Chiesa di Sant'Angelo in Francisto

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S. Michele
vista absidale da nord-est
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePuglia
LocalitàMonopoli
Coordinate40°51′51.79″N 17°17′24.01″E / 40.864385°N 17.290004°E40.864385; 17.290004
Religionecattolica di rito romano
Diocesi Conversano-Monopoli
ConsacrazioneXI sec.
Architettosconosciuto
Stile architettonicoRomanico
Inizio costruzioneXI sec.
CompletamentoXII sec.
Demolizioneprima distruzione 1042

La chiesa di Sant'Angelo in Francisto o San Michele di Frangesto, chiesa romanica di Monopoli, sita in contrada Tortorella, è quanto resta di un monastero benedettino fondato dalla badessa Agnese e del circostante abitato.

Moneta d'argento di Traiano (dagli scavi dei primi del 1900)
Retro della moneta d'argento di Traiano (dagli scavi dei primi del 1900)
Ascia neolitica intatta e frammento di ascia,(dagli scavi dei primi del 1900)

Il casale circostante e gli scavi archeologici[modifica | modifica wikitesto]

Le rovine dell'antico casale di Francisto, che si estendeva tutto intorno alla chiesa, ha restituito molto materiale archeologico tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. Da scavi archeologici sistematici, effettuati nell'estate del 2007 dall'Università di Bari (prof.ssa Gioia Bertelli) è emerso come la chiesa facesse parte di un complesso monastico posto al centro dell'antichissimo villaggio (casale), abitato senza interruzioni sin dal neolitico, per tutta l'epoca romana ed il medioevo, fino ai primi dell'anno Mille, quando fu spopolato e completamente distrutto, nel giugno del 1042 dal generale bizantino Giorgio Maniace.[1] Le rovine del casale furono in gran parte riutilizzate negli anni 50 del secolo scorso per la realizzazione della massicciata della strada "Francisto Mare". Dell'antico abitato attualmente non rimangono che i resti murari di un edificio a nord della chiesa e una torre altomedievale a sud-ovest della stessa, di proprietà del Regio Demanio borbonico fino all'unità d'Italia.[2]

Gli scavi hanno individuato in aderenza all'attuale chiesa, nella zona nord-est una piccola necropoli, le fondazioni di un ambiente altomedievale con resti di raffinata pavimentazione e di un'abside trilobata, nella zona sud-ovest fondazioni della parte abitativa dell'antico monastero, in corrispondenza della facciata è stata scoperta l'imboccatura ottagonale di un ambiente sotterraneo pieno di detriti lapidei.

Interno chiesa di Sant'Angelo in Francisto detta anche San Michele ai monti

L'edificio[modifica | modifica wikitesto]

La struttura, gli spazi interni e la decorazione avvicinano questa chiesa a quelle dell'Ordine benedettino dell'XI secolo.[3] La chiesa risale all'XI secolo, è a tre navate, tre absidi e tre cupole in asse, gravemente danneggiata con il saccheggio del 1042, fu parzialmente riedificata nella prima metà del XII secolo, con la ricostruzione della cupola di ingresso, con la realizzazione di due tombe ad arcosolio sulla facciata interna, la ricostruzione della volta della navata laterale destra e la realizzazione di affreschi. Nel XVIII secolo fu affrescata l'abside centrale con la rappresentazione della Madonna della Madia tra San Nicola e Sam Vito. Alla fine del XVIII secolo, tra il 1777-1779, la chiesa esisteva ancora, come attestato dalla "Cronaca Indelliana" capo VI, capitolo 18: "la Chiesa di S.Angelo di Francesto, e propriamente deve dirsi Frangestro, come si è testé notato, esiste già...". Alla fine del XIX secolo il sacro edificio era però abbandonato e in cattive condizioni; il capitano Pietro Capitanio, proprietario della chiesa e dei terreni circostanti, eseguì alcuni restauri e riaprì la chiesa al culto. In quell'occasione furono modificate le pendenze delle coperture, aggiunto un piccolo campanile a vela e sostituito il portale d'ingresso.

La Badessa Agnese[modifica | modifica wikitesto]

La ricostruzione romanica della chiesa risale alla metà del XII secolo. La chiesa di Sant'Angelo in Frangesto è citata, insieme ad altre chiese di Monopoli, nella Bolla pontificia del 1180 di Papa Alessandro III al Vescovo di Monopoli Stefano. Il monastero e la chiesa furono riedificati, sulle rovine del precedente edificio a spese e sul terreno di proprietà della famiglia della Badessa Agnese, con l'autorizzazione del Vescovo di Monopoli Michele in cattedra tra il 1144 e il 1176. Nel 1181 la Badessa Agnese rivolge una supplica al Vescovo di Monopoli Stefano, successore di Michele, per la riconferma del titolo di Badessa del monastero e della Chiesa di S. Angelo di Frangestro ed inoltre per la riconsegna alla Diocesi della Chiesa di S. Ilario ormai in rovina. La trascrizione del documento è interamente riportata nella Cronaca Indelliana, conservata presso l'Archivio Unico Diocesano di Monopoli.[4] La supplica fu accolta e la Badessa Agnese fu confermata "vita sua durante" Badessa del Monastero di S. Angelo di Frangestro.

Fonti storiche[modifica | modifica wikitesto]

  • Bolla pontificia del 1180 di papa Alessandro III al vescovo di Monopoli Stefano, la chiesa di Sant'Angelo di Frangestro è citata, insieme ad altre chiese di Monopoli.
  • Bolla del vescovo di Monopoli Stefano del 1181 conservata nella raccolta di manoscritti dell'Archivio Unico Diocesano presso la Biblioteca Vescovile
  • Divisione dei beni con vendita dei diritti ereditari per atto pubblico n. 292 di repertorio del 4 agosto 1818 dell'archivio della famiglia Martinelli

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dal libro di L. Finamore-Pepe Monopoli e la Monarchia delle Puglie, Monopoli 1897 pp 141-142. "......allora Maniace si portò rapidamente sopra Monopoli (giugno 1042), e devastate le campagne, s'impadronì degli abitanti che erano nei numerosi villaggi, i quali a spavento fece decollare innanzi le porte della città. Altri ne sospese impiccati agli alberi, e molti fanciulli seppellì, rimanendovi solo libero il capo....".
  2. ^ Questo edificio, a due piani, possedeva una segreta, un piccolo cimitero per i giustiziati, era caratterizzato da un camino monumentale e da una volta di copertura dello spessore di 1,60 metri; probabilmente era funzionale al controllo dell'antica strada Egnazia-Taranto. Fino al XVI secolo sorgeva isolato, successivamente gli furono addossate piccole costruzioni agricole fino ad trovarsi addossato alla "masseriola", detta "Francesto" della Famiglia Martinelli. (vedi la "divisione dei beni con vendita dei diritti ereditari per atto pubblico" n. 292 di repertorio del 4 agosto 1818).
  3. ^ M. S. Calò Mariani, S. Michele in Frangesto - Monopoli, in "insediamenti Benedettini in Puglia", Catalogo a cura di M. S. Calò Mariani, Galatina 1981, vol II, t. I, pp. 275-278, con riferimenti bibliografici.
  4. ^ Giuseppe Indelli, nell'Istoria di Monopoli Capo V, capitolo 20, trascrive la bolla del vescovo Stefano del 1181, originale in Archivio della Cattedrale, Pergamena n.23: "Sthefanus Christi misericordia Monopolitanae Sedis Antistes dum in eminenti Episcopalis honoris..." Stefano, per misericordia di Cristo Vescovo della Sede Monopolitana. Dovendo noi, per divina disposizione costituiti sull'eminente vetta dell'Episcopale onore, per dovere impostoci amare i nostri Fratelli e Sorelle in Cristo e provvedere con giustizia all'incremento delle Chiese affidateci dal Signore....ci si è presentata Agnese, Badessa della Chiesa di S.Angelo in Frangestro rivolgendoci con lacrime una petizione dicendo: Carissimo Signore, rendo nota alla vostra benignità che la Chiesa di S.Ilario, che il vostro predecessore Vescovo Michele di buona memoria mi aveva concesso canonicamente, giusta il privilegio che, ecco, ora pongo nelle vostre mani, io ve la riconsegno, non solo perché non la posso governare, ma anche perché, ricavandosi scarse rendire da quel poco che aveva o ancora sembra avere, va di giorno in giorno in rovina. Prego che ve la riprendiate, per fare qualunque cosa comanderete, e che con vostro privilegio corroboriate e confermiate nei miei successori Chierici o Monache la Chiesa di S. Angelo in Frangestro, di diritto della vostra autorità episcopale, della quale mi costituì Badessa il nominato vostro predecessore, come viene espresso dal tenore del suddetto privilegio, e me la consegnò a reggere (la qual Chiesa io e i miei genitori con licenza della vostra vescovile autorità, edificammo sul proprio terreno di nostro patrimonio e facemmo dedicare con licenza della Santa Chiesa madre), affinché col vostro consiglio e aiuto, io e i miei successori Chierici o Monache possiamo ivi con tranquillità servire il Signore e sostentare onestamente, con la protezione di Dio, la nostra vita temporale. Udito ciò e fatta subito indagine che ella non patisse violenza da alcuno e non le fosse arrecata alcuna molestia per la consegna di questa Chiesa, abbiamo accertato per mezzo suo, di due suoi Monaci conversi che aveva seco e di altri onesti Chierici e laici ai quali essa aveva manifestato la sua volontà, ch'essa faceva ciò senza opposizione o molestia di alcuno, ma per amor di Dio e incremento della Chiesa. Perciò esaudendo noi allora la sua giusta petizione, riconsegnò, con giuramento sul Vangelo, a noi e ai nostri successori in perpetuo la Chiesa stessa di S.Ilario. Onde col consenso e il volere dei nostri Chierici, e poiché conviene a noi eseguire e confermare le disposizioni dei nostri antececessori, come vogliamo che siano osservate le nostre dai nostri successori, l'anno terzo del nostro Presulato abbiamo concesso e confermato alla medesima Badessa la predetta Chiesa di S. Angelo di Frangestro, con tutte le sue pertinenze immobili e mobili, in modo che detta prenominata Badessa regolarmente governi e incrementi la predetta Chiesa vita sua durante. Dopo la sua morte poi, se esisterà qualche Monaca o Chierico, o Monaco dei discendenti di sua sorella, succeda a lei nel Badessato della stessa Chiesa per diritto di patronato. se però non sussisterà alcuno dei discendenti della sua menzionata sorella come si è detto, la predetta Chiesa di S.Angelo, con tutte le sue pertinenzee redditi e cose, cada in diritto e potere della nostra autorità vescovile. L'aver inoltre noi concesso a lei che la Chiesa pervenga ai discendenti di sua sorella, si sappia che l'abbiamo fatto e permesso per i beni dati alla medesima Chiesa di S.Angelo dal padre e dai suoi consanguinei. Per cui ora a scopo di dichiarazione, conferma e canonica istituzione giurando sul libro degli Evangeli tenuto in mie mani, ho trasmesso alla medesima Badessa la pretitolata Chiesa secondo l'ordine su esposto; salvo tuttavia in tutte le cose il diritto della chiesa Monopolitana e nostro e dei nostri successori, stabilendo che a garanzia dell'obbedienza, del riconoscimento e stabilità, la predetta Badessa porti o mandi ogni anno per l'incenso dell'altare della B.Maria nella solennità della sua Assunzione, due libbre di cera e una di olibano. Che se qualcuno, mai sia, temerariamente oserà infrangere o annullare, in parte o in tutto, questa nostra concessione, sia colpito da scomunica fino a quando si sarà ravveduto e avrà riparato il male ingiustamente commesso. Onde a fine di stabilità e difesa abbiamo ordinato di redigere questo memoriale per mano del Sacerdote Maione nostro Segretario, e fatto munire della bolla di piombo contenente il nostro nome. Anno dell'Incarnazione del Signore 1181, mese di Febbraio, Indizione XIV".

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • M. S. Calò Mariani, S. Michele in Frangesto - Monopoli, in "insediamenti Benedettini in Puglia", Catalogo a cura di M. S. Calò Mariani, Galatina 1981, vol II, t. I, pp. 275–278, con riferimenti bibliografici
  • L. Finamore-Pepe Monopoli e la Monarchia delle Puglie, Monopoli 1897
  • Sebastiano Lillo, Monopoli sintesi storico geografica, Monopoli 1976, Officine Grafiche Colucci
  • Giuseppe Indelli, Istoria di Monopoli manoscritto del Primicerio Giuseppe Indelli, Monopoli 1776-1779 (conosciuta come "cronaca indelliana")
  • Archivio Unico Diocesano presso la Biblioteca Vescovile - Monopoli
  • Franz Martinelli, Sono tornato tra voi -Storia e fatti della Famiglia Martinelli dei patrizi di Salerno-, Arezzo 2014

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