Cesino
Cesino | |
---|---|
![]() | |
Stato | ![]() |
[[|]] | ![]() |
[[|]] | ![]() |
Città | Genova |
Circoscrizione | Municipio V Valpolcevera |
Quartiere | Pontedecimo |
Altri quartieri | Ponti Nuovi, Madonna delle Vigne, Rimessa |
Codice postale | 16164 |
Nome abitanti | Cesinesi |
Patrono | S. Antonino Martire |
Giorno festivo | La domenica dopo il 16 luglio (Madonna del Carmine) e la terza domenica di settembre (Sant'Antonino Martire) |
![]() Mappa dei quartieri di Genova |
Cesino (pronunzia: tʃɛːzino; Çexìn in ligure) è una frazione collinare della città di Genova, di antichissima origine, sita nel quartiere di Pontedecimo e sparsa sulla costiera che separa le valli dei torrenti Riccò e Gioventina (affluente del Verde) e risale fino al Passo della Bocchetta. Storica località di villeggiatura di famiglie aristocratiche genovesi, presto seguite dall'alta e media borghesia mercantile, Cesino presenta abitazioni rurali a testimonianza dell'antica vocazione agreste, affiancate a ville storiche e villini suburbani di pregevole fattura, in un ben conservato contesto ambientale e paesistico.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Le origini[modifica | modifica wikitesto]
L'abitato sorse a margine dell'antica via romana Postumia, che risaliva la dorsale collinare per raggiungere i valichi appenninici. Il nome del paese, citato per la prima volta in un documento notarile del 1040, deriva dal termine ligure çêxin (piccolo ciliegio), a testimonianza di antica vocazione agricola per la frutticoltura.
La chiesa di Sant'Antonino Martire era elencata nell'elenco delle decime dell'Arcidiocesi di Genova del 1143, ma si ritiene che fosse parrocchiale già nell'anno 975. I registri parrocchiali a noi pervenuti iniziano dal 1673. Più volte ampliata (vedi sotto).
La mappa Fortificazioni Nuove e Territorio. Delineato da Andrea Calino Ingegnero Torrinese e Intagliata da Maria Felice Bianchi Filosi, degli inizi del Seicento, riporta Cesino in posizione prominente, italianizzando il genovese Çexìn in Segino.

Nel Settecento e Ottocento, a Cesino convivevano un'attiva comunità agreste e una società di villa rappresentata da antiche famiglie aristocratiche e di alta borghesia industriale e commerciale che vi passavano la villeggiatura.
La nuova strada carrozzabile[modifica | modifica wikitesto]
Fino agli inizi del Novecento il paese era raggiungibile dal fondovalle soltanto percorrendo tre creuze, ancor oggi utilizzate: le attuali Salita a Cesino (sul tracciato dell'antica via Postumia), Salita Carmine di Cesino e Salita Grasso.
La strada carrozzabile che unisce Cesino con il quartiere di Pontedecimo fu costruita agli inizi del Novecento. Un primo progetto fu messo a punto nel 1908, ma fu accantonato per mancanza di fondi. Un primo tentativo di utilizzare come manodopera i prigionieri di guerra austriaci nel 1918-19 non portò a nulla, a causa dell'opposizione di molti proprietari dei terreni da espropriare, tra cui i Roccatagliata e i marchesi Granello di Casaleto. Nuovo impeto venne dalla costruzione di un Viale della Rimembranza, in corrispondenza dell'inizio dell'attuale via Benedetto da Cesino, per commemorare i caduti della Prima Guerra Mondiale, inaugurato il 1º maggio del 1924. La strada venne intitolata nel 1926 all'artiere Benedetto da Cesino, ricordato in documenti medioevali come costruttore d'armi per la Repubblica di Genova[1].
Via Benedetto da Cesino fu completata soltanto all'inizio degli anni Trenta, a causa dei persistenti problemi di espoprio.
La Seconda Guerra Mondiale[modifica | modifica wikitesto]
Dopo l'8 settembre 1943, Cesino fu occupato dai tedeschi, che vi insediarono attività militari per la sua posizione strategica sul ponte ferroviario di Campomorone e per il contrasto all'attività dei partigiani, che operavano in gran numero in Alta Val Polcevera. Il ponte ferroviario fu oggetto di bombardamenti aerei, per quanto sporadici e che non provocarono danni rilevanti alle strutture. Ancora oggi nella parte bassa di Cesino, in via Campomorone, un'edicola votiva ricorda una bomba destinata al ponte sganciata da un aereo e caduta su una casa senza esplodere.
Nel maggio 1945, nei giorni convulsi immediatamente successivi alla fine della guerra, don Colombo Fasce, parroco di Cesino, fu ucciso in circostanze mai del tutto chiarite mentre percorreva a piedi Salita a Cesino, in corrispondenza della Villa Millo-Navone. In quel tempi offuscati dalla voglia di vendetta, capitava che i fascisti uccidessero i sacerdoti che aiutavano i partigiani, e viceversa; altre volte i delitti riguardavano regolamenti di conti personali o tentativi di appropriarsi di beni altrui celandosi dietro a motivazioni politiche. Nel caso di don Fasce, sembra che egli si fosse fatto garante dei beni di alcuni deportati e che qualcuno, a conoscenza della cosa, lo abbia ucciso per rubare le chiavi della canonica, poi trovata saccheggiata[2].
Dal Dopoguerra ad oggi[modifica | modifica wikitesto]
Negli anni del Dopoguerra a Cesino si costruirono alcune infrastrutture, tra cui la scuola in piazza Cesino e l'allargamento del cimitero, e alcune case di abitazione, in particolare lungo la via Benedetto da Cesino, ma senza stravolgere il contesto paesistico.
Nel 1956 iniziava il servizio pubblico della linea autobus 65 della UITE, in seguito denominata AMT, che continua fino ad oggi[3]
Luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di S. Antonino Martire (975)[modifica | modifica wikitesto]
Risalente almeno all'anno 975, in cui venne nominata per la prima volta come parrocchiale. Notevole lo scurolo secentesco dedicato a Nostra Signora del Carmine, contitolare della chiesa, decorato con quindici riquadri a stucco ciclo pittorico raffigurante Episodi della vita del profeta Elia, realizzato dalla scuola di Andrea Ansaldo[4]. La chiesa fu sottoposta ad un completo rifacimento in stile barocco genovese nel 1640-43 sotto la guida del Sac. Michele Brea e finanziato dalla benestante famiglia Rivara. Caratteristico l'altare sopraelevato, accessibile con due scale laterali. La chiesa fu ancora arricchita di statue e altari nel Settecento. Nel 1842 furono eseguite le decorazioni della cupola, raffiguranti S. Antonino in Gloria e le Virtù Cardinali (Prudenza, Giustizia, Fortezza e Temperanza); della volta al di sopra delle scalinate, con le Virtù Teologali (Carità, Fede e Speranza); e della volta al di sopra dell'altare maggiore, raffigurante la Beata Vergine del Monte Carmelo. La chiesa è stata ristrutturata nel 1929. Nel 1989 si sono svolti lavori di consolidamento strutturale e la ristrutturazione degli interni.
Cappella di N.S. delle Vigne[modifica | modifica wikitesto]


Nel territorio di Cesino si trovano diverse cappelle, tra le quali la più importante è la cappella di N.S. delle Vigne, in via Madonna delle Vigne, sul confine fra Genova, Mignanego e Campomorone. La storia della cappella risale al 1750, quando un passante che transitava a cavallo nella zona cadde nel burrone sottostante restando illeso. Per gratitudine fece innalzare una cappella alla Madonna delle Vigne nel luogo ove un tempo esisteva un'immagine in marmo posta su di una colonna. La cappella è compresa nella giurisdizione della parrocchia di Sant'Antonino.
Oratorio di Nostra Signora del Carmine[modifica | modifica wikitesto]
Sito in Via Benedetto da Cesino, appartiene alla Confraternita di Nostra Signora del Carmine. La Confraternita è una delle antiche Casaccie della Liguria che continuano la tradizione - tipica di Genova e delle aree un tempo sotto l'influenza della Repubblica di Genova - dei portatori di Cristo (in lingua ligure, cristezànti), cioè di coloro che sono atti a portare crocifissi di grandi dimensioni durante le processioni religiose a cui la confraternita partecipa.
Ville storiche[modifica | modifica wikitesto]
Storica località di villeggiatura di famiglie aristocratiche genovesi, presto seguite da famiglie dell'alta e media borghesia mercantile genovese, a Cesino si trovano ville e villini suburbani di pregevole fattura.
Villa | Immagine | Descrizione |
---|---|---|
Villa Piuma | Via N. Gallino, 116, Genova[5]. Costruita dalla famiglia Pittaluga nel Settecento, divenne residenza di campagna dei Marchesi Piuma nel 1812. Il volume settecentesco a sviluppo longitudinale è articolato sullo spazio rettangolare dell'atrio a lunette che serve il piano nobile con una scala laterale[6]. Gli spazi interni originari furono rimaneggiati alla fine del XIX o all’inizio del XX secolo dai Piuma, che ampliarono il parallelepipedo della villa con l’aggiunta di alcuni volumi sul retro della stessa[7]. Oggi in abbandono. | |
Villa Millo, oggi "Navone" | ![]() |
Salita a Cesino, Genova (Cesino). Oggi trasformata in condominio residenziale. Con cappella gentilizia e due chalet lignei decorati con ancore, a ricordare il legame della famiglia Millo, armatori presso il porto di Genova, e il mare. Della famiglia si ricorda il Quartiere Millo nel Porto Antico di Genova. |
Villa Roccatagliata | ![]() |
Via Benedetto da Cesino, Genova (Cesino). Oggi trasformata in condominio residenziale. Con dipendenze e campo di equitazione. |
Villa Amalia | ![]() |
Via Madonna delle Vigne, Genova (Cesino). Con torretta e cappella gentilizia. |
Ponte ferroviario di Campomorone[modifica | modifica wikitesto]

Il ponte di Campomorone, detto "Ponti Nuovi", si trova sulla linea ferroviaria succursale dei Giovi e attraversa il torrente Verde, collegando la parte inferiore della collina di Cesino con il Comune di Ceranesi. Si tratta di un'opera ingegneristica interamente in muratura, con venti arcate in laterizio rivestite in pietra nella parte inferiore. Costruito fra il 1883 e 1886 parte in rettifilo e parte in curva da 600 metri di raggio, ha una fattura armonica di buon effetto artistico[8].

Cimitero di Cesino[modifica | modifica wikitesto]
Cimitero gestito dal Comune di Genova. La parte monumentale risale all'Ottocento e fu ingrandita a partire dal 1875, anno in cui divenne il cimitero comunale dell'allora Comune di Pontedecimo, in seguito al passaggio della frazione di San Cipriano al Comune di Serra Riccò nel 1869 e del conseguente venire meno della possibilità di utilizzare il cimitero utilizzato fino a quel momento[9].
Notevoli le tombe di famiglia degli industriali polceveraschi Santo Dasso (azienda di maglieria fondata a Pontedecimo nel 1885, utilizzando le strutture di un antico mulino ad acqua costruito nel 1810) e Montanella (ferriere). Monumento dedicato ai militari caduti della Seconda Guerra Mondiale. Cripta dedicata ai Partigiani, di cui molti caduti a Passo Mezzano, Isoverde e alla Benedicta.
Itinerari naturalistici[modifica | modifica wikitesto]
Escursioni a piedi, mountain-bike o a cavallo lungo il sentiero Pontedecimo-Cesino-Pietralavezzara della Federazione Italiana Escursionismo Liguria, n. GE02S23. Segnavia: tre pallini rossi. Sviluppo: Pontedecimo - Chiesa di Cesino - Cesino - Pendici sud ed ovest Monte Passeise - Cappelletta Madonna delle Vigne - Case Frizzoni e Traversi - Pendici est Bric Bastia - Pietralavezzara (Fonte)[10].
- Dalla costa di Langasco: deviazione per Langasco e Campomorone;
- Dalla costa di Langasco: deviazione per Paveto, Mignanego e Passo dei Giovi;
- Da Pietralavezzara: collegamento con il Passo della Bocchetta a lato della strada provinciale. Proseguimento sull'Alta via dei Monti Liguri.
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
-
Campanile di Sant'Antonino in Cesino, Genova
-
Interno della Chiesa di Sant'Antonino in Cesino, Genova
-
Processione della Confraternita del Carmine, Piazza Cesino, Genova
-
Processione della Confraternita del Carmine, Piazza Cesino, Genova
-
Cappella della Madonna delle Vigne
-
Itinerario naturalistico da Madonna delle Vigne a Langasco, lungo il tracciato dell'antica via Postumia
-
Itinerario naturalistico da Madonna delle Vigne a Langasco, lungo il tracciato dell'antica via Postumia
-
Parte monumentale del Cimitero di Cesino
-
Monumento ai Caduti nel Cimitero di Cesino
-
Parte monumentale del Cimitero di Cesino
-
Parte monumentale del Cimitero di Cesino
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ M. Lamponi, Pontedecimo, Genoa Service, p. 93-95.
- ^ Don Colombo Fasce, su polcevera.net.
- ^ M. Lamponi, Pontedecimo, Genoa Service, p. 95.
- ^ Guida d'Italia, Liguria, Touring Club Italiano, 1999, p. 242.
- ^ Copia archiviata (PDF), su sagep.it. URL consultato il 14 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 13 dicembre 2016).
- ^ Italia Nostra, Catalogo delle Ville Genovesi, Genova 1967, p. 333.
- ^ https://giacomontanari.wordpress.com/tag/villa-piuma/
- ^ Il viadotto di Campomorone, su marklinfan.com.
- ^ M. Lamponi, Pontedecimo, Genoa Service 1998,, p. 94.
- ^ FIE Liguria Pontedecimo-Pietralavezzara (PDF), su fieliguria.com. URL consultato il 14 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2018).
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Guida d'Italia - Liguria, Touring Club Italiano, 1982.
- Italia Nostra, Catalogo delle Ville Genovesi, Genova 1967.
- Lamponi M., Valpolcevera, come eravamo, 1983
- Praga, G., Genova fuori le mura, 2006, Fratelli Frilli Editori
- Schiappacasse N., La Parrocchia di Cesino, in riv. "La Settimana Religiosa" 1898, pp. 329-330; 342-343; 353-354; 376-377.
- Vigo, G., Notizie storiche di Cesino, 975-1975, Genova 1975
- Le guerre dei Migone de Amicis a cura di Gian Franco Migone de Amicis, Torino, Trauben, ISBN 9788866980193, 2013, pag. 137.
- Mariuccia. Genova-Siena solo andata di CMP, USA, KDP, ISBN 9791220028325, 2018, pag. 32.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cesino