Chiesa di San Biagio (Forlì)

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Chiesa di San Biagio
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia Romagna
LocalitàForlì
Coordinate44°13′39″N 12°02′14.64″E / 44.2275°N 12.0374°E44.2275; 12.0374
Religionecattolica
Titolaresan Biagio
Diocesi Forlì-Bertinoro
Consacrazione1953

La chiesa di San Biagio è situata nel centro storico di Forlì. L'edificio è costruito sui resti della precedente chiesa, ricalcandone parzialmente le forme esterne, distrutta dai bombardamenti del 1944[1]. Al suo interno ospita alcune opere d'arte di valore, tra cui una Immacolata Concezione di Guido Reni[1].

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La precedente chiesa di San Biagio, distrutta dai bombardamenti nel 1944, come appariva a inizio Novecento
San Giacomo Maggiore e il miracolo degli uccelli selvatici nella perduta Cappella Feo, distrutta nel 1944

L'attuale chiesa venne edificata sulle fondazioni dell'antica chiesa di San Biagio nel dopoguerra (1952). L'antica chiesa, consacrata nel 1433 e rimaneggiata nel Seicento, venne distrutta nel 1944 dai bombardamenti.

La chiesa è a navata unica, con il soffitto a travature scoperte e un porticato davanti.

All'interno si trovano delle opere d'arte scampate alla distruzione, come un trittico tardo quattrocentesco, rappresentante la Madonna in Trono col Bambino e i Santi, posto sul primo altare di sinistra e realizzato dal Palmezzano. Sul primo altare di destra invece è sistemata una tela di Guido Reni, si tratta di un'Immacolata Concezione probabilmente realizzata nel 1627. Sui gradini del presbiterio inoltre è collocata la quattrocentesca acquasantiera in marmo bianco al centro del quale si distingue una piccola rana.

Gli affreschi che un tempo decoravano la Cappella Feo (1493-94) di Melozzo da Forlì e di Marco Palmezzano sono stati distrutti dai bombardamenti dell'autunno del 1944. La cappella, dedicata a san Giacomo maggiore, fu commissionata da Caterina Sforza, signora di Forlì, come cappella gentilizia per la famiglia del suo secondo marito Giacomo Feo, ucciso nel 1495 e qui sepolto. Vi si trovava anche il sepolcro di Barbara Manfredi, moglie di Pino III Ordelaffi: reduce dai bombardamenti, e dopo lunghi restauri, si trova oggi nell'abbazia di San Mercuriale.

Il 25 novembre 1994 sono state inaugurate otto lunette realizzate da altrettanti pittori forlivesi: Roberto Casadio, Mario Di Cicco, Gianni Cinciarini, Miria Malandri, Daniele Masini, Ettore Nadiani, Pier Claudio Pantieri, Angelo Ranzi, Irene Ugolini Zoli[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Dopo 69 anni dalla perdita di San Biagio, cronaca della tragedia dai Diari di Mambelli, su ForlìToday. URL consultato il 28 dicembre 2021.
  2. ^ Otto lunette dipinte in San Biagio : opere dei pittori forlivesi Roberto Casadio, Mario Di Cicco, Gianni Cinciarini, Miria Malandri, Daniele Masini, Ettore Nadiani, Pier Claudio Pantieri, Angelo Ranzi, Irene Ugolini Zoli : 25 novembre 1994, festività di Santa Caterina d'Alessandria, Filograf, Forlì 1994.

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