Chiesa del Gesù (Ancona)

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Chiesa del Santissimo Nome di Gesù
Facciata della chiesa
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàAncona
IndirizzoPiazza Benvenuto Stracca - Ancona
Coordinate43°37′21″N 13°30′41″E / 43.6225°N 13.511389°E43.6225; 13.511389
Religionecattolica di rito romano
TitolareGesù
Arcidiocesi Ancona-Osimo
ArchitettoLuigi Vanvitelli
Stile architettonicoTardo barocco
Completamento1743

La chiesa del Gesù è un luogo di culto cattolico di Ancona, situato di fronte al palazzo degli Anziani, in piazza Benvenuto Stracca, l'antica Piazza del Comune. Il titolo completo è "chiesa del Santissimo Nome di Gesù". È opera di Luigi Vanvitelli.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio fu costruito nel 1605 per volontà del conte Nappi. Nel 1631 venne aggiunto un collegio. Nel 1743, l'architetto Luigi Vanvitelli, nella fase di riammodernamento della città voluta da papa Clemente XII, mise mano anche a questa chiesa, oltre che alla Mole Vanvitelliana e l'arco Clementino, tutte opere che si trovano nella zona portuale di Ancona.

Per molti anni l'edificio è stato chiuso al pubblico e in attesa dell'ultimazione dei restauri interni. Il 1º settembre 2011 è stata di nuovo riaperta al pubblico nell'ambito delle manifestazioni correlate al XXV Congresso eucaristico nazionale; in tale occasione sono stati riportati in essa i quadri prima custoditi nella pinacoteca comunale dopo il restauro di quelli ancora in situ.[1]

Nel 2017 la Chiesa del Gesù è stato uno dei siti scelti dal FAI per l'organizzazione delle giornate di primavera.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'entrata della chiesa è collegata alla piazza antistante attraverso due scalee di forma semiellittica; la loro funzione, oltre che ornamentale, è anche quella di coprire in poco spazio l'elevato dislivello fra l'entrata dell'edificio e la strada. L'intera facciata ha una forma concava che riecheggia l'arco dell'insenatura del porto, ai cui estremi Vanvitelli lasciò le altre sue opere maggiori anconitane: a nord l'Arco Clementino e a sud il Lazzaretto.

Di fronte al portale è posto un pronao costituito da due pilastri angolari, due colonne centrali e una trabeazione di ordine dorico, il cui fregio è privo dei triglifi. Il pronao sorregge un frontone triangolare sprovvisto di sculture al suo interno, come d'altronde ne è sprovvisto tutto l'esterno dell'edificio. Al di sopra dell'ingresso è presente un alto attico, la cui parte centrale è coronata da un frontone curvilineo. Sempre nella parte centrale dell'attico si apre un'ampia finestra rettangolare, anch'essa coronata da un frontone, triangolare come quello del pronao. Fino al periodo bellico la facciata era sormontata da sei torce fiammeggianti in terracotta, parte organica del progetto vanvitelliano che conferivano maggior slancio al prospetto, che per motivi oscuri furono successivamente rimosse e non più ripristinate.

La pianta dell'edificio è a croce latina inscritta, con abside semicircolare e cupola, sul tipo della Chiesa del Gesù di Roma, struttura madre dell'Ordine dei Gesuiti. Le quattro cappelle ai lati della navata, comunicando tra di loro e con il transetto, quasi formano delle navate laterali, come nella Chiesa di Sant'Ignazio e nella Chiesa del Gesù di Roma.

Dipinti[modifica | modifica wikitesto]

Circoncisione, di Orazio Gentileschi (1605-07)

Nella chiesa sono presenti i seguenti dipinti:

  • Circoncisione, di Orazio Gentileschi, è il dipinto più notevole dell'edificio sacro ed è posto sull'altare maggiore, dato che illustra il titolo della chiesa: Gesù ricevette infatti il suo nome in occasione della cerimonia della circoncisione. Il dipinto è articolato in due spazi compositivi: l'inferiore e il superiore. Al centro della parte inferiore della composizione, si trova il Bambin Gesù, circondato dal sacerdote che compie il rito e da altri tre religiosi; sulla sua destra si notano Maria e Giuseppe, con lo sguardo fisso sul Bambino, che ricambia; sullo sfondo, invece, due coppie di personaggi che discutono animatamente. Forse i due più anziani sono la profetessa Anna e Simeone, l'una sul lato destro e l'altro su quello sinistro; la loro presenza ricorderebbe un successivo episodio della vita di Gesù: la presentazione al Tempio, alla quale parteciparono. Nella scena della parte superiore domina la figura di Dio Padre; sono presenti due angeli inginocchiati: quello di sinistra è l'arcangelo Gabriele, che indica con la mano destra il monogramma IHS e che tiene l'altra mano sul cuore; sullo sfondo tre angeli musicanti. Particolare degno di nota è la natura morta a destra del Bambino. Questo dipinto è stato importante anche per la formazione della figlia dell'autore: Artemisia Gentileschi, che diverse volte ne trasse ispirazione[2].
Nella parte superiore del dipinto, a sinistra, si nota una giovane che suona l'organo, il cui sguardo esce dal quadro e colpisce l'osservatore; si tratta di Santa Cecilia. Uno studio del 2019 ha rivelato che il pittore ritrasse nel volto della santa protettrice della musica la figlia quattordicenne Artemisia. Per gli altri personaggi del dipinto fecero da modelli i frequentatori della bottega romana del pittore: un pellegrino siciliano, una lavandaia, un cavadenti, un medico[3].

Era presente nella chiesa anche la statua in bronzo di Pietro Paolo Jacometti Madonna col Bambino[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dopo quarant'anni riapre la chiesa del Gesù., Il Resto del Carlino, 1º settembre 2011. URL consultato il 2 settembre 2011.
  2. ^ Circoncisione
  3. ^ L'ipotesi, basata su studi d’archivio, è della storica dell’arte Lucia Panetti ed è stata accolta da uno dei due curatori della mostra “La luce e i silenzi: Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche del Seicento”, Anna Maria Ambrosini, che ha avuto luogo a Fabriano nel 2019. Si veda l'articolo del Giornale Off "Il (vero) volto di Artemisia"
  4. ^ Guide rosse del TCI, volume 23, Marche, edizione 2005 (p. 98).

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