Chiesa di Santa Maria del Priorato (Roma)

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Chiesa di Santa Maria del Priorato
La facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°53′00.02″N 12°28′38.68″E / 41.88334°N 12.47741°E41.88334; 12.47741
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria
Diocesi Roma
ArchitettoGiovanni Battista Piranesi
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzioneX secolo
Completamento1765
Sito webwww.ordinedimaltaitalia.org/gran-priorato-di-roma

La chiesa di Santa Maria del Priorato, già denominata Santa Maria in Aventino,[1] è un luogo di culto cattolico situato all'interno della villa del Priorato di Malta, nel rione Ripa di Roma; come l'intero complesso gode del diritto di extraterritorialità e rientra all'interno del territorio della parrocchia di Santa Prisca.[2]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Intorno all'anno 939, Alberico, principe dei Romani, trasformò il suo palazzo, sull'estremità meridionale dell'Aventino, in un monastero di monaci benedettini, monastero che fiorì specialmente nel X e XI secolo; la chiesa era originariamente dedicata a san Basilio.[3] Nel XII secolo divenne proprietà dell'ordine dei cavalieri templari cui subentrarono, nel 1312, i cavalieri gerosolimitani che dedicarono la chiesa alla Madonna e lasciarono il convento intatto; sotto il pontificato di papa Paolo II, nel terzo quarto del XV secolo; nel XVI secolo, fu oggetto di restauri.[4]

L'intero complesso venne radicalmente ristrutturato in forme barocche per volere del cardinale Giovanni Battista Rezzonico tra il 1764 e il 1765, su progetto di Giovanni Battista Piranesi.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esternamente, la chiesa è caratterizzata dalla facciata a capanna barocca, riccamente decorata da rilievi scultorei con riferimenti alla famiglia Rezzonico e all'Ordine di Malta; al centro, il rosone circolare, inquadrato fra due coppie di lesene scanalate che idealmente sorreggono il timpano triangolare di coronamento.[4]

Interno

Internamente, la chiesa presenta una struttura a croce latina, con abside semicircolare, transetto poco pronunciato e navata unica coperta con volta a botte lunettata, lungo la quale si aprono tre grandi nicchie per lato.[5] Il progetto iconografico, realizzato con grande cura e raffinatezza, ripete dappertutto - dalla piazza esterna alla chiesa agli arredi del giardino - elementi simbolici come il serpente, la nave, la croce, e poi armi ed emblemi militari che ricordano la storia militare dell'Ordine di Malta. La decorazione interna integra la fantasia barocca e controriformista con le memorie classiche diffuse ovunque, a cominciare dal monumento funebre del Piranesi realizzato nel 1780 dallo scultore Angelini, situato nella seconda nicchia di destra della navata, dove il celebre architetto viene raffigurato a figura intera, togato, con in mano alcuni fogli di disegni, appoggiato ad un'erma che reca incisi gli attrezzi dell'incisore e che avrebbe grande somiglianza, nell'aspetto, con il Piranesi.[6] Nella terza nicchia di sinistra, vi è un antico altare marmoreo scolpito a bassorilievo, databile al tempo di papa Niccolò I (metà del IX secolo)[4] che presenta l'iscrizione in latino sulla cornice del timpano dello stesso: † HIC RECONDITVM EST CAPVT S. SAVINI SPOLITINI EPI. ET MAR. EX COSTA S. CAESAREI M. † ET SANGVINEM SCI SEBASTIANI MAR. ET RELIQVIE SCI ABUNDI MAR. † ET RELIQVIE SS. QVADRAGINTA.[7]

L'altare maggiore, alla sinistra del quale è collocato il trono conventuale del gran maestro dell'Ordine di Malta, è interamente in stucco, opera di Tommaso Righi; al di sopra della mensa, vi è un elaborato gruppo scultoreo che presenta in basso un bassorilievo raffigurante la Madonna col Bambino e, in alto, la Gloria di San Basilio. Nella volta del presbiterio, si apre un lanternino ornato con Storie della vita di Giovanni Battista.[8] Prima dei restauri condotti dal Piranesi, sull'altare vi era un dipinto di Andrea Sacchi raffigurante la Madonna col Bambino e San Basilio.[9]

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ C. Hülsen, p. 314.
  2. ^ Chiesa annessa Santa Maria del Priorato, su vicariatusurbis.org. URL consultato il 12 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 20 dicembre 2014).
  3. ^ M. Armellini, p. 587.
  4. ^ a b c D. Gallavotti Cavallero (a cura di), p. 40.
  5. ^ a b Chiesa di Santa Maria del Priorato, su archidap.com. URL consultato il 1º aprile 2016.
  6. ^ Antologia romana, p. 338.
  7. ^ Armellini Mariano, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Edizioni del Pasquino, 1891
  8. ^ D. Gallavotti Cavallero (a cura di), p. 42.
  9. ^ M. Armellini, p. 588.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA.VV., Antologia romana, vol. VII, Roma, Gregorio Settari, 1781, ISBN non esistente.
  • Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma, Tipografia Vaticana, 1891, pp. 587-588, ISBN non esistente.
  • Christian Hülsen, Le chiese di Roma nel Medio Evo, Firenze, Leo S. Olschki, 1927, p. 314, ISBN non esistente.
  • Daniela Gallavotti Cavallero, Renzo Uberto Montini, S. Maria in Aventino: Santa Maria del Priorato, Istituto nazionale di studi romani, F.lli Palombi, Roma, 1984
  • Daniela Gallavotti Cavallero (a cura di), Rione XII - Ripa - Parte II, Roma, Fratelli Palombi, 1978, ISBN non esistente.
  • AA.VV., I rioni di Roma: storia, segreti, monumenti, tradizioni, leggende, curiosità, vol. II, Roma, Newton & Compton, 2005, pp. 766-830, ISBN 88-541-0342-X.
  • Irene Small, Piranesi's Shape of Time, in Image & Narrative, 2007, ISSN 1780678X (WC · ACNP).
  • Renzo Uberto Montini, Santa Maria del Priorato, Marietti, Roma, 1959.
  • Barbara Jatta, Piranesi e l'Aventino, Electa, Milano, 1998.
  • Pierluigi Panza, Piranesi architetto, Guerini studio, Milano, 1998.
  • Raffaele Capomasi, Il Tempio Piranesiano Dei Cavalieri Di Malta, in Or Domenica, 16 aprile 2003.

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