Diocesi di Cadice e Ceuta

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Diocesi di Cadice e Ceuta
Dioecesis Gadicensis o Gaditana et Septensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia
 
Stemma della diocesi
Collocazione geografica
Collocazione geografica della diocesi
 
VescovoRafael Zornoza Boy
Presbiteri197, di cui 137 secolari e 60 regolari
3.751 battezzati per presbitero
Religiosi80 uomini, 381 donne
Diaconi13 permanenti
 
Abitanti811.200
Battezzati739.000 (91,1% del totale)
StatoSpagna
Superficie3.764 km²
Parrocchie116
 
Erezione5 febbraio 1241[1] (Cadice)
4 aprile 1417 (Ceuta)
Ritoromano
CattedraleSanta Croce (Cadice)
Assunzione di Maria Vergine (Ceuta)
IndirizzoCasa de la Iglesia, Calle Hospital de Mujeres 26, 11001 Cádiz, España; Plaza de Nuestra Señora de Africa, 51001 Ceuta, España
Sito webwww.obispadocadizyceuta.es
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Spagna
La cattedrale dell'Assunzione di Maria a Ceuta.
Il santuario Santa María de África, patrona di Ceuta.

La diocesi di Cadice e Ceuta (in latino: Dioecesis Gadicensis o Gaditana et Septensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Siviglia. Nel 2021 contava 739.000 battezzati su 811.200 abitanti. È retta dal vescovo Rafael Zornoza Boy.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprende la parte meridionale della provincia di Cadice e l'exclave spagnola di Ceuta. Fanno parte della diocesi i seguenti comuni: Alcalá de los Gazules, Algeciras, Barbate, Los Barrios, Benalup-Casas Viejas, Cadice, Castellar de la Frontera, Ceuta, Chiclana de la Frontera, Conil de la Frontera, Jimena de la Frontera, La Línea de la Concepción, Medina-Sidonia, Paterna de Rivera, Puerto Real, San Fernando, San Roque, Tarifa e Vejer de la Frontera.[2]

Sede vescovile è la città di Cadice, dove si trova la cattedrale della Santa Croce. All'Assunzione di Maria Vergine è dedicata la cattedrale di Ceuta.

Il territorio si estende su 3.764 km² ed è suddiviso in 116 parrocchie; otto di queste si trovano nell'exclave di Ceuta.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Diocesi di Ceuta[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la conquista di Ceuta da parte dei portoghesi nel 1415, la prima preoccupazione del re Giovanni I fu di istituirvi una diocesi. Con la bolla Romanus Pontifex del 4 aprile 1417, papa Martino V incaricò gli arcivescovi di Braga e di Lisbona di esaminare la situazione e li autorizzò a procedere eventualmente all'erezione della diocesi, cosa che essi fecero. Quattro anni dopo Martino V confermò la nomina del primo vescovo, Aymaro di Aurillac, già vescovo del Marocco.

Originariamente la nuova diocesi era suffraganea dell'arcidiocesi di Lisbona, ad eccezione del periodo 1540-1570 quando fu sottomessa all'arcidiocesi di Évora. La sua giurisdizione territoriale variò diverse volte nel tempo. All'inizio sembra avesse competenza su tutto il regno di Fez, ma probabilmente fu solo una giurisdizione teorica. A partire dal 1444 alcuni territori della penisola iberica furono aggregati alla diocesi di Ceuta; dal 1513 i vescovi posero la loro residenza a Olivenza, nel sud-est del Portogallo, fino a quando, nel 1570, la regione di Olivenza fu annessa alla nuova diocesi di Elvas. Da questo momento, la diocesi di Ceuta fu ridotta al suo solo territorio africano.

Per questo motivo il 9 giugno 1570 papa Pio V decise di unire la diocesi di Ceuta con quella di Tangeri. Con il trattato del 16 febbraio 1668 il territorio di Ceuta fu incorporato in via definitiva al regno spagnolo, ponendo così fine alla dominazione portoghese. Questo determinò la fine dell'unione con Tangeri, decisa il 16 dicembre 1675, quando Roma ristabilì la diocesi di Ceuta, cui furono uniti i territori della diocesi di Tangeri, che venne soppressa. Contestualmente la sede di Ceuta entrò a far parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Siviglia.

Il 4 settembre 1420 fu consacrata la cattedrale diocesana, ricavata dalla precedente moschea. Questa chiesa, che secondo testimonianze del Quattrocento era ricca di 180 colonne di marmo di diversi colori[4], cadde in rovina e fu sostituita da una nuova cattedrale, costruita tra il 1685 ed il 1731.

In seguito al concordato fra Santa Sede e governo spagnolo del 1851, confermato dalla bolla Ad vicariam di papa Pio IX del 5 settembre 1851[5], la diocesi di Ceuta fu unita alla diocesi di Cadice, mantenendo le proprie strutture amministrative ed il capitolo della cattedrale. In realtà nessuna bolla ha mai sancito canonicamente l'unione.

Inizialmente i vescovi di Cadice si rifiutarono di prendersi carico anche della diocesi africana, che fu affidata perciò a dei vicari capitolari. Nel 1876 un primo accordo permise la nomina di amministratori apostolici residenti con carattere episcopale e con un titolo in partibus infidelium.[6] Nel 1879 i vescovi di Cadice accettarono l'incarico di amministratori apostolici di Ceuta.[7]

Il 14 aprile 1908 la prefettura apostolica del Marocco, eretta nel 1630 sui resti dell'antica sede di Tangeri, fu elevata a vicariato apostolico e di fatto cessò la giurisdizione dei vescovi di Ceuta sul suo territorio.

Diocesi di Cadice[modifica | modifica wikitesto]

Le origini del cristianesimo nel territorio dell'odierna diocesi si fa risalire, con tutte le dovute cautele, a sant'Isicio (o Hiscio), uno dei sette viri apostolici che secondo la tradizione portarono il vangelo nella Hispania romana. Isicio sarebbe stato il fondatore della sede episcopale di Carteya, nei pressi di Algeciras, sede che, a causa delle persecuzioni, sarebbe stata trasferita nell'entroterra ad Asidonia o Assidona, l'odierna Medina-Sidonia. Di questa diocesi si conoscono nomi di alcuni vescovi non solo in epoca visigotica, ma anche durante la dominazione araba, fino al 1145.[8]

Dopo la riconquista della città ad opera di Alfonso X, il 21 agosto 1263 fu eretta la diocesi di Cadice con la bolla Excelsum fecit di papa Urbano IV, che vi trasferì l'antico titolo vescovile di Asidonia.[9] Il fiume Guadalete divenne lo storico confine settentrionale che separò la nuova diocesi dal territorio dell'arcidiocesi di Siviglia, di cui divenne suffraganea.

La prematura morte di Urbano IV impedì la realizzazione di questa fondazione, che tuttavia fu confermata dal successore papa Clemente IV con due bolle: la prima, scritta il 2 febbraio 1266, con la quale il pontefice incaricava il vescovo di Avila Domingo Suárez di procedere all'esecuzione della bolla del suo predecessore e di erigere la diocesi di Cadice;[10]; la seconda, scritta il 25 maggio 1267, con la quale Clemente IV incarica alcuni vescovi spagnoli di procedere alla consacrazione del vescovo eletto, il francescano Juan Martínez.[11] Prima cattedrale della diocesi divenne la chiesa di Santa Croce.

Nel 1344 Alfonso XI strappò agli Arabi anche la città di Algeciras, che divenne la sede di una nuova diocesi, eretta il 30 aprile di quell'anno in forza della bolla Gaudemus et exultamus di papa Clemente VI, e unita in persona episcopi a quella di Cadice.[12] La moschea di Algeciras fu trasformata in cattedrale, con il nome di Santa Maria della Palma; fu distrutta dagli arabi, assieme a tutta la città, nel 1379. I vescovi di Cadice portarono il doppio titolo fino al 1851, quando la diocesi di Algeciras venne soppressa dal concordato.

Il 2 novembre 1589 il vescovo Antonio Zapata Cisneros istituì a Cadice il seminario diocesano, dedicato a san Bartolomeo.[13]

Il Settecento fu un secolo di grande sviluppo religioso ed ecclesiastico per la città episcopale e della diocesi. Nel 1722 il vescovo Lorenzo Armengual de la Mota diede inizio ai lavori di costruzione per la nuova cattedrale, che sarà completata nel 1832 e aperta al culto nel 1838. Nel 1749 e nel 1768 per impulso del vescovo Tomás del Valle furono istituiti rispettivamente l'ospedale delle Donne e l'ospedale di San Giovanni. Numerosi furono gli istituti religiosi che aprirono le loro residenza a Cadice con la costruzione di numerose chiese.

Nell'Ottocento, anche la diocesi di Cadice subì un periodo di crisi e di decadenza, legato in maggior parte alla caduta dell'antico regime e all'instaurarsi di un regime liberale e per lo più anticlericale. Nel 1873 il sindaco anarchico Fermín Salvochea fece chiudere alcune chiese di Cadice.

All'inizio del XX secolo il vescovo José María Rancés y Villanueva seppe dare alla diocesi un forte e moderno orientamento pastorale, puntando sulla predicazione, sulla diffusione della stampa cattolica e sull'azione sociale.

Durante la Seconda repubblica (1931) e la guerra civile (1936) molte chiese furono saccheggiate e incendiate.

A partire dal 1933 nelle fonti vaticane la diocesi appare con il nome attuale.

Nel 1980 cedette una piccola porzione di territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Jerez de la Frontera.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Vescovi di Cadice[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1344 al 1851 i vescovi portarono il titolo di "vescovi di Cadice e Algeciras".

  • Juan Martínez, O.F.M. † (1266 - 24 dicembre 1278 nominato vescovo di Guarda)[14]
  • Suero † (prima del 24 aprile 1281 - dopo il 9 maggio[15] 1291 deceduto)
  • Rodrigo, O.F.M. † (prima del 21 novembre 1292 - dopo il 4 ottobre 1293)
  • Martín † (prima del 12 novembre 1294 - prima del 24 aprile 1295[16])
    • Sede vacante (1295-1297)
  • Pedro † (prima del 20 giugno 1297 - dopo il 20 agosto 1327)
  • Bartolomé † (prima del 1331 - circa 1349[17] deceduto)
  • Sancho † (25 marzo 1349 - 1364 deceduto)
  • Gonzalo González, O.F.M. † (10 giugno 1364 - 1384 deceduto)[18]
  • Rodrigo de Alcalá, O.F.M. † (9 marzo 1384 - 1395 deceduto)
  • Juan de Ezcaray, O.F.M. † (28 luglio 1395 - circa 1408 deceduto)
    • Santiago Puche, O.F.M. † (1403 - 1408) (antivescovo)
  • Alonso de Solís, O.P. † (15 dicembre 1408 - dopo il 15 marzo 1420)
    • Sede vacante
  • Juan González † (8 luglio 1426 - 1440 deceduto)
  • Juan de Torquemada, O.P. † (27 luglio 1440 - 11 luglio 1442 nominato vescovo di Orense)
  • Gonzalo Venegas † (13 luglio 1442 - dopo il 14 aprile 1472 deceduto)
  • Pedro Fernández de Solís † (15 giugno 1472 - dopo l'11 dicembre 1493 deceduto)
  • Giovanni Ruffo Teodoli † (8 settembre 1523 - 6 settembre 1525 dimesso)
  • Gerolamo Teodoli † (6 settembre 1525 - 16 ottobre 1564 dimesso)
  • Luis García Haro de Sotomayor † (25 ottobre 1564 - 7 agosto 1587 nominato vescovo di Malaga)
  • Antonio Zapata y Cisneros † (17 agosto 1587 - 13 maggio 1596 nominato vescovo di Pamplona)
  • Maximiliano de Austria † (23 settembre 1596 - 27 agosto 1601 nominato vescovo di Segovia)
  • Gómez Suárez Figueroa † (26 giugno 1602 - 1612 deceduto)
  • Juan Cuenca † (20 agosto 1612 - 1623 deceduto)
  • Plácido Pacheco de Haro, O.S.B. † (20 marzo 1623 - 18 luglio 1623 nominato vescovo di Plasencia)
  • Domingo Cano de Haro, O.P. † (8 agosto 1623 - 1639 deceduto)
  • Juan Dionisio Fernández Portocarrero † (16 luglio 1640 - 27 novembre 1641 deceduto)
  • Francisco Guerra, O.F.M. † (16 giugno 1642 - 3 aprile 1656 nominato vescovo di Plasencia)
  • Fernando de Quesada † (28 agosto 1656 - 8 maggio 1662 deceduto)
    • Mateo Sagade Bugueiro † (1662 - 1662 nominato vescovo di León) (vescovo eletto)
  • Alonso Pérez de Humanares, O.Cist. † (12 febbraio 1663 - 23 giugno 1663 deceduto)[19]
  • Alfonso Vázquez de Toledo, O.F.M. † (26 novembre 1663 - 30 dicembre 1672 deceduto)
  • Diego de Castrillo † (29 maggio 1673 - 16 novembre 1676 nominato arcivescovo di Saragozza)
  • Juan de Isla † (8 marzo 1677 - 23 settembre 1680 nominato arcivescovo di Burgos)
  • Antonio Ibarra † (18 novembre 1680 - 1690 deceduto)[20]
  • José de Barcia y Zambrana † (27 agosto 1691 - 30 novembre 1695 deceduto)
  • Alonso de Talavera, O.S.H. † (18 luglio 1696 - dicembre 1714 deceduto)
  • Lorenzo Armengual del Pino de la Mota † (6 maggio 1715 - 15 maggio 1730 deceduto)
  • Tomás del Valle, O.P. † (12 febbraio 1731 - febbraio 1776 deceduto)
  • Juan Bautista Cervera, O.F.M. † (12 maggio 1777 - 11 gennaio 1782 deceduto)
  • José Escalzo Miguel, O.S.B. † (18 luglio 1783 - 17 marzo 1790 deceduto)
  • Antonio Martínez de la Plaza † (29 novembre 1790 - ottobre 1800 deceduto)
  • Francisco Javier Utrera † (23 febbraio 1801 - 27 dicembre 1808 deceduto)
    • Sede vacante (1808-1815)
  • Juan Acisclo Vera Delgado † (15 marzo 1815 - 22 luglio 1818 deceduto)
  • Francisco Javier de Cienfuegos y Jovellanos † (4 giugno 1819 - 20 dicembre 1824 nominato arcivescovo di Siviglia)
  • Domingo de Silos Moreno, O.S.B. † (21 marzo 1825 - 9 marzo 1853 deceduto)
  • Juan José Arbolí Acaso † (22 dicembre 1853 - 1º febbraio 1863 deceduto)
  • Félix María Arrieta y Llano, O.F.M.Cap. † (1º ottobre 1863 - 17 febbraio 1879 dimesso)
  • Jaime Catalá y Albosa † (28 febbraio 1879 - 9 agosto 1883 nominato vescovo di Barcellona)
  • Vicente Calvo y Valero † (27 marzo 1884 - 27 giugno 1898 deceduto)
  • José María Rancés y Villanueva † (28 novembre 1898 - 14 giugno 1917 deceduto)
  • Marcial López y Criado † (18 maggio 1918 - 15 febbraio 1932 deceduto)

Vescovi di Ceuta[modifica | modifica wikitesto]

  • Aymaro di Aurillac, O.F.M. † (21 marzo 1421 - circa 1443 deceduto)
  • João Manuel, O.Carm. † (20 luglio 1444 - 9 luglio 1459 nominato vescovo di Guarda)
  • João Rodrigo (Galvão) † (13 luglio 1459 - 17 settembre 1459 nominato vescovo di Coimbra)
  • Álvaro † (17 ottobre 1459 - 1472 ?)
  • Juan Alfonso Manuel Ferraz † (9 gennaio 1472 - 17 marzo 1477 nominato vescovo di Guarda)
  • Pedro Martín † (28 marzo 1477 - 24 settembre 1477 nominato vescovo di Lamego)
  • Justo Baldino † (15 marzo 1479 - dopo il 26 aprile 1493 deceduto)
  • Fernando de Almeida † (19 luglio 1493 - 1499 deceduto)
  • Diego de Ortiz de Vilhegas † (4 maggio 1500 - 27 giugno 1505 nominato vescovo di Viseu)
  • Enrique Álvarez de Coimbra, O.F.M. † (30 gennaio 1506 - 14 settembre 1532 deceduto)
  • Diego de Silva, O.F.M. † (4 marzo 1534 - 1540 nominato arcivescovo di Braga)
  • Diego de Ortiz de Vilhegas † (24 settembre 1540 - 4 luglio 1544 deceduto)
  • Jaime de Lancastro † (9 ottobre 1545 - 12 marzo 1569 deceduto)
  • Antonio Medina Chacón y Ponce de León † (16 dicembre 1675 - 9 dicembre 1680 nominato vescovo di Lugo)
  • Juan Porras y Atienza † (12 maggio 1681 - 24 aprile 1684 nominato vescovo di Coria)
  • Luis de Ayllón † (5 giugno 1684 - 1685 deceduto)
  • Antonio Ibáñez de la Riva Herrera † (9 aprile 1685 - 28 aprile 1687 nominato arcivescovo di Saragozza)
  • Diego Ibáñez de Lamadrid y Bustamante † (9 giugno 1687 - 5 aprile 1694 deceduto)
  • Vidal Marín del Campo † (13 settembre 1694 - 10 marzo 1709 deceduto)
    • Sede vacante (1709-1713)
  • Sancho de Velunza y Corcuera † (11 dicembre 1713 - 5 ottobre 1716 nominato vescovo di Coria)
  • Francisco Laso de la Vega Córdova, O.P. † (5 ottobre 1716 - 28 maggio 1721 nominato vescovo di Plasencia)
  • Tomás Crespo Agüero † (16 luglio 1721 - 17 marzo 1727 nominato arcivescovo di Saragozza)
  • Tomás del Valle, O.P. † (17 marzo 1727 - 12 febbraio 1731 nominato vescovo di Cadice)
  • Andrés Mayoral Alonso de Mella † (9 aprile 1731 - 27 gennaio 1738 nominato arcivescovo di Valencia)
  • Miguel de Aguiar de Padilla † (27 gennaio 1738 - 14 febbraio 1743 deceduto)
  • Martín Barcia Carrascal † (15 luglio 1743 - 12 gennaio 1756 nominato vescovo di Cordova)
  • José de la Cuesta y Velarde † (7 aprile 1756 - 17 agosto 1761 nominato vescovo di Sigüenza)
  • Antonio Gómez de la Torre y Jaraveitia † (17 agosto 1761 - 28 maggio 1770 nominato vescovo di Jaén)
  • José Domingo de Rivero y Quijano † (6 agosto 1770 - gennaio 1771 deceduto)
  • Manuel Fernández de Torres † (17 giugno 1771 - 6 settembre 1773 deceduto)
  • Felipe Antonio Solano † (18 aprile 1774 - 1º marzo 1779 nominato vescovo di Cuenca)
  • Diego Martín Rodríguez, O.F.M. † (13 dicembre 1779 - 13 febbraio 1785 nominato vescovo di Coria)
  • Domingo de Benaocaz, O.F.M.Cap. † (19 dicembre 1785 - dicembre 1811 deceduto)
    • Sede vacante (1811-1814)
  • Andrés Esteban Gómez † (19 dicembre 1814 - 22 luglio 1816 nominato vescovo di Jaén)
  • Rafael Manuel José Benito de Vélez Téllez, O.F.M.Cap. † (14 aprile 1817 - 12 luglio 1824 nominato arcivescovo di Burgos)
  • Francisco Javier García Casarrubios y Melgar, O.Cist. † (27 settembre 1824 - 19 dicembre 1825 nominato vescovo di Tui)
  • Pablo Hernandez, O.SS.T. † (13 marzo 1826 - 21 luglio 1829 deceduto)
  • Juan Sánchez Barragán y Vera † (15 marzo 1830 - 14 agosto 1846 deceduto)

Vescovi di Cadice e Ceuta[modifica | modifica wikitesto]

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi nel 2021 su una popolazione di 811.200 persone contava 739.000 battezzati, corrispondenti al 91,1% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1950 599.000 600.000 99,8 211 141 70 2.838 150 610 61
1957 565.000 573.000 98,6 257 161 96 2.198 116 908 70
1970 729.000 731.700 99,6 511 172 339 1.426 343 1.107 99
1980 707.000 757.000 93,4 222 132 90 3.184 144 810 103
1990 668.264 688.264 97,1 249 132 117 2.683 7 178 765 109
1999 684.000 708.000 96,6 241 141 100 2.838 11 150 688 109
2000 686.000 712.000 96,3 240 140 100 2.858 11 150 688 109
2001 684.000 710.000 96,3 236 136 100 2.898 11 150 688 109
2002 685.000 723.493 94,7 230 130 100 2.978 11 150 688 109
2003 692.000 724.975 95,5 236 136 100 2.932 11 150 688 109
2004 702.000 732.850 95,8 238 138 100 2.949 10 154 688 110
2006 645.000 675.320 95,5 241 141 100 2.676 9 150 688 110
2012 703.400 769.800 91,4 230 140 90 3.058 4 137 604 118
2013 704.200 770.900 91,3 228 138 90 3.088 15 114 604 118
2016 724.600 794.209 91,2 235 145 90 3.083 16 107 373 116
2019 726.800 797.800 91,1 176 147 29 4.129 13 112 344 115
2021 739.000 811.200 91,1 197 137 60 3.751 13 80 381 116

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Data riportata dagli Annuari Pontifici.
  2. ^ Dal sito ufficiale Archiviato il 3 marzo 2014 in Internet Archive. della Conferenza episcopale spagnola.
  3. ^ Dal sito ufficiale della Conferenza episcopale spagnola.
  4. ^ Pérez, op. cit., col. 255.
  5. ^ Testo della bolla in: Pii IX pontificis maximi Acta, parte I, vol. I, Roma 1854, pp. 303-341.
  6. ^ Furono due i vescovi in partibus: Ildefonso Infante y Macías, vescovo titolare di Claudiopoli di Isauria, e José Proceso Pozuelo y Herrero, vescovo titolare di Antipatride.
  7. ^ Secondo gli studi di F. Pérez e di M. J. Vilar, citati nelle fonti bibliografiche, ancora oggi i vescovi di Cadice sarebbero solo amministratori apostolici di Ceuta.
  8. ^ Manuel Barea Patrón, op. cit., pp. 19-20.
  9. ^ Mansilla, La creación del obispado de Cádiz..., p. 77. Ángel J. Sáez Rodríguez, Una sede episcopal en el Campo de Gibraltar Archiviato il 2 aprile 2019 in Internet Archive., in: Almoraima, revista de estudios campogibraltareños, n° 2, 1989, p. 38, nota 13.
  10. ^ Bulas fundacionales de la Diócesis de Cádiz (II), pp. 24 e 36-38.
  11. ^ Bulas fundacionales de la Diócesis de Cádiz (II), pp. 24 e 39-45. José Sánchez Herrero, El episcopologio medieval gaditano..., p. 446.
  12. ^ Bulas fundacionales de la Diócesis de Cádiz (III), pp. 57 e 66-72.
  13. ^ Dal sito web Archiviato il 5 aprile 2013 in Internet Archive. del seminario di Cadice e Ceuta.
  14. ^ Dopo Juan Martínez, alcuni storici inseriscono un vescovo di nome Fernando, che sarebbe menzionato in un documento del 7 marzo 1281; questo vescovo, di esistenza incerta, è escluso da tutte le altre fonti bibliografiche.
  15. ^ La sede era certamente vacante il 15 settembre successivo. Sánchez Herrero, op. cit., p. 449.
  16. ^ A questa data la sede di Cadice era vacante.
  17. ^ L'ultimo documento che menziona questo vescovo è del 23 giugno 1345.
  18. ^ La cronotassi proposta dal sito ufficiale della diocesi inserisce tra Gonzalo González e Rodrigo de Alcalá un vescovo di nome Juan (1380-1383).
  19. ^ (ES) Biografia di Alonso Pérez de Humanares.
  20. ^ (ES) Biografia di Antonio Ibarra.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Diocesi di Cadice[modifica | modifica wikitesto]

Diocesi di Ceuta[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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