Chiesa di Santa Maria Maddalena (Palermo)
Chiesa di Santa Maria Maddalena | |
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Facciata | |
Stato | Italia |
Regione | Sicilia |
Località | Palermo |
Coordinate | 38°06′45.46″N 13°21′10.15″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Arcidiocesi | Palermo |
Stile architettonico | Normanno |
Inizio costruzione | 1187 |
La chiesa di Santa Maria Maddalena è un edificio di culto cattolico situato nel centro storico di Palermo e appartenente all'insieme monumentale del quartiere militare di San Giacomo.[1]
Ubicazione
[modifica | modifica wikitesto]Con la denominazione di Santa Maria Maddalena di Xalca o Alga,[2], la chiesa sorse nella zona fortificata ad occidente della città, nota col nome di "Galka" (da al-Halqah, ovvero il "recinto"), l'antica cittadella fortificata difesa da mura di origine epoca punica e dominata dal Kasr, il castello degli emiri arabi divenuto poi residenza dei re normanni.
Con la lenta trasformazione della "Galka" e la fusione col resto della città, la chiesa fu inglobata nel quartiere militare di San Giacomo o "degli Spagnoli", l'area che si estende dal Cassaro fino al Papireto, dal 1622 utilizzata dalle truppe spagnole di stanza a Palermo.
La chiesa e il seicentesco convento francescano occupano l'area delimitata a sud dalla strada del Cassaro (corso Vittorio Emanuele) vicino a Porta Nuova.[3]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Epoca normanna
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1130 esisteva una più antica cappella dedicata a Maria Maddalena, fatta edificare da Elvira di Castiglia, prima moglie di Ruggero II di Sicilia, affinché ospitasse le sue spoglie e quelle dei conti, duchi, principi, re e regine normanni.[4] La cappella era contigua al lato sud della primitiva cattedrale, fatta costruire dal vescovo Vittore nel 592, e approssimativamente opposta alla cappella dell'Incoronazione. Recenti ipotesi[senza fonte] identificano il sito dell'antica cappella con quello oggi occupato dalla sacrestia dei canonici. Nel 1140 il luogo di culto godeva di privilegi e concessioni.[4]
Nel 1187, la cappella fu demolita dall'arcivescovo Gualtiero Offamilio, su autorizzazione di Guglielmo II di Sicilia.[5] Il progetto, legato alla ricostruzione della nuova cattedrale, mirava a ricostruire la cappella poco più distante, verosimilmente duplicandone la forma ed utilizzando gran parte del materiale di risulta.[4] A fabbrica ultimata vi furono trasferiti temporaneamente i sacelli sepolcrali dei principi normanni, nell'attesa che si terminasse la costruzione della nuova cattedrale, dove avrebbero trovato definitiva collocazione. Guglielmo I di Sicilia già sepolto nella chiesa ipogea di Santa Maria delle Grazie della Cappella Palatina, la moglie Margherita di Navarra e i loro figli, Ruggero IV duca di Puglia, Roberto principe di Capua, Enrico principe di Capua, lo stesso Guglielmo II di Sicilia, a lavori conclusi furono traslati o sepolti nella coeva costruzione del Duomo di Monreale.
Già dalla sua fondazione la chiesa era suffraganea e unita alla Cappella Palatina, godeva di Patronato regio per privilegio concesso da Ruggero II.[4]
Epoca aragonese
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1382 veniva istituita nella chiesa la Congregazione di Santa Maria Maddalena.[2]
Epoca spagnola
[modifica | modifica wikitesto]Il 5 luglio 1608 l'edificio passò ai padri dell'Ordine dei frati minori, che la ottennero per istanza presentata al viceré di Sicilia don Juan Manuel Fernández Pacheco, marchese di Vigliena, duca d'Escalona.[6]
Nel 1622 il viceré di Sicilia Emanuele Filiberto di Savoia edificò il quartiere e l'Ospedale di San Giacomo. L'area comprendeva oltre gli edifici militari, tre luoghi di culto: la chiesa di Santa Maria Maddalena d'epoca normanna, la chiesa di San Giacomo dei Militari del 1482, la chiesa di San Paolo d'Alga al Piano di San Paolo del 1312.[1]
Obbligati i religiosi ad abbandonare la chiesa nel 1648, il viceré di Sicilia cardinale Teodoro Trivulzio assegnò loro la chiesa dei Santi Cosma e Damiano.[6]
L'aggregato preposto alla difesa del Palazzo dei Normanni e degli edifici compresi nella paleopolis, nel 1650 fu ulteriormente recintato dal viceré di Sicilia Giovanni d'Austria. Due varchi consentivano l'accesso alla piazza d'armi: uno posto sul Cassaro di fronte ai baluardi della reggia, l'altro volto ad oriente.[1]
Epoca borbonica
[modifica | modifica wikitesto]Epoca contemporanea
[modifica | modifica wikitesto]Il Quartiere militare di San Giacomo non è facilmente accessibile, la chiesa non visibile all'esterno è pertanto difficilmente visitabile se non in particolari ricorrenze.
Opere
[modifica | modifica wikitesto]- Statua marmorea di bottega gaginiana raffigurante Santa Maria Maddalena, documentata all'esterno, oggi collocata all'interno del tempio.[6]
- Portale d'ingresso in stile rinascimentale.[6]
Congregazione di Santa Maria Maddalena
[modifica | modifica wikitesto]Jalca
[modifica | modifica wikitesto]Tommaso Fazello documenta le seguenti chiese:[7]
- Chiesa di San Giovanni Battista,
- Chiesa di Santa Barbara,
- Chiesa di San Constantino da Jalca.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 3.
- ^ a b Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 14.
- ^ Pagina 448, Tommaso Fazello, "Della Storia di Sicilia - Deche Due" [1] Archiviato il 29 novembre 2015 in Internet Archive., Volume uno, Palermo, Giuseppe Assenzio - Traduzione in lingua toscana, 1817.
- ^ a b c d Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 13.
- ^ pp. 79 Vincenzo Castelli, principe di Torremuzza, "Fasti di Sicilia" [2], Giuseppe Pappalardo, Volume 1, Messina, 1820
- ^ a b c d Gaspare Palermo Volume quarto, pp. 15.
- ^ Tommaso Fazello, pp. 460.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaspare Palermo, Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo, vol. 4, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
- Mario Guiotto, La chiesa di S. Maria Maddalena in Palermo, in 'Bollettino d'Arte', fasc. IV, ottobre-dicembre 1949, pp. 361-367
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sulla chiesa di Santa Maria Maddalena