Cucumis sativus

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Cetriolo
Cetriolo (Cucumis sativus)
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Cucurbitales
Famiglia Cucurbitaceae
Genere Cucumis
Specie C. sativus
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Sottoregno Tracheobionta
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Dilleniidae
Ordine Violales
Famiglia Cucurbitaceae
Sottofamiglia Cucurbitoideae
Tribù Melothrieae
Sottotribù Cucumerinae
Genere Cucumis
Specie C. sativus
Nomenclatura binomiale
Cucumis sativus
L., 1753

Il cetriolo (Cucumis sativus L., 1753)[1] è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Cucurbitaceae, originario dell'Asia orientale e meridionale.[2] È una pianta strisciante o rampicante quando trova dei supporti, ai quali si attacca attraverso i cirri prodotti dai fusti e dai rami (vedi anche Melone). Il fusto, quadrangolare, è peloso con coste più o meno evidenti. Le foglie, piuttosto grandi, sono palmato-lobate, con lungo picciolo, verde scuro e ruvide. I fiori gialli a cinque lobi, non molto grandi, sono unisessuali, portati dalla stessa pianta (pianta monoica), i maschili a gruppi di circa cinque soggetti, i femminili sono solitari o a coppie. Il frutto è una bacca polposa ricca d'acqua. In Lombardia, Piemonte, Liguria e Veneto il cetriolo è conosciuto anche con il termine cocomero per derivazione dalle lingue lombarda, piemontese, ligure e veneta.[1][3][4]

Caratteristiche del frutto[modifica | modifica wikitesto]

Ha forma allungata, simile a quella dello zucchino, buccia spessa, ancorché edule, leggermente bitorzoluta e di colore verde, polpa bianca succosa, leggermente acidula[5], con semi nella parte centrale. Viene mangiato crudo tagliato a fette in insalata ed entra come componente di insalate miste o come guarnitura di piatti freddi. Raccolto immaturo, di piccole dimensioni (cetriolino), viene posto sotto aceto e consumato in antipasti misti ed entra affettato nella composizione della giardiniera.

Pressoché privo di calorie (13 kcal per 100 gr di prodotto), il che lo rende comune nelle diete, è composto prevalentemente da acqua (96%), carboidrati disponibili (2%) e sali minerali quali[6] potassio (140 mg), calcio (16 mg), fosforo (17 mg), sodio (4 mg). Contiene inoltre 11 mg di vitamina C, mentre è trascurabile l'apporto di vitamine degli altri gruppi.

Va preferibilmente consumato quando al tatto è duro: se la polpa non risulta soda significa che l'ortaggio non è più buono.

Dal punto di vista della digestione non è ben tollerato da tutti: in particolare è talora indigesto per i bambini.

Ci sono diverse tipologie di cetriolo, tra cui la varietà ibrida tra cetriolo e melone tipica pugliese denominata "Carosello Bianco Barese", spesso chiamata familiarmente "Cocomero".

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Già nel Cinquecento, il medico e umanista italiano Pietro Andrea Mattioli raccomandava i semi e il succo del cetriolo per "far bella la pelle".[7]

È indicato per ammorbidire e idratare la pelle che tende ad assumere una maggiore elasticità, il suo succo è consigliato dopo un'esposizione al sole, mentre la polpa è efficace per le pelli secche.

Oltre a questo uso esterno, non bisogna dimenticare che il cetriolo è ricco di sali minerali, vitamina C e amminoacidi.[7].

Avversità[modifica | modifica wikitesto]

Tra gli insetti, il cetriolo è colpito dall'afide Aphis gossypii. Tra le malattie da funghi, le più comuni sono l'oidio (causato da Erisiphe cichoracearum), la peronospora (causata da Pseudoperonospora cubensis e dal Sphaerotheca fuliginea) e la muffa grigia (causata da Botrytis cinerea).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ricerca | Garzanti Linguistica, su www.garzantilinguistica.it. URL consultato il 2 agosto 2016.
  2. ^ (EN) Cucumis sativus L., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 25 gennaio 2021.
  3. ^ Ricerca |, su http://www.accademiadellacrusca.it. URL consultato il 18 settembre 2017.
  4. ^ http://www.elgalepin.com/ comómaro
  5. ^ A questa lieve acidità deve il suo nome che deriva dal latino cedrus (cedro), quindi “piccolo cedro”.
  6. ^ Quantità per 100 g di parte edibile.
  7. ^ a b "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.55

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