Cimiteri ebraici di Livorno

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Il cosiddetto Cimitero Nuovo
Cimitero ebraico dei Lupi

I cimiteri ebraici di Livorno costituiscono una delle più evidenti testimonianze della presenza, nella città labronica, di una numerosa comunità ebraica, tra le più importanti d'Italia.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Comunità ebraica di Livorno.

Sul finire del XVI secolo, nell'ottica del popolamento della nuova città di Livorno, il governo mediceo decretò una serie di agevolazioni in favore degli ebrei provenienti dalla penisola iberica. Queste norme, passate alla storia come "Leggi Livornine", portarono ad un rapido accrescimento della città. Nel 1601 gli ebrei erano 114, ma già nel 1633 passarono a 3300: nel 1808 erano quasi 5000.[2]

Il Campaccio[modifica | modifica wikitesto]

Inizialmente i membri della nazione ebrea venivano sepolti a sud della città, lungo la spiaggia nella zona dell'attuale via della Bassata. Con la legge "Livornina" del 1593 era stata data loro autorizzazione ufficiale a realizzare un cimitero. Successivamente, nel 1600 ottennero un terreno nelle aree esterne alla Fortezza Nuova (attuale via Pompilia): oggi scomparso, il vecchio cimitero era noto anche come Campaccio ed era privo di recinzione.[3]

Il Cimitero Nuovo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1694, il rapido incremento della comunità portò alla realizzazione del Cimitero Nuovo, in un lotto tra l'odierna via Garibaldi e via Galilei (si veda la voce stradario di Livorno). Fu attivo fino agli anni trenta del XIX secolo, quando fu interdetto a causa della vicinanza alla città, che ormai contava circa 70.000 abitanti. Un secolo più tardi l'area del cimitero fu espropriata, il cimitero fu smantellato e, nel secondo dopoguerra, qui fu costruito un vasto complesso scolastico. Alcune lapidi di pregevole fattura furono trasferite nel cimitero ebraico dei Lupi. Altri frammenti di lapidi, al momento della dismissione avvenuta dopo la promulgazione delle leggi razziali fasciste, furono impiegati come materiale da costruzione; nel 2011, durante la demolizione di alcune case popolari nei pressi di via della Padula, sono state rinvenute parti di tombe in marmo presumibilmente provenienti da questo luogo di sepoltura.[4]

Il cimitero di viale Ippolito Nievo[modifica | modifica wikitesto]

Il terzo cimitero sorse nei pressi della Barriera Garibaldi, proprio lungo la cinta daziaria della città (oggi viale Ippolito Nievo). Fu attivo dal 1840 al 1900 e, ancor oggi esistente, ospita numerosi monumenti funebri, quali i sepolcri di Elia Benamozegh, Israel Costa, delle famiglie Montefiore e Belforte, nonché la cappella della famiglia Attias. Risulta ricoperto da un'abbondante vegetazione a causa della scarsa manutenzione effettuata nel corso degli anni; sono tuttavia in programma opere di restauro, che al 2015 hanno portato al restauro del muro di cinta e del loggiato d'ingresso.[5]

Il cimitero dei Lupi[modifica | modifica wikitesto]

Mausoleo della famiglia Chayes nel cimitero ebraico dei Lupi

Dal 1901 è attivo un quarto cimitero in località Santo Stefano ai Lupi, tra il cimitero comunale e la linea ferroviaria che collega la stazione di Livorno Centrale con quella di Calambrone. Fu realizzato su progetto dell'architetto Adriano Padova e ospita alcuni sepolcri seicenteschi provenienti dagli antichi cimiteri scomparsi; la foggia dei monumenti sepolcrali del Seicento, peraltro, si ritrova anche in diverse tombe di protestanti all'interno dell'antico cimitero degli inglesi.[6] Il cimitero dei Lupi è ancora in uso e qui si trovano il mausoleo della famiglia Chayes e la tomba di Elio Toaff (1925 - 2015), rabbino capo della comunità ebraica di Roma.[7]

Nel 1964, con lo smantellamento del cimitero degli ebrei di Portoferraio che giaceva abbandonato da tempo, vi furono trasferite 33 tombe della fine del XVII secolo. Si tratta di piccole lapidi piramidali rettangolari con due facce, su una vi è una scritta in ebraico e sull'altra in spagnolo, essendo gli ebrei di provenienza spagnola e portoghese in seguito alla espulsione del 1492. Di un'iscrizione ebraica in buono stato del 1704 il professor Mauro Perani ha effettuato una traduzione in italiano in quanto il lato spagnolo non è leggibile.[8]

Tomba proveniente dal cimitero degli ebrei di Portoferraio all'isola d'Elba. Traduzione: Una donna di valore chi la troverà? Ben superiore alle perle è il suo valore! Pietra sepolcrale dell'anziana, onorata e modesta signora Dona Ester da Pisa il suo riposo sia nell'Eden, dipartita il giorno di lunedì 5 del mese di Cheshwan dell'anno 5465 (5 nov. 1704) Sia la sua anima legata nel fascio della vita.
Tombe provenienti dal cimitero degli ebrei di Portoferraio all'isola d'Elba

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Bedarida, Gli Ebrei a Livorno, Livorno 2006; L. Frattarelli Fischer, Vivere fuori dal ghetto. Ebrei a Pisa e Livorno (secolo XVI-XVIII), Torino 2008.
  2. ^ G. Panessa, O. Vaccari, Livorno. Il primato dell'immagine, Livorno 1992, p.58.
  3. ^ S. Villani, Alcune note sulle recinzioni dei cimiteri acattolici livornesi in "Nuovi studi livornesi" - Vol. 11 (2004), p. 44.
  4. ^ Il Tirreno, Case popolari costruite con tombe ebraiche, su iltirreno.gelocal.it. URL consultato il 23 agosto 2018.
  5. ^ Il Tirreno, Il cimitero ebraico torna agli antichi splendori, su iltirreno.gelocal.it. URL consultato il 12 gennaio 2015.
  6. ^ Si rimanda a L.M. Lillie, "Under all the eyes of the christian world": comunità e identità nell'antico cimitero degli inglesi di Livorno, in M. Giunti e G. Lorenzini (a cura di), Un archivio di pietra, l'antico cimitero degli inglesi di Livorno. Note storiche e progetti di restauro, Ospedaletto (Pisa), Pacini Editore, 2013.
  7. ^ Il Tirreno, Folla commossa per l'addio al rabbino Toaff, su iltirreno.gelocal.it. URL consultato il 20 aprile 2015.
  8. ^ Michele Sacerdoti, Alla ricerca della comunità ebraica di Portoferraio sulle orme di Alfonso Preziosi, a dieci anni dalla morte (PDF), su msacerdoti.it. URL consultato il 23 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • G. Bedarida, Gli Ebrei a Livorno, Livorno 2006.
  • L. Frattarelli Fischer, Vivere fuori dal ghetto. Ebrei a Pisa e Livorno (secolo XVI-XVIII), Torino 2008.
  • A. Morpurgo, Il cimitero ebraico in Italia. Storia e architettura di uno spazio identitario, Macerata, Quodlibet 2012.
  • G. Panessa, M.T. Lazzarini, La Livorno delle Nazioni. I luoghi della memoria, Livorno 2006.
  • G. Panessa, O. Vaccari, Livorno. Il primato dell'immagine, Livorno 1992.
  • G. Piombanti, Guida storica ed artistica della città e dei dintorni di Livorno, Livorno 1903.
  • M. Giunti e G. Lorenzini (a cura di), Un archivio di pietra: l'antico cimitero degli inglesi di Livorno. Note storiche e progetti di restauro, Ospedaletto (Pisa), Pacini Editore, 2013.
  • S. Villani, Alcune note sulle recinzioni dei cimiteri acattolici livornesi, in "Nuovi studi livornesi", Vol. 11 (2004), p. 35-51.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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