Chūnibyō

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Chūnibyō (中二病?), abbreviato chūni, è un termine slang che sta ad indicare, nel linguaggio di anime, visual novel e prodotti affini della cultura giapponese otaku, la «sindrome della seconda media [giapponese]» (corrispondente per l'età degli alunni alla terza media italiana), mostrata anche da persone più anziane che continuano a comportarsi come se avessero ancora quell'età, con l'atteggiamento tipico di alcuni teenager, solitamente maschi, che si mostrano cinici ed egocentrici – con manie di onnipotenza e paura di essere trattati come bambini – e che credono così ostentando di apparire "fighi", sebbene le persone intorno li giudichino patetici.[1]

Il termine fa inoltre riferimento alle fantasie, non sempre ben distinte dalla realtà, nelle quali sono immerse le menti degli otaku teenager, affascinati dai superpoteri – nascosti, tipicamente, in un braccio o in un occhio – e da storie di antiche cospirazioni, dalla mitologia norrena e da epopee guerresche con battaglie per il destino del multiverso, o da altre disinvolte commistioni tra fantascienza e fantasy. Il chūnibyō più consumato annette tali elementi narrativi alla realtà, integrandoli nella propria storia personale quando parla di sé.[1]

Due personaggi immaginari che ben rappresentano l'habitus caratteriale del chūnibyō sono Rintarō Okabe, protagonista di Steins;Gate (2009), e Rikka Takanashi, coprotagonista con Yūta Togashi (un chūnibyō "pentito") di Chūnibyō demo koi ga shitai! (2011). Sia Rintarō sia Rikka adottano coscientemente un comportamento da chūnibyō per aiutare se stessi e le persone a loro care a superare degli shock psicologici – come un lutto o una grave perdita – avvenuti nella vita reale.[2] Il chūnibyō, infatti, sospendendo il senso di incredulità e tornando ad essere come un bambino, crea per sé e i propri amici una sorta di corazza emotiva.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Chuunibyou nei Tips (glossario) della visual novel Steins;Gate per PlayStation 3, 2015.
  2. ^ (EN) Steins Gate and Chuunibyou: Delusions, Fears and Other, su Sekijitsu, 18 settembre 2013. URL consultato il 2 gennaio 2016.
  3. ^ (EN) Jonathan Clements, Helen McCarthy, Love, Chunibyo & Other Delusions, in The Anime Encyclopedia, 3rd Revised Edition: A Century of Japanese Animation, Berkeley, Stone Bridge Press, 2015, ISBN 978-1-61172-909-2.
    «It pokes lovingly at the otaku mindset and the sense of make-believe and suspension of disbelief that we are supposed to leave behind as children (chunibyo = eighth-grader syndrome), but which still offers a degree of emotional armor for the troubled teens in Yuta's new circle of friends.»

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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