Chapelle du Saint-Marie du Rosaire

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Santa Maria del Rosario
StatoBandiera della Francia Francia
RegioneProvenza-Alpi-Costa Azzurra
LocalitàVence
Indirizzo466 avenue Henri-Matisse
Coordinate43°43′39″N 7°06′46″E / 43.7275°N 7.112778°E43.7275; 7.112778
Religionecattolica
TitolareMadonna del Rosario e Maria
Diocesi Nizza
Consacrazione25 giugno 1951
ArchitettoHenri Matisse
Inizio costruzione1949
Completamento1951
Sito webchapellematisse.com/
Matisse nel 1933

La Chapelle du Saint-Marie du Rosaire (in italiano "Cappella di Santa Maria del Rosario") è una costruzione religiosa cristiana cattolica che si trova a Vence nel dipartimento Provenza-Alpi-Costa Azzurra, progettata e decorata da Henri Matisse tra il 1949 e il 1951 per le suore domenicane del paese.

Il 22 giugno 2011 è stata inaugurata nei Musei Vaticani la Sala Matisse che ospita il materiale progettuale preparatorio per la realizzazione della Cappella di Vence.[1]

Genesi e progetto della Cappella[modifica | modifica wikitesto]

Durante la lunga degenza per una grave malattia, Henri Matisse sviluppò un'importante amicizia con un'allieva infermiera di nome Monique Bourgeois. Monique fece anche da modella per Matisse, che nel 1942 la ritrasse in Monique e L'idolo, nel 1943 in Il vestito verde e le arance e Tabac royal. Nel 1944, in seguito alla sua vocazione religiosa, Monique entrò nella comunità dell'ordine domenicano di Vence assumendo il nome di Sœur Jacques-Marie. Matisse, ormai costretto sulla sedia a rotelle, si trasferì dunque da Nizza a Vence nelle vicinanze del convento della suora.

«È domenicana ed è sempre una magnifica persona. Chiaccheriamo di una cosa e dell'altra con un tono dolcemente scherzoso. Una volta andata via, Lydia (modella e segretaria di Matisse. N.d.R) mi ha confessato il suo stupore per la nostra conversazione. So che cosa la colpisce: vi avverte una certa tenerezza, anche inconscia. Ho riassunto quel che passa nell'animo di Lydia dicendo che è una specie di flirt, che vorrei scrivere fleurt, perché è un po' come se ci fossimo lanciati idealmente dei fiori, dei petali di rosa. E perché no! Nulla ci vieta questa tenerezza, che passa attraverso le parole e va oltre le parole»

Nel 1947 la giovane suora chiese all'artista la disponibilità a progettare una cappella vicino al convento, e lui rispose affermativamente, nonostante non avesse mai sviluppato progetti architettonici.

Nello stesso anno il frate domenicano Louis-Bertrand Rayssiguier propose a Matisse il progetto planimetrico per l'edificio, ed insieme ne stabilirono le linee basilari, ma ben presto emersero idee divergenti ed il frate propose l'intervento di Le Corbusier, che Matisse rifiutò, ma accettò quello di Auguste Perret.[3]

Matisse sviluppò i disegni dei pannelli decorativi, i dipinti al suo interno, le vetrate della cappella, l'altare e tutto l'arredo sacro, compresi gli abiti del celebrante. Quest'opera, a detta di Matisse, fu "il capolavoro della sua esistenza".

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La cappella si presenta come una bianca struttura a L, volutamente spoglia ed essenziale, della quale sono evidenti le ampie vetrate ed il tetto con motivo azzurro e bianco sovrastato da una croce forgiata in ferro con campana disegnata dal maestro. All'esterno della Cappella è presente anche un piccolo giardino.

Interni[modifica | modifica wikitesto]

Si giunge all'interno della cappella dalla via soprastante, scendendo una ripida scalinata. La colorazione dell'ambiente, totalmente bianco, è fortemente determinata dalle vetrate a motivi floreali a tinte gialle, verdi e blu. Sulle altre pareti si individuano le decorazioni di Matisse realizzate su ceramica bianca, raffiguranti la Via Crucis, San Domenico e Madonna con bambino. L'altare di pietra è posto di traverso rispetto all'auditorio, in modo da essere rivolto sia verso la zona dei fedeli che quella riservata al clero.

«Alla semplicità di questi tre colori costruttivi s'aggiunge una differenza di superficie in alcuni vetri. Il giallo è smerigliato, diventa solo traslucido, mentre il blu e il verde restano trasparenti e quindi assolutamente limpidi. Questa mancanza di trasparenza del giallo fissa lo spirito dello spettatore trattenendolo all'interno della cappella: forma così il primo piano di uno spazio che comincia nella cappella per andarsi a perdere attraverso il blu e il verde nei giardini all'intorno. In questo modo, scorgendo dall'interno, attraverso la vetrata, una persona che va e viene nel giardino, a solo un metro di distanza dal vetro, questa sembra appartenere a un mondo completamente diverso da quello della cappella. Parlo di queste vetrate - non mi sembra si possa contestare l'espressione spirituale del loro colore - semplicemente per stabilire la differenza tra i due lati maggiori della cappella che, diversamente decorati, si sostengono per contrapposizione. Da uno spazio pieno di sole senza ombre che a sinistra avviluppa il nostro spirito, passando a destra troviamo i muri di ceramica. Sono l'equivalente visivo di un grande libro aperto le cui pagine bianche recano segni esplicativi della parte musicale rappresentata dalle vetrate. Insomma, le ceramiche sono l'essenza spirituale e spiegano il significato del monumento.[4]»

Museo[modifica | modifica wikitesto]

Sul retro della Cappella si trova un piccolo museo con alcune opere di Matisse, compresi vari bozzetti delle fasi di studio per la realizzazione della Cappella, copie delle principali opere dell'autore ed alcune realizzazioni di abiti per le celebrazioni liturgiche.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Informazioni circa l'apertura della Sala su RomaSette Archiviato il 14 maggio 2015 in Internet Archive. e sul sito dei Musei Archiviato il 18 novembre 2019 in Internet Archive..
  2. ^ Pulvenis de Seligny, Marie-Therese, p. 20.
  3. ^ Pulvenis de Seligny, Marie-Therese., pp. 31-32.
  4. ^ Henry Matisse, p. 219.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Henry Matisse, Scritti e pensieri sull'arte, Dominique Fourcade (a cura di), Carte d'artisti, traduzione di M. Lamberti, Abscondita, Milano, 2014.
  • Marie-Thérèse Pulvenis de Séligny, Matisse, Vence. La cappella del Rosario, ed. Jaca Book, Milano 2013.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN159340222 · LCCN (ENnr93003464 · GND (DE6104688-7 · J9U (ENHE987007605349605171 · WorldCat Identities (ENlccn-nr93003464