Chiesa del Redentore (Trento)

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Chiesa del Redentore
L'ex chiesa del Redentore, quasi completamente restaurata a dicembre 2020
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàTrento
Coordinate46°03′52.43″N 11°07′34.84″E / 46.064564°N 11.126344°E46.064564; 11.126344
Religioneoriginariamente cattolica,
ora sconsacrata
TitolareCristo Redentore
Arcidiocesi Trento
ArchitettoLudwig Pulsator
Stile architettoniconeoromanico
Completamento1889

La chiesa del Redentore è un'ex chiesa cattolica, oggi sconsacrata, situata a Trento in via San Giovanni Bosco.

Non va confusa con la chiesa del cimitero monumentale di Trento, anch'essa dedicata al Cristo Redentore[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I due portalini d'ingresso

La chiesa è stata costruita nel 1889, su progetto dell'architetto Ludwig Pulsator (1856-1899)[2][3], come parte di un complesso di edifici utilizzato dall'istituto vescovile per sordomuti fondato dal principe vescovo de Tschiderer[4]. Nel 1979 la chiesa venne restaurata e adeguata alle norme del Concilio Vaticano II[2][3].

L'istituto venne demolito nei primi anni Novanta[2] tranne la chiesa, che nel 1994 fu acquistata per un prezzo simbolico dalla vicina casa di riposo ad uso degli ospiti; delle pratiche per il restauro vennero avviate, ma mai compiute[2][3][4]. Dopo il trasferimento degli anziani in altre strutture la chiesa è stata aperta per alcuni anni nei mesi invernali, per l'esposizione di un grande presepe; cessata anche questa attività, venne sostanzialmente abbandonata e cadde in uno stato di grave degrado[3][4].

Nel 2014 venne approvato un nuovo progetto di restauro (nell'ambito di una più ampia riqualificazione dell'intero quartiere)[4][5], in corso a dicembre 2020[6]; la struttura è destinata a diventare spazio culturale a disposizione della Civica di Trento[7].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'iscrizione latina sul timpano
La struttura come appariva a maggio 2017

La chiesa è uno dei pochi esempi di stile neoromanico a Trento[4]; la facciata a capanna presenta un piccolo rosone, due portalini d'ingresso sormontati da un affresco della Madonna con due angeli, e un timpano recante la frase Christo mutorum miserentis[2].

L'interno è ad aula rettangolare, diviso in due campate e con volta a crociera[2]; le tribune laterali sono caratterizzate da un loggiato sorretto da quattordici colonne, singole e binate[2][4]. La calotta dell'abside è ornata da un grande affresco di Luigi Spreafico, raffigurante il Cristo Pantocratore, accompagnato dal beato de Tschiderer, che gli offre la chiesa, e da un padre che gli presenta il figlio muto[2][4]; ai lati, è affiancato dagli stemmi di papa Leone XII e del vescovo Eugenio Carlo Valussi[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa del Redentore, su Corriere delle Alpi - Necrologie - Chiese e luoghi di culto. URL consultato il 24 maggio 2017.
  2. ^ a b c d e f g h i Gorfer, p. 306.
  3. ^ a b c d Martina Cecco, Le chiese trentine: in città, come in paese, i ruderi avanzano, il SS. Redentore di Trento, in Secolo Trentino, 21 luglio 2015. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  4. ^ a b c d e f g Sandra Mattei, La chiesa del Redentore vittima di muffe e umidità, in Trentino, 29 giugno 2015. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  5. ^ Area Santa Chiara: il Comune punta al fondo da 18 milioni, svolta per il "buco Tosolini", in TrentoToday, 23 agosto 2016. URL consultato il 24 luglio 2018 (archiviato il 24 luglio 2018).
  6. ^ Cambia volto la chiesetta del Redentore a Trento, su Vita Trentina, 9 ottobre 2020. URL consultato il 17 novembre 2020.
  7. ^ La chiesa del Redentore diventerà spazio culturale, su Trentino, 29 maggio 2018. URL consultato il 2 giugno 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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