Chiesa della Madonna di Loreto (Massimeno)

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Chiesa della Madonna di Loreto
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàMassimeno
Coordinate46°08′30.32″N 10°46′23.42″E / 46.141756°N 10.773173°E46.141756; 10.773173
Religionecattolica
TitolareMadonna di Loreto
Arcidiocesi Trento
Consacrazione1862
Stile architettonicoNeoclassico
Inizio costruzione1860
Completamento1862

La chiesa della Madonna di Loreto (o della Beata Vergine Lauretana) è una chiesa cattolica situata nel comune di Massimeno, in provincia di Trento; è sussidiaria della parrocchiale di Santa Lucia di Giustino e fa parte dell'arcidiocesi di Trento[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Vista laterale

Una prima cappella sorse nel centro abitato di Massimeno tra il 1758 e il 1761, situata nell'area adiacente alla chiesa odierna che è ora adibita a parco giochi[1]; essa era di proprietà privata della famiglia Cozzini[senza fonte]. Questa cappelletta venne demolita contestualmente all'inizio dei lavori di costruzione della nuova chiesa, che presero avvio nel 1860 e si conclusero due anni dopo. Il nuovo edificio venne quindi benedetto in data 23 dicembre 1862[1].

Sono documentati nel 1959 dei lavori di restauro non meglio precisati, in concomitanza dei quali vennero anche eseguite le pitture del presbiterio, opera di Angelo Dorna di Pinzolo; tra il 1970 e il 1980 è stato realizzato l'adeguamento liturgico, con l'aggiunta di elementi eterogenei e non permanenti[1].

Nonostante sia la chiesa principale del paese, non è sede parrocchiale (è infatti sussidiaria della chiesa di Santa Lucia, situata nel vicino comune di Giustino)[1], il che rende Massimeno uno degli unici due comuni di tutto il Trentino a non avere una propria parrocchia (l'altro è Vignola-Falesina).

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Presbiterio

La chiesa sorge su un terrazzo affacciato sul cimitero, ed è regolarmente orientata a est. La facciata è divisa in tre sezioni verticali; quelle più esterne sono delimitate, in basso, da paraste ioniche, e in alto da cornici rettangolari; in quella centrale, più grande, si aprono il portale architravato e, all'interno di un'arcata, una finestra a lunetta; l'intero prospetto è tagliato in due in orizzontale da un cornicione marcapiano, e sormontato da un frontone triangolare modanato[1].

Le pareti laterali sono caratterizzate dai corpi sporgenti continui delle cappelle laterali, con un ingresso laterale e sovrastati da tre finestre a lunetta. Il campanile, addossato al lato sinistro del presbiterio, ha una sezione delimitata da cornicioni in cui si trova l'orologio, e sopra di essa la cella campanaria aperta da quattro monofore; la cima è costituita da un tamburo ottagonale con oculi su lati alterni, che fa da base alla piccola cupola culminante con sfera e croce. Opposto alla torre campanaria emerge il volume della sagrestia[1].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione della grotta di Lourdes, con le statue dell'Immacolata e di Bernadette, nell'altare laterale sinistro

L'interno è a navata unica, suddivisa in tre campate da pilastri ornati da paraste ioniche; ai lati di ogni campata si aprono delle piccole cappelle laterali simmetriche con soffitto ad arcata, di cui quelle centrali aventi la funzione di ingressi laterali. L'arco santo a tutto sesto precede il presbiterio, che è rialzato di tre gradini e si conclude con l'abside semicircolare; incassata nell'arcata di controfacciata si trova infine la cantoria[1].

La decorazione interna della chiesa è realizzata prevalentemente a stucchi, concentrati nelle volte e arcate delle cappelle laterali, nella volta del presbiterio e nel catino absidale (dove risalta una raffigurazione del battesimo di Gesù); oltre ad essi, sono presenti dei dipinti murali sulle pareti del presbiterio e dell'abside (una striscia di simboli incorniciati in cerchi che rappresentano le allegorie mariane), e sulle vele delle volte della navata[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Chiesa della Madonna di Loreto <Massimeno>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 18 gennaio 2022.

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