa Katouzian, The 1921 Coup, in State and Society in Iran: The Eclipse of the Qajars and the Emergence of the Pahlavis, Londra, Tauris, 2006, ISBN 1845112725.
- Homayoun Katouzian, Nationalist Trends in Iran, 1921–1926, in International Journal of Middle East Studies, vol. 10, n. 4, 1978, pp. 533–551.
- Nikki R. Keddie, Class Structure and Political Power in Iran since 1796, in Iranian Studies, vol. 11, n. 1/4, 1978, pp. 305–330, JSTOR 4310304.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul colpo di Stato in Iran del 1921
| Controllo di autorità | LCCN (EN) sh2003009365 · J9U (EN, HE) 987007566436405171 |
|---|
