Chiesa di San Melchiade

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Chiesa di San Melchiade
Esterno
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°59′20.51″N 12°29′25.08″E / 41.989031°N 12.4903°E41.989031; 12.4903
Religionecattolica di rito romano
TitolarePapa Milziade
Diocesi Roma
ArchitettoGiuseppe Spina
Stile architettonicomoderno
Inizio costruzione1974
Completamento1977
Sito websanmelchiade.org

La chiesa di San Melchiade è un luogo di culto cattolico di Roma, situato nella zona Labaro appartenente al Municipio Roma XV; è sede dell'omonima parrocchia della diocesi di Roma.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Labaro sorse successivamente alla bonifica dell'Agro Romano (1878) a nord di Roma, nei pressi del luogo in cui, il 28 ottobre 312, si svolse la Battaglia di Ponte Milvio tra Costantino I e Massenzio.[2]

In questa zona, il 16 maggio 1959 venne eretta con il decreto del cardinale vicario Clemente Micara Quo uberius bonis, una parrocchia dedicata a San Melchiade, papa ai tempi della vittoria di Costantino su Massenzio.[3]

La comunità si riunì inizialmente in un luogo di culto provvisorio fino a che non venne edificata una chiesa vera e propria; la costruzione di quest'ultima è iniziata su progetto di Giuseppe Spina nel 1974 per terminare nel 1977.[4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Architettura e arte[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di San Melchiade e l'annesso complesso parrocchiale sorgono sul versante della collina di Labaro rivolto verso il Grande Raccordo Anulare; formano un unico edificio che si articola su più livelli, dei quali quello più in alto è costituito dal luogo di culto.[5]

La facciata dell'aula liturgica è costituita dal grande ingresso, protetto da una pensilina sporgente e ricurva sulla parte anteriore e chiuso da un portale ligneo. Sulla destra di esso vi è un bassorilievo in metallo raffigurante San Melchiade. Isolata nel piazzale davanti ad esso si trova un'alta stele in cemento armato, priva di decorazioni e sormontata da una croce.

Interno

Interamente, l'aula è caratterizzata da due esedre laterali semicircolari e da una vetrata a forma di cupola che illumina dall'alto il presbiterio; verso quest'ultima convergono tutte le travature del soffitto, in legno e acciaio pressopiegato; il paramento murario è in cemento armato a vista e la pavimentazione è costituita da lastre in travertino.[5] Il presbiterio quest'ultima è rialzato di alcuni gradini rispetto al piano dell'assemblea ed è costituita da arredi marmorei, quali l'altare maggiore (posto al centro), l'ambone (situato sulla destra), il tabernacolo (con custodia in metallo), e la sede (tra l'altare e l'ambone); alle spalle di quest'ultima vi è un grande Crocifisso in bronzo.[4] Dietro il presbiterio, ad una quota inferiore rispetto al resto della chiesa, si trova la cappella feriale, ospitante una statua della Madonna col Bambino, la cui parete di fondo è costituita da un'ampia vetrata che fa da sfondo al presbiterio.[6]

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

Nell'esedra di destra dell'aula, si trova l'organo a canne della chiesa, costruito nel 1978 dalla ditta organaria Krengli di Novara.[7]

Lo strumento, a trasmissione elettrica, presenta una mostra composta da canne del registro principale disposte in due cuspidi convergenti, con bocche a mitria. La consolle, situata nei pressi del corpo d'organo, dispone di un'unica tastiera di 61 note ed una pedaliera concavo-radiale di 32 note.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Parrocchia Diocesana - San Melchiade, su diocesidiroma.it. URL consultato il 23 ottobre 2020.
  2. ^ Alessandra Stoppini, Labaro, storia e storie di una borgata romana, ilrecensore.com, 20 ottobre 2011. URL consultato il 25 maggio 2014.
  3. ^ San Milziade (o Melchiade), in Santi, beati e testimoni - Enciclopedia dei santi, santiebeati.it. URL consultato il 25 maggio 2014.
  4. ^ a b S. Mavilio, p. 96.
  5. ^ a b G. Spina, p. 60.
  6. ^ S. Mavilio, p. 97.
  7. ^ Galleria fotografica, su domenicomorgante.it. URL consultato il 25 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 marzo 2016).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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