Club Atlético Osasuna

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CA Osasuna
Calcio
Los Rojillos, Gorritxoak (EU) (Rossi), CAO
Segni distintivi
Uniformi di gara
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Casa
Manica sinistra
Manica sinistra
Maglietta
Maglietta
Manica destra
Manica destra
Pantaloncini
Pantaloncini
Calzettoni
Calzettoni
Trasferta
Colori sociali Rosso, blu
Dati societari
Città Pamplona
Nazione Bandiera della Spagna Spagna
Confederazione UEFA
Federazione RFEF
Campionato Primera División
Fondazione 1920
Presidente Bandiera della Spagna Luis Sabalza Iriarte
Allenatore Bandiera della Spagna Jagoba Arrasate
Stadio El Sadar
(23 576 posti)
Sito web www.osasuna.es
Palmarès
Stagione in corso
Si invita a seguire il modello di voce

Il Club Atlético Osasuna, meglio noto come Osasuna, è una società calcistica spagnola con sede nella città di Pamplona, nella regione della Navarra. Milita nella Primera División, la massima serie del campionato di calcio spagnolo.

Fondato nel 1920, ha come colori sociali il rosso per la maglia e il blu scuro per i pantaloncini. I suoi calciatori sono detti Los Rojillos. Gioca le partite di casa allo stadio El Sadar, che può contenere 23.576 spettatori.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Fondazione ed esordi[modifica | modifica wikitesto]

La fondazione dell'Osasuna risale al 1920. Ci sono dubbi sulla data esatta, ma le cronache dell'epoca si riferiscono a un mercoledì di novembre. Il club nacque dall'unione di due squadre di Pamplona, il New Club e la Sociedad Sportiva. Le trattative per la fusione procedettero a lungo, non senza difficoltà, fino alla riunione definitiva che si tenne al Café Kutz, con la partecipazione di rappresentanti di entrambe le squadre.[1]

Per volontà del socio Benjamín Andoian Martínez, la nuova compagine prese il nome di Osasuna, parola che in lingua basca significa "forza", "salute", "vigore".[1] Il club giocò la prima partita contro una squadra di militari. La formazione era composta da Joaquín Rasero, Eduardo Aizpún, Urriza, Felipe Esparza, Néstor Aldabe, Txomin Meaurio, Víctor Idoate, Félix Azagra, Gaspar Moreno, Gorraiz e Francisco Altadill.[1]

Inizialmente tutte le partite disputate furono amichevoli, che però attirarono un numero sempre crescente di spettatori. Così, nel 1922, fu inaugurato il campo di San Juan. La partita inaugurale fu giocata contro l'Arenas Club de Getxo.[1]

Nel 1924 il club ingaggiò il primo allenatore straniero della sua storia, il tedesco Walter Gerbart.[1][2] Il 19 aprile dello stesso anno, l'Osasuna disputò un'amichevole internazionale ospitando gli argentini del Boca Juniors, protagonisti di una tournée in Europa[1].

Nel 1926, il centrocampista Seve Goiburu fu il primo giocatore dell'Osasuna a debuttare con la nazionale spagnola.[1] Nella stagione 1928-1929 la federazione calcistica spagnola organizzò un campionato suddiviso in tre categorie: Primera, Segunda e Tercera. L'Osasuna fu inserito in Tercera División. Concluse la sua prima stagione al terzo posto.[1] Nella stagione 1931-32, con Martín José Muguiro in panchina, la squadra ottenne la promozione in Segunda División.[3] Dopo il campionato, affrontò ai playoff per la promozione il Club Deportivo Nacional de Madrid e il Sabadell.

Prima promozione in Primera (1935) ed anni bellici[modifica | modifica wikitesto]

L'Osasuna consolidò la sua posizione nella seconda serie, arrivando a conquistare le semifinali di Coppa di Spagna (allora Coppa della Repubblica) nel 1935 e 1936. Nella stagione 1934-35 arrivò la prima storica promozione in Primera División. Il debutto in massima serie fu tuttavia amaro: il club navarro arrivò all'ultimo posto in classifica e fu subito nuovamente retrocesso.

Dal 1936 al 1939 il campionato fu interrotto a causa della Guerra civile spagnola. Alla ripresa delle attività calcistiche, l'Osasuna ripartì dalla Segunda División. In massima serie, il Real Oviedo aveva rinunciato a partecipare a causa dei danni subiti dallo stadio durante il conflitto. Le due squadre retrocesse nel 1936, Osasuna e Atlético Madrid, si sfidarono per decidere chi dovesse prendere quel posto in massima serie, e vinsero i madrileni (3-1).[3]

Nella stagione 1943-44 la squadra retrocesse in Tercera División dopo 9 stagioni trascorse tra la prima e la seconda serie. Si aprì così un periodo difficile dal punto di vista sia sportivo, sia economico per la società, che tornò in Segunda División solo nel 1949: qualificatasi al primo posto nel suo girone, venne eliminata ai playoff per la promozione ma fu ripescata in Segunda in seguito alla decisione della federazione di ampliare il numero di squadre del campionato.[4]

Ritorno in massima serie (1953-1962)[modifica | modifica wikitesto]

Nella stagione 1952-53 l'Osasuna ottenne la promozione in Primera División per la seconda volta nella sua storia[5], 18 anni dopo l'ultima volta. Anche la nuova esperienza si rivelò di breve durata: la squadra infatti retrocesse dopo un solo anno, con Tomás Arnanz in panchina. Due stagioni dopo, l'allenatore Baltasar Albéniz condusse il club al ritorno in massima serie vincendo il campionato. La nuova esperienza (la terza) in Primera fu questa volta più positiva, con la compagine navarra che riuscì a mantenere la categoria quattro stagioni di fila[5], arrivando addirittura al quinto posto finale nella stagione 1957-58.[5] Nel 1959-60, dopo una stagione in cui si alternarono tre allenatori, l'Osasuna concluse in ultima posizione e retrocesse in Segunda División. Tornò in massima serie dopo un solo anno, vincendo il campionato cadetto. In questo periodo i giocatori Ignacio Zoco e Félix Ruiz furono venduti al Real Madrid per la cifra al tempo record di sei milioni di pesetas[5][6].

Ritorno nelle serie inferiori e lenta risalita (1964-1979)[modifica | modifica wikitesto]

Il club rossoblù subì una nuova retrocessione nel 1962-1963, inaugurando un periodo difficile che vide la squadra salire e scendere più volte di categoria.

Il 2 settembre 1967 venne inaugurato il nuovo stadio El Sadar, un impianto all'avanguardia per l'epoca, con una capacità di 25.000 spettatori[7][8]. Proprio la stagione di esordio del nuovo impianto sportivo vide il club in Tercera División dopo quasi vent'anni dall'ultima apparizione nella categoria.

Nuovamente promosso l'anno seguente, tornò in Tercera nel 1970, alternando una serie di alti e bassi che porteranno il team a vincere il campionato di terza serie per ben tre volte fra il 1972 ed il 1977.

Consolidamento nella Liga ed esordio in Europa (1980-1993)[modifica | modifica wikitesto]

L'Osasuna si riaffacciò nuovamente in Primera División solo nel 1980, a venti anni dall'ultima apparizione nella massima categoria del calcio spagnolo.[7] La stagione di esordio 1980-1981 vide la squadra concludere il campionato con un soddisfacente undicesimo posto. Nel 1983 furono inaugurate le Instalaciones de Tajonar, strutture di allenamento dedicate alle giovanili, per sviluppare il potenziale dei giovani calciatori del club.[9]

La stagione 1984-1985, la quinta consecutiva in Primera, fu particolarmente soddisfacente per la compagine navarra, che concluse il campionato al sesto posto, qualificandosi per la prima volta alla Coppa UEFA. Il debutto europeo avvenne contro gli scozzesi del Rangers; i rossoblù passarono il primo turno perdendo 1-0 a Glasgow e ribaltando il risultato in casa grazie a una vittoria per 2-0. Il primo gol internazionale dell'Osasuna fu segnato da Patxi Rípodas.[9] Il percorso nella competizione terminò al turno successivo, con l'eliminazione patita per mano dei belgi del Waregem[10].

Nel 1987 furono ingrandite le strutture di allenamento del Tajonar e nel 1990 fu inaugurata la tribuna de Preferencia Alta dello stadio El Sadar, che aumentò la capienza di 4 000 posti.[9]

Un nuovo record venne stabilito nella stagione 1990-1991, con il raggiungimento di uno storico quarto posto in campionato (a tutt'oggi la posizione più alta raggiunta dalla squadra)[9]. Qualificatasi alla Coppa UEFA dell'anno successivo, la compagine navarra guidata da Pedro María Zabalza venne eliminata agli ottavi di finale dagli olandesi dell'Ajax, che avrebbero poi vinto il trofeo[10][11].

Secondo ciclo in Primera e record europei (1994-2013)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1993-1994 l'Osasuna concluse il campionato all'ultimo posto e retrocesse in Segunda División dopo ben quattordici anni consecutivi nella prima serie. La discesa in seconda divisione inaugurò un periodo di transizione per la squadra, che ritrovò la massima categoria solo al termine del campionato 1999-2000, concluso al secondo posto[12]. L'arrivo in panchina del messicano Javier Aguirre portò il club a salvarsi regolarmente in massima serie all'inizio degli anni 2000.[13]

Dopo aver raggiunto le semifinali nell'edizione 2002-2003, nella stagione 2004-2005 il club raggiunse per la prima volta la finale di Coppa di Spagna, persa per 2-1 ai tempi supplementari contro il Real Betis nella finale disputatasi allo stadio Vicente Calderón di Madrid[14]. Nonostante il quindicesimo posto in campionato (che valse comunque la quinta salvezza consecutiva), la qualificazione del Betis alla UEFA Champions League dell'anno seguente aprì ai rossoblù l'accesso ai preliminari di Coppa UEFA.

La stagione 2005-2006 vide l'Osasuna, allenato da Javier Aguirre, impegnato in Coppa UEFA per la terza volta nella sua storia. I navarri furono eliminati al primo turno dai francesi del Rennes, ma in campionato furono protagonisti di una stagione molto positiva, che terminarono al quarto posto, uguagliando il record stabilito nel 1990-1991. Il piazzamento consentì all'Osasuna di qualificarsi per la prima volta ai preliminari della UEFA Champions League.

Al terzo turno preliminare della UEFA Champions League 2006-2007 l'Osasuna, alla cui guida tecnica era subentrato José Ángel Ziganda[15], fu abbinato all'Amburgo. Dopo aver pareggiato per 0-0 in Germania, tedeschi superarono il turno grazie alla regola dei gol fuori casa, pareggiando per 1-1. Retrocessa in Coppa UEFA, la compagine navarra chiuse al secondo posto il proprio girone alle spalle del Parma. Nella fase a eliminazione diretta eliminò in serie il Bordeaux, il Rangers, e il Bayer Leverkusen. La semifinale vide la squadra opporsi ai connazionali del Siviglia, detentori del trofeo; i rossoblù si aggiudicarono la gara di andata per 1-0, ma persero per 0-2 al ritorno in trasferta, vedendo sfumare il sogno della finale.[16]

Caduta e risalita (dal 2014)[modifica | modifica wikitesto]

Dopo alcune stagioni coronate da tranquille salvezze, nel 2013-2014, avendo concluso il campionato in diciottesima posizione, la squadra retrocesse, tornando in Segunda División dopo quattordici stagioni consecutive trascorse nella massima serie.

Nella stagione successiva il club di Pamplona si piazzò diciottesimo in seconda serie, rischiando financo la retrocessione in Segunda División B, evitata per un solo punto. Nel 2015-2016 la squadra si piazzò al sesto posto in classifica, l'ultimo disponibile per accedere ai play-off per la promozione in Primera. Ai play-off eliminò il Gimnàstic de Tarragona e il Girona, ritornando così in Primera División.

La nuova esperienza nella massima serie fu, tuttavia, breve: nel 2016-2017 il club retrocesse a tre giornate dalla fine del torneo[17]. Al deludente ottavo posto nel campionato cadetto del 2017-2018 fece seguito una nuova promozione in massima serie, ottenuta vincendo il campionato di seconda divisione (evento che non accadeva da 58 anni) con tre giornate di anticipo[18]. La stagione 2019-2020 fu conclusa al decimo posto in campionato, a quattro punti dalla zona Europa League; prestigiosa fu la vittoria ottenuta al Camp Nou per 2-1 alla 37ª giornata di campionato, risultato che costrinse il Barcellona ad abbandonare definitivamente le velleità di vittoria del titolo. I piazzamenti a metà classifica furono replicati nelle annate seguenti. Nella Coppa del Re 2022-2023 l'Osasuna raggiunse dopo diciotto anni la finale, dove fu sconfitto dal Real Madrid per 2-1 allo stadio de la Cartuja di Siviglia; nella stessa annata il club riuscì a qualificarsi alla Conference League tramite il settimo posto in campionato. Il 4 luglio la UEFA esclude l'Osasuna dalle competizioni europee per corruzione, revocando poi la squalifica tre settimane più tardi. Nel turno di playoff il club di Pamplona manca la qualificazione alla fase ai gironi perdendo la doppia sfida con il Club Brugge.

Cronistoria[modifica | modifica wikitesto]

Cronistoria del Club Atlético Osasuna
  • 1920: dalla fusione di New Club e Sociedad Sportiva nasce il Club Atlético Osasuna
  • 1920-1928 - Attività a carattere regionale
  • 1928 - Prima partecipazione in Coppa del Re
  • 1928-29 - 7° in Tercera División
  • 1929-1930 - Attività a carattere regionale

Semifinali in Coppa della Repubblica
Semifinali in Coppa della Repubblica
  • 1936-39 - Campionato non disputatosi
  • 1939-40 - 2° nel gruppo II in Segunda División
Secondo posto in Copa Presidente FEF

  • 1940-41 - 5° nel gruppo I in Segunda División
  • 1941-42 - 6° nel gruppo II in Segunda División
  • 1942-43 - 4° nel gruppo II in Segunda División
  • 1943-44 - 13° in Segunda División Retrocesso in Tercera División
  • 1944-45 - 2° nel gruppo IV in Tercera División
  • 1945-46 - 5° nel gruppo IV in Tercera División
  • 1946-47 - 2° nel gruppo IV in Tercera División, 4° nel gruppo promozione
  • 1947-48 - 1° nel gruppo III in Tercera División, 3° nel gruppo I in fase intermedia
  • 1948-49 - 3° nel gruppo II in Tercera División Promosso in Segunda División
  • 1949-50 - 7° nel gruppo I in Segunda División




  • 1980-81 - 11° in Primera División
  • 1981-82 - 10° in Primera División
  • 1982-83 - 14° in Primera División
  • 1983-84 - 15° in Primera División
  • 1984-85 - 6° in Primera División
  • 1985-86 - 14° in Primera División
Eliminato ai sedicesimi di finale in Coppa UEFA
  • 1986-87 - 15° in Primera División
  • 1987-88 - 5° in Primera División
Semifinali in Coppa del Re
  • 1988-89 - 10° in Primera División
  • 1989-90 - 8° in Primera División

  • 1990-91 - 4° in Primera División
  • 1991-92 - 15° in Primera División
Eliminato agli ottavi di finale in Coppa UEFA

  • 2000-01 - 15° in Primera División
  • 2001-02 - 17° in Primera División
  • 2002-03 - 11° in Primera División
Semifinali in Coppa del Re
  • 2003-04 - 13° in Primera División
  • 2004-05 - 15° in Primera División
Finalista in Coppa del Re
Eliminato al primo turno in Coppa UEFA
Eliminato al terzo turno preliminare in Champions League
Semifinalista in Coppa UEFA


Eliminato nei play-off di UEFA Europa Conference League.

Colori e simboli[modifica | modifica wikitesto]

Colori[modifica | modifica wikitesto]

La squadra è tradizionalmente rappresentata da una uniforme di colore rosso, abbinata a pantaloncini blu.

Simboli ufficiali[modifica | modifica wikitesto]

Stemma[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma della squadra si ricollega a quello della città di Pamplona: sono in esso presenti infatti tanto i colori che su di esso compaiono (rosso e blu) quanto il leone raffigurati nell'emblema cittadino. Si nota inoltre una raffigurazione stilizzata delle catene d'oro, simbolo del Regno di Navarra. A sormontare lo stemma, la stessa corona ducale presente in quello della città (nonostante il club non vanti il titolo di Real).

In occasione del centenario dalla fondazione, nel 2019 il club ha annunciato l'introduzione di un nuovo stemma celebrativo della ricorrenza[19].

Strutture[modifica | modifica wikitesto]

Stadio[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Estadio El Sadar.

Dal 1967 la squadra disputa le proprie partite casalinghe nello stadio El Sadar (17.286 spettatori)[20].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Settore giovanile[modifica | modifica wikitesto]

L'Osasuna possiede una propria squadra giovanile, denominata Osasuna B, attualmente militante in Segunda División B, la terza serie del calcio spagnolo.

Allenatori e presidenti[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Allenatori del C.A. Osasuna.

Di seguito sono riportati gli allenatori del club[21]:

Allenatori

Calciatori[modifica | modifica wikitesto]

Le singole voci sono elencate nella Categoria:Calciatori del C.A. Osasuna.

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

1934-1935 (gruppo II), 1952-1953 (gruppo I), 1955-1956 (gruppo I), 1960-1961 (gruppo I), 2018-2019
1931-1932, 1947-1948, 1948-1949, 1968-1969, 1971-1972, 1974-1975, 1976-1977

Competizioni giovanili[modifica | modifica wikitesto]

2000-2001

Altri piazzamenti[modifica | modifica wikitesto]

Finalista: 2004-2005, 2022-2023
Semifinalista: 1935, 1936, 1987-1988, 2002-2003
Semifinalista: 2024
Secondo posto: 1939-1940 (gruppo II), 1999-2000
Terzo posto: 1979-1980
Vittoria play-off: 2015-2016
Secondo posto: 1944-1945, 1946-1947
Terzo posto: 1930-1931
Secondo posto: 1940
Semifinalista: 2006-2007

Partecipazione ai campionati e ai tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Campionati nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Il miglior piazzamento nella Liga è il quarto posto, ottenuto nelle annate 1990-91 e 2005-06.

Dalla stagione 1929-1930 alla 2021-2022 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai campionati nazionali:

Livello Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione Totale
Primera División 42 1935-1936 2023-2024 42
Segunda División 37 1934-1935 2018-2019 37
Tercera División 13 1928-1929 1976-1977 13

Tornei internazionali[modifica | modifica wikitesto]

Il miglior risultato raggiunto nei tornei internazionali è la semifinale raggiunta nella Coppa UEFA 2006-2007; risale a questa stagione l'unica partecipazione alla Champions League, che si è conclusa al terzo turno preliminare.

Alla stagione 2021-2022 il club ha ottenuto le seguenti partecipazioni ai tornei internazionali:

Categoria Partecipazioni Debutto Ultima stagione
Champions League 1 2006-2007
Coppa UEFA/UEFA Europa League 4 1985-1986 2006-2007
UEFA Europa Conference League 1 2023-2024

Statistiche nelle competizioni UEFA[modifica | modifica wikitesto]

Tabella aggiornata alla fine della stagione 2023-2024.

Competizione Partecipazioni G V N P RF RS
UEFA Champions League 1 2 0 2 0 1 1
Coppa UEFA/UEFA Europa League 4 26 11 7 8 30 22
UEFA Europa Conference League 1 2 0 1 1 3 4

Tifoseria[modifica | modifica wikitesto]

Gemellaggi e rivalità[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante una parte della sua tifoseria si dichiari indipendentista, è presente una rivalità fra l'Osasuna e l'Athletic Bilbao, causata dalla vicinanza geografica fra le due città[22][23]. Tradizionalmente molto sentite dalla tifoseria rosso-blu sono anche le partite contro il Real Madrid[24] ed il Real Saragozza[25] (gli scontri con quest'ultima squadra sono talvolta nominati Derby navarro-aragonese)[26].

Organico[modifica | modifica wikitesto]

Rosa 2023-2024[modifica | modifica wikitesto]

Aggiornata al 2 febbraio 2024.

N. Ruolo Calciatore
1 Bandiera della Spagna P Sergio Herrera
2 Bandiera della Spagna D Nacho Vidal
3 Bandiera della Spagna D Juan Cruz
4 Bandiera della Spagna D Unai García
5 Bandiera della Spagna D David García
6 Bandiera della Spagna C Lucas Torró
7 Bandiera della Spagna C Jon Moncayola
8 Bandiera della Serbia C Darko Brašanac
10 Bandiera della Spagna D Aimar Oroz
11 Bandiera della Spagna A Kike Barja
12 Bandiera della Spagna D Jesús Areso
13 Bandiera della Spagna P Aitor Fernández
N. Ruolo Calciatore
14 Bandiera della Spagna C Rubén García
15 Bandiera della Spagna D Rubén Peña
16 Bandiera della Spagna A Moi Gómez
17 Bandiera della Croazia A Ante Budimir
19 Bandiera della Spagna C Pablo Ibáñez
20 Bandiera della Spagna C José Arnáiz
22 Bandiera della Colombia D Johan Mojica
23 Bandiera della Spagna D Raúl García
24 Bandiera della Spagna D Alejandro Catena
28 Bandiera della Spagna D Jorge Herrando
34 Bandiera della Spagna C Iker Muñoz

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h (ES) Historia C.A. Osasuna - Años 20, su Osasuna.es. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2016).
  2. ^ (ES) Felix Monreal, Walter, el navarro de Alemania, in noticiasdenavarra.com, 24 gennaio 2016. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale l'11 settembre 2016).
  3. ^ a b (ES) Historia C.A. Osasuna - Años 30, su Osasuna.es. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 31 agosto 2016).
  4. ^ (ES) Historia C.A. Osasuna - Años 40, su Osasuna.es. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  5. ^ a b c d (ES) Historia C.A. Osasuna - Años 50, su Osasuna.es. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  6. ^ (ES) J. Hernández, Ignacio Zoco, leyenda de Real Madrid y Osasuna, su futbolprimera.es, 2 gennaio 2013. URL consultato il 23 febbraio 2020.
  7. ^ a b (ES) Historia C.A. Osasuna - Años 60, su Osasuna.es. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  8. ^ (ES) J. M. Jimeno Jurío, Historia de Pamplona y de sus lenguas, Txcalaparta, 1995, p. 231, ISBN 84-8136-017-1.
  9. ^ a b c d (ES) Historia C.A. Osasuna - Años 80, su Osasuna.es. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  10. ^ a b (EN) E. Pla Diaz, Club Atlético Osasuna - Games in European Cups, su rsssf.com. URL consultato il 23 febbraio 2020.
  11. ^ (ES) J. Iborra, El Ajax, un equipo que ligó su historia a Osasuna en 1991, in Diario de Navarra, 18 luglio 2013. URL consultato il 23 febbraio 2020.
  12. ^ (ES) D. Gomez, Los héroes del último ascenso, in Diario de Navarra, 18 giugno 2016. URL consultato il 23 febbraio 2020.
  13. ^ (ES) Historia C.A. Osasuna - Siglo XXI, su Osasuna.es. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  14. ^ Il Betis conquista la Coppa del Re, in UEFA.com, 12 giugno 2005. URL consultato il 23 febbraio 2020.
  15. ^ Ziganda nuovo tecnico dell'Osasuna, in La Gazzetta dello Sport, 22 maggio 2006. URL consultato il 25 febbraio 2020.
  16. ^ (ES) Historia C.A. Osasuna - Temporada 2006-2007, su Osasuna.es. URL consultato il 6 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2016).
  17. ^ Primo verdetto nella Liga: Osasuna retrocesso ufficialmente in Segunda Division | Goal.com
  18. ^ S. Vitetta, Festa Osasuna, il club spagnolo promosso in Liga con tre giornate d’anticipo, su calcioweb.eu, 21 maggio 2019. URL consultato il 25 febbraio 2020.
  19. ^ (ES) G. Velasco, Osasuna presenta el logo de su Centenario, in Marca, 11 dicembre 2019. URL consultato il 12 marzo 2020.
  20. ^ (ES) ESTADIO EL SADAR, su osasuna.es. URL consultato il 29 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 27 marzo 2021).
  21. ^ (EN) CA Osasuna » Storia Allenatore, in calcio.com. URL consultato il 5 agosto 2020.
  22. ^ (ES) J. Velasco, Historia de un desencuentro, in Marca, 30 marzo 2017. URL consultato il 29 febbraio 2020.
  23. ^ (ES) Osasuna y Athletic rivalizan en las redes sociales con la historia de los enfrentamientos entre ambos clubes, in Navarra.com, 16 febbraio 2020. URL consultato il 29 febbraio 2020.
  24. ^ (ES) A. Martin, Osasuna-Real Madrid: memorias de una rivalidad 'caliente', in AS, 9 febbraio 2020. URL consultato il 29 febbraio 2020.
  25. ^ (ES) Abraham: "Los Osasuna-Zaragoza se viven como un derbi desde siempre", in Diario de Navarra, 17 febbraio 2016. URL consultato il 29 febbraio 2020.
  26. ^ (ES) J. Garcia, Un derbi de Primera, in Sportaragon.com, 19 febbraio 2019. URL consultato il 29 febbraio 2020.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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