Chiagni e fotti

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L'espressione vernacolare napoletana chiagni e fotti (o chiagne e fotte[1]; in italiano: «piangi e fotti») che costituisce una formula proverbiale della tradizione partenopea. Viene usata, di solito, per sottolineare e stigmatizzare un tipico atteggiamento umano, opportunista e ipocrita, esibito da alcune persone che sono solite indugiare in lamentazioni proprio in quei momenti in cui le cose, per loro, vanno a gonfie vele.

L'espressione ha avuto diffusione anche al di fuori dell'originale alveo vernacolare, con una certa fortuna nel campo della comunicazione politica e giornalistica italiana.

La doppiezza morale del chiagni e fotti viene a volte stigmatizzata come uno dei difetti tipici dell'italiano medio, che trova espressione in certi comportamenti venati di opportunismo e particolarismo: «Del resto [noi italiani, n.d.r.] siamo maestri nell'arte del «chiagni e fotti», e cioè del lamentarsi perché tutto va male, fino a che non si può trarre dal marcio quel che serve a ciascuno; del piangere miseria collettiva, mentre si persegue l'interesse individuale»[2].

L'espressione vale anche per comportamenti privati. Ad esempio, una coppia tormentata e litigiosa, che poi si ritrova periodicamente con rinnovato ardore, può essere stigmatizzata come chiagne e fotte.

Uso nella comunicazione politica e giornalistica[modifica | modifica wikitesto]

Con analogo significato, la formula è divenuta un'espressione ricorrente nel lessico del giornalismo e della comunicazione politica italiana[1].

Indro Montanelli, ad esempio, la trovava calzante per descrivere la figura politica di Silvio Berlusconi. Così si espresse su di lui, mentre era in corso la campagna elettorale del 2001, quando già si delineava all'orizzonte una sicura vittoria nelle imminenti elezioni politiche:

«[...] Berlusconi, cui nulla riesce tanto bene quanto la parte di vittima e perseguitato. «Chiagne e fotte» dicono a Napoli dei tipi come lui. E si prepara a farlo per cinque anni di seguito»

Umberto Eco paragona il comportamento sotteso al chiagne e fotti a una vera e propria strategia politica, fatta di una dose sapiente di vittimismo, di cui hanno dato esempi paradigmatici Palmiro Togliatti, Marco Pannella (che, denunciando una congiura del silenzio nei confronti delle iniziative dei Radicali Italiani, attirava l'attenzione costante dei mass media), lo stesso Silvio Berlusconi (con le sue dichiarazioni sulla presunta persecuzione ordita ai suoi danni da magistratura, televisioni, giornali e poteri forti) ma anche Beppe Grillo (nella campagna elettorale del Movimento 5 Stelle per le elezioni politiche del 2013), il quale, nonostante l'attenzione costante guadagnatasi dai mezzi di comunicazione di massa, non ha smesso di denunciare il presunto ostracismo che questi ultimi avrebbero messo in atto nei confronti del suo progetto politico:

«Una dose di vittimismo è indispensabile per non galvanizzare gli avversari. Grillo ha fatto una campagna da vincente, ma è riuscito a dare l'impressione che lo escludessero dalla tv e dovesse rifugiarsi nelle piazze - e così ha riempito i teleschermi prendendo le parti delle vittime del sistema. Ma sapevano piangere Togliatti, che presentava i lavoratori come tenuti fuori dalla stanza dei bottoni dalla reazione in agguato; Pannella che, lamentandosi sempre che i media ignorassero i radicali, riusciva a monopolizzare l'attenzione costante di giornali e televisioni; È dunque fondamentale il principio del "chiagne e fotti", ovvero, per non esprimerci in modo troppo volgare, quello del "keep a low profile", tieni sempre un "profilo basso".»

Nella cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Chiagne e fotte è una canzone di Cisco pubblicata nel 2015 nell'album Matrimoni e funerali.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Roberto Vetrugno, L'italiano al voto, Accademia della Crusca, 2008 (p. 186)
  2. ^ Antonello Caporale, Peccatori. Gli italiani nei dieci comandamenti, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2011 ISBN 978-88-6073-819-6 (p. 61)
  3. ^ Citato in Indro Montanelli, Ve lo avevo detto: Berlusconi visto da chi lo conosceva bene, BUR-Biblioteca Universale Rizzoli, 2012, ISBN 978-88-58-62924-6 (p. 133)
  4. ^ Umberto Eco, Consiglio al Pd: vola bassissimo, l'Espresso, 14 marzo 2013.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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