Chiaro di luna (astronomia)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiaro di luna a Hobart Bay, Alaska

In astronomia, un chiaro è la luce di un astro che un corpo celeste emette o riflette su un altro (in genere la Terra) e che è in grado di dissipare l'oscurità della notte in quest'ultimo. Il chiaro di luna è l'illuminazione notturna della Terra prodotta dalla luce solare riflessa sulla Luna.

Poiché la superficie lunare assorbe, in media, l'86-87% della luce che riceve dal Sole, la luce della Luna è piuttosto debole. Tuttavia, data la vicinanza della Luna, quella luce permette di orientarsi e persino di fotografare il paesaggio (come l'immagine sulla destra). Per gli astronomi, ha un effetto disastroso, poiché le particelle che sono sospese nell'aria, quando illuminate dalla Luna, causano un bagliore dal cielo che vela le lastre fotografiche durante esposizioni prolungate.

Osservazione[modifica | modifica wikitesto]

La Terra è per la Luna ciò che è per noi, per quanto riguarda l'illuminazione di entrambi i dischi, ma le fasi sono inverse per due osservatori ipotetici situati su entrambi i corpi. Quindi, quando vediamo la luna piena, con l'intero disco lunare illuminato, e con la massima intensità della luce lunare, l'emisfero del nostro pianeta diretto verso la Luna non riceve luce dal Sole (per il presunto osservatore lunare è la fase della "Nuova Terra") e il disco terrestre rappresenta a malapena un debole bagliore. Viceversa, durante il chiaro di luna, quando l'emisfero lunare visibile della Terra non riceve la luce del Sole, l'emisfero terrestre rivolto verso la Luna è illuminato dal Sole e riflette sulla nostra luce satellitare abbastanza in modo che sulla superficie lunare l'illuminazione sia paragonabile nel crepuscolo di una serata terrestre.

Illuminazione[modifica | modifica wikitesto]

L'intensità della luce lunare varia notevolmente a seconda del ciclo lunare, ma anche una luna piena fornisce in genere un'illuminazione di circa 0,1 lux. Quando la luna è vista da una grande altezza nelle latitudini tropicali, l'emissione luminosa può raggiungere 0,26 lux.[1] Quindi, la luce di una luna piena è circa un milione di volte più debole del Sole.

Il colore di una luce lunare, in particolare vicino alla luna piena, appare bluastro rispetto all'occhio umano rispetto alla maggior parte delle sorgenti di luce artificiale. Ciò è dovuto all'effetto Purkinje, il che significa che, a bassi livelli di illuminazione, la massima luminanza dell'occhio umano tende a spostarsi verso l'estremità blu dello spettro dei colori. Di conseguenza, la luce non è effettivamente macchiata di blu, e anche se la Luna è spesso chiamata "argento", non ha una qualità intrinsecamente argentea. L'albedo della Luna è 0,136,[2] il che significa che solo il 13,6% della luce solare incidente sulla Luna viene riflessa.

Radiazione assorbita[modifica | modifica wikitesto]

La luce proveniente dalla Luna definita luce fredda[3] è stata oggetto di studi per la sua influenza sulla vegetazione[4] in termini di temperatura.[5]

Altri casi[modifica | modifica wikitesto]

Il fenomeno lunare è simile a quello apprezzabile rispetto ad altri corpi celesti. La radura della Terra, ad esempio, è visibile dal nostro pianeta sotto forma di luce cenere. Meno noto il chiaro di Venere, pianeta che raggiunge la sua massima luminosità nel momento in cui il suo diametro apparente è di 40" e che la larghezza delle sue corna è di soli 10". In queste condizioni, e in una notte senza luna, la luce di Venere causa una certa luminosità nel nostro cielo ed è sufficiente che gli oggetti diano ombre percettibili. È anche possibile ottenere fotografie retroilluminate con esposizioni di pochi minuti.

Chiari di luna nell'arte[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Erwin Bunning, INTERFERENCE OF MOONLIGHT WITH THE PHOTOPERIODIC MEASUREMENT OF TIME BY PLANTS, AND THEIR ADAPTIVE REACTION, vol. 62, n. 4, Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America, aprile 1969, pp. 1018–1022, Bibcode:1969PNAS...62.1018B, DOI:10.1073/pnas.62.4.1018, PMC 223607, PMID 16591742. URL consultato il 10 novembre 2006 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2008).
  2. ^ Grant Matthews, Celestial body irradiance determination from an underfilled satellite radiometer: application to albedo and thermal emission measurements of the Moon using CERES, in Applied Optics, vol. 47, n. 27, 2008, pp. 4981–93, Bibcode:2008ApOpt..47.4981M, DOI:10.1364/AO.47.004981, PMID 18806861.
  3. ^ José de Barcia y Zambrana, SVEGLIARINO CRISTIANO, SANTVARIO DI VARII DISCORSI DE SANTI NELLE LORO FESTIVITA' Per eccitare ne Fedeli la diuozione, ed imitazione delle loro virtù, Nella Stampa di Giuseppe Pandolfo Malatesta, 1722. URL consultato il 21 marzo 2023.
  4. ^ Dionysius Lardner, Il museo delle scienze e delle arti del dott. Dionigi Lardner: La terra sotto l'aspetto geografico, geologico e fisico, Vallardi, 1860. URL consultato il 21 marzo 2023.
  5. ^ Gian Pietro Vieusseux, Antologia: giornale di scienze, lettere e arti ..., G.P. Vieusseux., 1827. URL consultato il 21 marzo 2023.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Astronomia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di astronomia e astrofisica