Chiesa ortodossa di Sant'Acacio martire

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Chiesa di Sant'Acacio martire
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Calabria
LocalitàCrotone
IndirizzoDiscesa Fosso, 15
Coordinate39°04′55.84″N 17°07′51.09″E / 39.082178°N 17.130858°E39.082178; 17.130858
Religionecristiana ortodossa rumena
Titolare
Diocesieparchia ortodossa rumena d'Italia
Consacrazione
  • 1578 (come chiesa del Santissimo Salvatore)
  • 2015 (come chiesa di Sant'Acacio martire)
Inizio costruzioneXVI secolo
CompletamentoXVI secolo
Sito webSito ufficiale

La chiesa ortodossa di Sant'Acacio martire è un edificio religioso situato nel cuore del centro storico di Crotone, nelle immediate vicinanze della villa comunale, del castello di Carlo V e del palazzo Barracco. Nota dal 1578 al 1975 come chiesa del Santissimo Salvatore, dove le funzioni liturgiche seguivano il rito romano della chiesa cattolica, ad oggi è il principale luogo di culto di riferimento per la locale comunità rumena ortodossa di rito bizantino[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa del Santissimo Salvatore venne eretta per la prima volta nell'agosto 1578, ottenendo la dignità parrocchiale per volere del vescovo Cristóbal Berrocal[2]; destinata in origine a sostituire il titolo precedente di San Nicola dei Greci[3], la parrocchia venne inclusa nel processo di riforma portato avanti dal vescovo Juan López nell'ottobre 1596, che portò il numero delle parrocchie in città da dodici a cinque a causa dello spopolamento – di cui si hanno notizie certe datate almeno fino al 1602[1] – che interessò l'intero tessuto urbano crotonese[2].

Nel 1783 l'edificio venne ricostruito ex novo in quanto parte di esso rimase gravemente lesionato a causa del violento terremoto che colpì in quell'anno la Calabria[4].

Sconsacrata nel 1975[5], la chiesa riaprì al culto con rito ortodosso nel marzo 2015[6]. Nello stesso anno la curia arcivescovile si fa carico di alcuni lavori di ristrutturazione[6].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa si presenta a navata unica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b La Chiesa del Santissimo Salvatore di Crotone, su ciaocrotone.it. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  2. ^ a b Andrea Pesavento, Le parrocchie di Crotone tra il Cinquecento ed il Seicento, su archiviostoricocrotone.it. URL consultato il 23 febbraio 2023.
  3. ^ Così chiamata per via del folto numero di albanesi di rito greco-cattolico che risiedevano in città per eseguire i lavori di ricostruzione delle fortificazioni alla metà del XVI secolo, cfr. Fulvio Mazza, Crotone. Storia, cultura, economia, Soveria Mannelli, Rubbettino, 1992, p. 215. ISBN 978-88-728-4121-1
  4. ^ Crotone, l'anima magnogreca della città di Pitagora, su calabriastraordinaria.it. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  5. ^ Parrocchia del SS. Salvatore di Crotone, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 24 febbraio 2023.
  6. ^ a b Il rito ortodosso si celebra anche a Crotone, su crotonenews.com, 27 settembre 2015. URL consultato il 24 febbraio 2023.

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