Chiesa di Sant'Antonino Martire (Bedonia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di Sant'Antonino Martire
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàBedonia
Indirizzopiazza Plebiscito 10
Coordinate44°30′12.03″N 9°37′46.56″E / 44.503343°N 9.629601°E44.503343; 9.629601
Religionecattolica di rito romano
Titolaresant'Antonino martire
Diocesi Piacenza-Bobbio
Consacrazione1638
Stile architettonicobarocco e neoclassico
Inizio costruzioneIV-V secolo
Completamento1964

La chiesa di Sant'Antonino Martire, nota anche come pieve di Bedonia, è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche e neoclassiche situato in piazza Plebiscito 10 a Bedonia, in provincia di Parma e diocesi di Piacenza-Bobbio; fa parte del vicariato della Val Taro e Val Ceno.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo di culto originario fu edificato probabilmente tra la fine del IV e l'inizio del V secolo, entro un secolo dalla morte di sant'Antonino martire;[1] risale infatti a quell'epoca l'evangelizzazione da parte del vescovo di Piacenza Savino del municipio di Velleia, da cui dipendeva la località di Saltus Bituniae,[2] menzionata per la prima volta nel IX secolo.[1]

La chiesa, dipendente fin dai primi anni dalla diocesi di Piacenza, divenne successivamente plebana. Nel XIII secolo divenne la pieve più importante dell'alta Val Taro e della Val Ceno, come dimostrato anche dal cospicuo numero di cappelle poste alle sue dipendenze: Casaleto, Chiesiola, Illica, Nociveglia, Masanti, Spora, Tasola, Alpe, Carniglia, Caneso, Momarola, Strepeto, Montarsiccio, Caboara, Strela, Tarsogno, Tornolo e Lancedo.[1]

Tra il 1628 e il 1630, per volere dell'arciprete Sante Serpagli, il luogo di culto fu completamente ricostruito in stile barocco, ribaltando l'orientamento originario; il nuovo tempio fu solennemente consacrato il 29 settembre del 1638 dal vescovo di Piacenza Alessandro Scappi.[2]

Negli anni seguenti la chiesa fu ampliata con la costruzione di quattro nuove cappelle laterali,[2] che si aggiunsero alle quattro già esistenti; fu inoltre ricostruito anche il campanile.[3]

Nel 1725 il presbiterio fu decorato con stucchi e nel 1787 arricchito del nuovo altare maggiore.[2] Nel frattempo, intorno alla metà del secolo fu sopraelevata la torre campanaria, dotata di nuove campane.[3]

Nei primi anni del XX secolo fu ampliato e ornato con un'ampia cornice il portale al centro della facciata intonacata, che tra il 1963 e il 1964 fu interamente rivestita in lastre di travertino.[2]

Nel 1974 furono restaurate le pareti laterali intonacate, l'abside, la torre campanaria e le coperture.[2]

Tra il 2003 e il 2006 furono effettuati nuovi lavori di restauro alla chiesa, al campanile e, nel 2005, alla canonica.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Facciata e lato sud
Lato sud

La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da quattro cappelle su ogni lato, con ingresso a est e presbiterio absidato a ovest.[2]

La simmetrica facciata a salienti, interamente rivestita in lastre di travertino, è tripartita da due alte lesene binate; nel mezzo è collocato l'ampio portale d'ingresso principale ad arco a tutto sesto, delimitato da una grande cornice modanata e dal frontone triangolare spezzato di coronamento, al cui centro si staglia uno stemma raffigurante Sant'Antonino a cavallo; più in alto si trovano tre finestre, di cui la centrale ad arco a tutto sesto; in sommità si eleva il frontone triangolare di coronamento, contenente nel mezzo un'apertura a forma di croce greca.[2]

I fianchi intonacati sono scanditi superiormente, in corrispondenza della navata, da massicce paraste, che delimitano le finestre rettangolari; inferiormente le cappelle sono illuminate da aperture a lunetta;[2] al centro di ogni lato è posto un portale d'ingresso secondario.

Al termine del prospetto destro si eleva su quattro ordini l'alto campanile intonacato del 1775, decorato con lesene sugli spigoli; la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso monofore ad arco a tutto sesto; in sommità, oltre il cornicione perimetrale in aggetto, si eleva la lanterna a base ottagonale, illuminata da monofore ad arco a tutto sesto, scandite da lesene sugli spigoli; a coronamento si staglia la copertura a cupola in manto di rame.

Campanile

Sul retro si allunga l'abside intonacata, illuminata da due finestroni rettangolari.[2]

All'interno la navata è coperta da una volta a botte lunettata, interamente decorata con affreschi risalenti alla seconda metà del XIX secolo, raffiguranti nel mezzo i Quattro evangelisti e ai lati i Dodici apostoli, la Fede e la Speranza;[3] ai fianchi una serie di paraste, coronate da capitelli compositi a sostegno del cornicione perimetrale spezzato, scandisce le ampie arcate a tutto sesto delle cappelle, chiuse superiormente da volte a botte dipinte.[2]

Accanto all'ingresso è collocata un'acquasantiera marmorea risalente alla prima metà del XVII secolo; alla controfacciata è addossato inoltre l'organo, ricostruito nel 1892 da Giuseppe Cavalli con pezzi di un organo precedente del 1759.[3] Alle pareti della navata sono collocate, all'interno di cornici barocche in legno dorato, le 14 stazioni dipinte della Via Crucis,[4] inaugurate il 1º aprile 1771.

Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'ampio arco trionfale a tutto sesto, retto da pilastri, ai cui lati si aprono due nicchie anch'esse ad arco a tutto sesto contenenti ognuna una statua di un santo;[2] l'ambiente, coperto da una volta a botte dipinta, è ornato con stucchi settecenteschi e affiancato da due lesene e da due grandi tele, raffiguranti la Resurrezione e la Pentecoste; sul fondo l'abside è chiusa superiormente dal catino, decorato con un affresco rappresentante l'Ascensione, realizzato nel XX secolo dall'artista Romeo Musa.[3]

Al centro si innalza l'altare maggiore barocco in marmo di Carrara, riccamente intarsiato e ornato nel mezzo con la raffigurazione di Sant'Antonino; di pregio risulta anche il tabernacolo in rame sbalzato;[3] sul retro, sopra al coro ligneo del 1669, si staglia all'interno di un'ancona barocca la pala del 1559 raffigurante la Vergine col Bambino e i santi Antonino e Pietro. In occasione delle festività viene inoltre appeso sopra l'altare un lampadario in argento cesellato, risalente al 1675.[3]

La cappelle laterali, decorate con dipinti e stucchi, ospitano varie opere d'arte, altari, candelieri settecenteschi e ottocenteschi; sulle arcate, in chiave di volta, sono infine presenti gli stemmi gentilizi delle famiglie che le fecero erigere nel XVII secolo.[3] Nella prima cappella a sinistra, dedicata alla santa Croce, è collocato all'interno di un altare ligneo del 1933 il Cristo Morto,[5] una statua lignea in stile romanico-gotico, secondo la storica Augusta Ghidiglia Quintavalle realizzata nel XIV secolo, ma più probabilmente risalente alla fine del XVI secolo o agli inizi di quello successivo.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 157.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m Chiesa di Sant'Antonino Martire "Bedonia", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 27 dicembre 2017.
  3. ^ a b c d e f g h Bedonia: chiesa arcipretale di Sant'Antonio Martire, su vacanzeitinerari.it. URL consultato il 27 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 27 dicembre 2017).
  4. ^ Via Crucis, 1700-1799, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato l'11 novembre 2021.
  5. ^ Sabato Santo (4 aprile 2015): "Esposizione del Cristo Morto" – Chiesa di Bedonia (PR), su valgotrabaganza.it. URL consultato l'11 novembre 2021 (archiviato dall'url originale l'11 novembre 2021).
  6. ^ Cristo morto Scultura, 1590/1610, su catalogo.beniculturali.it. URL consultato l'11 novembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]