Codex Petropolitanus (Nuovo Testamento)

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Onciale 041
Manoscritto del Nuovo Testamento
NomePetropolitanus
SimboloΠ
Testovangeli
DatazioneIX secolo
Scritturagreca
RitrovamentoMosca
ConservazioneBiblioteca nazionale russa
Editio princepsTischendorf, 1859
Dimensione145 x 105 mm
Tipo testualebizantino
CategoriaV

Il Codex Petropolitanus (numerazione Gregory-Aland: Π o 041; von Soden: ε 73) è un manoscritto onciale del Nuovo Testamento, datato paleograficamente al IX secolo.

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Il codice è composto da 350 fogli di pergamena di 145 per 105 mm. Il testo è disposto su una colonna per pagina e 21 linee per colonna.[1] Le lettere onciali sono piccole, con spirito aspro, spirito dolce e accenti.[2]

Il codice contiene il testo quasi completo dei quattro vangeli canonici, con alcune lacune (Matteo 3,12-4,17; 19,12-20,2; Luca 1,76-2,18; Giovanni 6,15-35; 8,6-39; 9,21-10,3). Il testo di Marco 16,18-20 e quello di Giovanni 21,22-25 fu aggiunto in scrittura minuscola nel XII secolo. Giovanni 5,4 e 7,53-8,11 (la pericope dell'adultera) sono segnati da asterischi.[2]

Critica testuale[modifica | modifica wikitesto]

Il testo greco del codice è rappresentativo del tipo testuale bizantino ed è in stretta relazione col Codex Alexandrinus.[3] Assieme al Codex Cyprius appartiene alla Famiglia Π.[4] Kurt Aland lo collocò nella Categoria V.[1]

Vangelo secondo Luca 9,55-56[5]:

στραφεις δε επετιμησεν αυτοις και ειπεν, Ουκ οιδατε ποιου πνευματος εστε υμεις; ο γαρ υιος του ανθρωπου ουκ ηλθεν ψυχας ανθρωπων απολεσαι αλλα σωσαι
ma Egli si girò e li rimproverò e disse: "Voi non sapete in che tipo di spirito siete; poiché il Figlio dell'Uomo non è venuto a distruggere le vite degli uomini ma per salvarle".
come nei codici Codex Cyprius 1079 1242 1546 (la f1 omette γαρ, Θ e f13 omettono υμεις e γαρ)[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il manoscritto appartenne alla famiglia Parodi di Smyrna; fu acquistato da Konstantin von Tischendorf nel 1859.[2]

Il codice è conservato alla Biblioteca nazionale russa (manoscritto greco numero 34).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Kurt Aland e Barbara Aland, The Text of the New Testament: An Introduction to the Critical Editions and to the Theory and Practice of Modern Textual Criticism, traduzione Erroll F. Rhodes, William B. Eerdmans Publishing Company, Grand Rapids, Michigan, 1995, p. 118.
  2. ^ a b c Caspar René Gregory, Textkritik des Neuen Testaments, Leipzig 1900, vol. 1, p. 92.
  3. ^ Bruce Metzger, Bart Ehrman, The Text of the New Testament: Its Transmission, Corruption, and Restoration, Oxford University Press, 2005, pp. 83-84.
  4. ^ Silva Lake, Family Π and the Codex Alexandrinus. The Text According to Mark, Londra 1937.
  5. ^ Lc 9,55-56, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ UBS3, p. 248.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • K. Tischendorf, Notitia editionis codicis Bibliorum Sinaitici, pp. 51 f.
  • Silva Lake, Family Π and the Codex Alexandrinus: The Text According to Mark, S & D V (London 1937).
  • J. Greelings, Family Π in Luke, S & D XXII (Salt Lake City, 1962).
  • R. Champlin, Family Π in Matthew, S & D XXIV (Salt Lake City, 1964).
  • Wilhelm Bousset, Die Gruppe K, Π (M) in den Evangelien, in Textkritische Studien zum Neuen Testament, T & U 114 (Leipzig, 1894), pp. 111-135.

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