Chiesa di Santa Maria Assunta (Monteriggioni)

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Chiesa di Santa Maria Assunta
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàMonteriggioni
Coordinate43°23′24.03″N 11°13′25.48″E / 43.390008°N 11.223744°E43.390008; 11.223744
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria Assunta
Arcidiocesi Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino
Stile architettonicoRomanico - gotico
Inizio costruzione1213
Completamento1219

La chiesa di Santa Maria Assunta è il principale luogo di culto cattolico di Monteriggioni, in provincia di Siena, arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La storia di questa chiesa è strettamente legata alle vicende del castello di Monteriggioni. Venne costruita tra il 1213, anno di fondazione di Monteriggioni[1], e il 10 giugno 1235 quando, al suo interno, i delegati dei comuni di Siena e di Poggibonsi accettarono le condizioni di pace con i Fiorentini[2]. La nuova parrocchia che nacque dopo la sua fondazione dipendeva dalla pieve di Marmoraia e riunì i popoli della canonica di Stomennano e della chiesa di San Giovanni a Stecchi[3].

Lo sviluppo di Monteriggioni fece aumentare l'importanza della chiesa, tanto che alla fine del XIII secolo fu promossa a pieve, vi venne trasferito il titolo di Canonica Sanctae Marie Stemennano e vi fu posto il fonte battesimale[3]. Aveva rendite del tutto paragonabili a quelle delle vicine pievi senesi[4][5]. Fino ai primi del XIV secolo veniva usata sia per le funzioni religiose sia per quelle civili. Nel 1299 vi fu posta una nuova campana ancora oggi presente; tale campana proveniva forse dalla rocca del castello[6]; il 12 giugno 1313 risulta che l'abate di Isola, signore dei terreni circostanti, vi sedesse abitualmente[3].

Nel 1360 gli statuti della repubblica di Siena stabilirono i confini del piviere di Monteriggioni: era formato da 10 chiese suffraganee[7].

Nella prima metà del XIX secolo l'edificio venne in parte trasformato[8].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Interno

La chiesa è situata nella piazza principale del borgo e consiste in un edificio a unica navata rettangolare conclusa con una scarsella e coperto con volte.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata è stata realizzata entro il 1235 ed è a capanna con un'apertura a occhio posta sopra il portale. Presenta un paramento murario di travertino di tonalità dorata e i cui conci sono disposti su corsi orizzontali e paralleli molto regolari. Nel portale, solo l'archivolto e lo stipite sinistro sono originali[8]. Lo stesso portale presenta un estradosso crescente di stile fiorentino e una ghiera avvolgente e modanata di gusto pisano, esattamente come nella chiesa di Talciona, realizzata nel 1234[8]. L'occhio è stato realizzato con pezzi di cotto scolpiti a fogliami ed è circondato da una ghiera coordinata col portale.

La fiancata settentrionale è aperta da due monofore a doppio sguancio con archivolto in mattoni e da due portali di cui uno è tamponato. Il fianco meridionale presenta solo due monofore identiche a quelle sull'altro lato, e identico all'altro lato è pure il coronamento realizzato mediante una serie di mensole in cotto dove sono scolpite delle testine umane come nella chiesa di San Jacopo al Tempio a San Gimignano[8].

La tribuna presenta il volume della scarsella quadrata coperta a crociera, opera appartenente alla prima fase di costruzione della chiesa visto che il coronamento è coordinato alle mensoline delle fiancate. A una fase più tarda appartengono l'ampia monofora al centro del vano e le due ai lati: questi interventi sono databili alla fine del XIII secolo quando la chiesa venne elevata a pieve.

Il campanile, eretto utilizzando materiale antico, risale al XVIII secolo ed è posto sullo spigolo settentrionale della tribuna.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno della chiesa è coperto con volte a botte lunettate. La navata è divisa dal presbiterio, rialzato di tre gradini, da un arcone acuto in mattoni. La scarsella è coperta mediante una volta a crociera.

All'interno della chiesa si possono ammirare due tabernacoli del XV secolo, un quadro della Madonna di Lippo Vanni, un crocifisso ligneo e la campana donata alla chiesa dalla Repubblica di Siena nel 1298 e il coro ligneo risalente al XVI secolo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Questo è l'anno riportato sull'iscrizione posta sulla porta Romea, dove si corda che alla fondazione era presenta il podestà di Siena Guelfo di Ermanno di Paganello da Porcari
  2. ^ Lisini 1908, pag.259.
  3. ^ a b c Chiese medievali della valdelsa....., pag.119.
  4. ^ Nel 1276 l'allora Canonica s. Marie Stemennano era tassata per 6 lire senesi mentre nel 1303 divenuta Plebes de Montereggione pagava ogni sei mesi 5 lire, Guidi 1932, pag.109-117
  5. ^ Guidi-Giusti 1942, pag.152.
  6. ^ L'iscrizione della campana recita: A.D. MCCLXXXXVIIII / MENTEM S(AN)C(T)A(9M SPO(N)TANEA(M) (H)ONORE(M) DE(O) ET PAT(R)IE LIBERATIONEM +,Chiese medievali della valdelsa....., pag.121. Nota 8
  7. ^ Repetti 1833, pag.501-502.
  8. ^ a b c d Chiese medievali della valdelsa....., pag.120.
Portale laterale tamponato

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovanni Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae monumenta, Firenze, Tipografia Salutati, 1758.
  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
  • Emanuele Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, Milano, Editore Civelli, 1855.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.
  • Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1894 al 30 giugno 1895. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1896.
  • Alessandro Lisini, Inventario delle pergamene conservate nel Diplomatico dall'anno 736 all'anno 1250, Siena, Lazzeri, 1908.
  • Michele Cioni, La Valdelsa: guida storico-artistica, Firenze, Lumachi, 1911.
  • Mario Salmi, La scultura romanica in Toscana, Firenze, Rinascimento del Libro, 1928.
  • Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.
  • Paolo Guicciardini, Antiche strade della Valdelsa, Firenze, Tipografia Classica, 1939.
  • Paolo Guicciardini, Strade volterrane e romee della media valdelsa, in Miscellanea Storica della Valdelsa, 1939.
  • Pietro Guidi, Martino Giusti, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
  • Mario Salmi, Chiese romaniche della campagna senese, Milano, Electa, 1958.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Valdelsa, Firenze, Salimbeni, 1968.
  • Paolo Cammarosano, Vincenzo Passeri, I Castelli del Senese, Siena, Monte dei Paschi, 1976.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Romanico senese, Firenze, Salimbeni, 1981.
  • Paolo Cammarosano, Monteriggioni. Storia, architettura paesaggio, Milano, Electa, 1983.
  • Franco Cardini, Alta Val d'Elsa: una Toscana minore?, Firenze, SCAF, 1988.
  • Renato Stopani, La Via Francigena. Una strada europea nell'Italia del medioevo, Firenze, Le Lettere, 1988.
  • Piero Torriti, Monteriggioni. Testimonianze d'arte nel territorio, Genova, Sagep, 1988.
  • Paolo Cammarosano, Abbadia a Isola. Un monastero toscano nell'età romanica, Castelfiorentino, Società Storica della Val d'Elsa, 1993.
  • AA. VV., Chiese medievali della Valdelsa. I territori della via Francigena tra Siena e San Gimignano, Empoli, Editori dell'Acero, 1996, ISBN 88-86975-08-2.
  • AA. VV., Il Chianti e la Valdelsa senese, Milano, Mondadori, 1999, ISBN 88-04-46794-0.

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