Chiesa di San Pietro Martire (Venezia)

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Chiesa di San Pietro martire
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàVenezia
Coordinate45°27′18.5″N 12°21′09.4″E / 45.455139°N 12.352611°E45.455139; 12.352611
Religionecattolica
TitolarePietro da Verona
Patriarcato Venezia
Consacrazione1417
Stile architettonicorinascimentale
Inizio costruzione1348

La chiesa arcipretale di San Pietro Martire è una chiesa dell'isola di Murano, nella laguna di Venezia, intitolata al martire domenicano Pietro da Verona.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lapide fondazione 1348

Fu edificata nel 1348 assieme ad un convento di padri domenicani ed era dedicata a san Giovanni Battista. Fu eretta per volontà di Marco Michiel e consacrata il 17 settembre del 1417.

Un gravissimo incendio la rase completamente al suolo nel 1474 e solo nel 1511 fu ricostruita così come appare attualmente. Nei decenni successivi furono aggiunti altari di stie barocco alle navate laterali.

La chiesa venne chiusa nel 1806, pochi anni dopo la caduta della Repubblica di Venezia a causa dei decreti napoleonici della soppressione degli ordini religiosi del 28 luglio 1806; i domenicani si trasferirono a Venezia, chiesa e convento vennero chiusi e destinati a servizio della occupazione militare. Solamente il 13 settembre 1813 la chiesa venne riaperta al culto come nuova chiesa parrocchiale, dopo che la chiesa parrocchiale di Santo Stefano, posta nel campo al di la del canale, era stata demolita.

Attualmente è una delle due parrocchiali dell'isola di Murano.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio, completamente in mattoni "a vista", presenta una facciata divisa in tre parti, con portale cinquecentesco sovrastato da un grande rosone, che ne caratterizzano i tratti rinascimentali.

Sul lato di sinistra sorge un portico ad archi e colonnine di stile gotico: ciò che rimane dell'antico chiostro della vicina chiesa di Santa Chiara. Sempre sulla sinistra spicca, imponente, il campanile, databile al 1498-1502.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno è a pianta basilicale, a tre navate, divise da due file di massicce colonne, e con tetto a travi scoperti. Molto ampio è il presbiterio, coperto con volta a botte, affiancato da due piccole cappelle.

Sulle pareti della navata centrale, sopra le colonne, sono rappresentati in affresco dei santi domenicani con l'abito bianco ed il mantello nero: San Tommaso, San Vincenzo di Valentia, Beato Giordano di Sassonia, San Domenico, Santa Caterina da Siena e San Alberto Magno sopra i quali una scritta ne illustra le virtù.

Oltre all'altare maggiore e agli altari delle due cappelle, sono presenti altri due altari minori, uno per navata laterale.

Giovanni Bellini, 1488, Murano Chiesa San Pietro Martire

Un'opera che molti studiosi attribuiscono al Tintoretto, il Battesimo di Cristo, è visibile nella navata destra. Nella stessa navata sono ospitate anche due opere di Giovanni Bellini: Assunzione della Vergine e otto santi, risalente agli anni 1510-1513, e la pala Barbarigo raffigurante la Vergine col Bambino, due angeli musicanti, sant'Agostino e san Marco che presenta il doge Agostino Barbarigo; quest'ultima opera risale al 1488, e fu qui trasferita dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli.

Sul lato destro del presbiterio si trova la cappella della famiglia Ballarin, dedicata ai santi Giuseppe e Maria, e più conosciuta col nome di "cappella dei Ballarin di Murano". La cappella venne fatta costruire da Giorgio Ballarin, celebre vetraio che vi fu sepolto nel 1506, per sé, per la sua famiglia e per i suoi discendenti. Zorzi (Giorgio) Ballarin acquisì il cognome Ballarin in una circostanza particolare: stava lavorando il vetro in fornace quando un cannello incandescente cadde sul suo piede sinistro. Da allora egli iniziò a camminare saltando e questo gli valse il soprannome di Ballarin. In questa cappella nel 1835, quando venne demolita la chiesa di Santo Stefano, vi furono trasportati i resti dei Santi Innocenti e posti in un sarcofago con la scritta: "SS. Innocentium Bethlemitarum Corpora". Nella cappella sono inoltre ospitati il monumento funebre dedicato al Cancellier grande della Repubblica di Venezia, Giovanni Battista Ballarin, morto il 29 settembre del 1666 a Isdin in Macedonia, e le tombe dei suoi figli Domenico Ballarin, anche lui Cancellier grande della Repubblica di Venezia, morto il 2 novembre 1698 e Aessandro segretario d'ambasciata e del senato mancato ai primi anni del sec. XVIII..

Murano, Chiesa San Pietro Martire Dossali della sacrestia, un telamone

È da notare che nella Cappella Ballarin di Murano si trovava una Pala di Giovanni Bellini di 2 metri x 3 che fu commissionata dai figli del Zorzi, raffigurante il martirio dei Padri Domenicani, in cui da lontano si vede Milano. Ora questa Pala si trova alla National Gallery di Londra.

Nella cappella maggiore (presbiterio) si trovano le Nozze di Canaan e la Moltiplicazione dei pani e dei pesci, opere di Bartolomeo Letterini (1669-1749), e la Deposizione dalla Croce di Giuseppe Porta (detto il Salviati,1520-1573).

Nella cappella del SS. Sacramento, a sinistra del presbiterio, si trova un altare in stile lombardesco con un Ecce Homo a rilievo del 1495, proveniente dalla distrutta chiesa muranese di Santo Stefano.

Nella sagrestia furono trasportati e riadattati nell'Ottocento anche i dossali lignei di Pietro Morando, anch'essi già a Santo Stefano trasportati colà dopo la soppressione della chiesa di San Zuanne dei Battuti, raffiguranti una serie di telamoni e alcuni episodi della vita di San Giovanni Battista (1652-1666). Anche le tele poste superiormente ad essi, di autori vari, hanno la medesima provenienza.

Dalla chiesa di Santa Maria degli Angeli proviene invece una tela di Paolo Veronese, il San Girolamo nel deserto, che si trova nella navata di destra; accanto un dipinto di G.A. da Lodi detto Pseudo Boccaccino (sec. XV-XVI) con la Madonna in trono tra San Giovanni Battista, San Giorgio e due vescovi.

Nella cappella di sinistra si può vedere il quadro Sant'Agata in carcere visitata da san Pietro e un angelo di Paolo Veronese.

Nel 1508, quando la chiesa era in fase di ricostruzione, venne ordinato a Fra Bartolomeo un grande dipinto raffigurante Dio Padre in gloria tra le sante Maria Maddalena e Caterina da Siena. L'opera non venne mai consegnata ai domenicani di Murano ed oggi la si può vedere nel Museo Nazionale di Villa Guinigi a Lucca.

Nel Museo parrocchiale sono raccolte in una stanza le pitture dipinte su tavola, fra le quali si segnala la Pala dei Barcaioli, di Giovanni Agostino da Lodi (1500 circa), opera che testimonia la diffusione dei modi leonardeschi a Venezia.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giannatonio Moschini, Guida per l'isoa di Murano, Venezia, 1808.
  • Giulio Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1963, pp. 806-807.
  • Giuseppe Beorchia (a cura di), La chiesa di San Pietro Martire, Tipografia commerciale, Venezia 1980.
  • E. Merkel, La pala Barbarigo di Giovanni Bellini, in: Quaderni della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici di Venezia, n. 3, Venezia 1983.
  • Vincenzo Zanetti, Guida di Murano e delle celebri sue fornaci, Venezia, Stabiimento Tipografico Antonelli, 1866, pp. 73-87, ristampa anastatica, Arnaldo Forni Editore, 1996.
  • Vincenzo Zanetti, Piccola guida di Murano e delle sue officine, Venezia, Tip. Naratovich, 1869, pp. 69-82, ristampa anastatica Libreria Filippi Editrice, Venezia, s.i.d.
  • E. Merkel, La scultura lignea barocca a Venezia, in A.M. Spiazzi, La scultura lignea barocca nel Veneto, Milano 1997, pp. 153-171
  • Marion Kaminski, Venezia, Hong Kong, Könemann, 1999, ISBN 3-8290-4227-2, pp. 502-504.
  • Silvia Ramelli, Murano medievale, Padova, Il poligrafo, 2000, pp. 81-82.
  • E. Merkel, La decorazione della Sala dell'Albergo della Scuola di San Giovanni dei Battuti in Murano, in: Quaderni della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Venezia, n. 22, Milano 2001, pp. 167-178
  • Marcello Brusegan, Le chiese di Venezia, Roma, Newton Compton Editori, 2007, pp. 330-332.
  • Marco Toso Borella, I dossali di San Zuanne, Venezia, Associazione culturale L'isola Invisibile, 2009.
  • Sivio Bonmartini, Murano, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell'immagine, 2016, ISBN 978-88-6391-237-1, pp. 35-37.

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