Centro direzionale di Milano
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Circoscrizione | Municipio 9 |
Altri quartieri | Porta Garibaldi · Porta Nuova · Centro Direzionale · Isola · La Fontana · Montalbino · Segnano · Bicocca · Quartiere Fulvio Testi · Prato Centenaro · Niguarda · Dergano · Bovisa · Affori · Bruzzano · Comasina · Bovisasca |
Il centro direzionale di Milano è un quartiere a carattere terziario posto a nord del centro cittadino, fra le due importanti stazioni ferroviarie Centrale e Porta Garibaldi. Amministrativamente è compreso nel Municipio 9 (Affori, Porta Nuova, Niguarda, Bovisa, Fulvio Testi).
La sua attuale estensione territoriale ricalca il quartiere proposto, ma mai completamente realizzato, nel piano regolatore del 1953.
Il piano regolatore del 1953[modifica | modifica wikitesto]
Il Centro Direzionale di Milano era previsto nel piano regolatore del 1953 come risposta alla continua terziarizzazione del centro e ai relativi problemi di congestione del traffico automobilistico.[1]
Venne localizzato fra la Stazione Centrale e la futura Stazione di Porta Garibaldi, che si sarebbe ottenuta con l'arretramento della vecchia stazione di Porta Nuova[2]. Secondo gli intenti dell'epoca doveva configurarsi come il baricentro dell'hinterland milanese, persino dell'intera Regione.
I punti di forza di questo progetto sarebbero dovuti essere:
- l'incrocio dei due assi attrezzati, vere e proprie autostrade urbane che avrebbero tagliato la città (mai realizzati);
- una linea metropolitana (attuale M2);
- una nuova stazione ferroviaria collegata alle linee regionali delle Ferrovie dello Stato (attuale Porta Garibaldi FS);
- le Linee celeri della Brianza (mai realizzate).
La realizzazione di queste infrastrutture avrebbe reso massima l'accessibilità al sito, sia sulla scala cittadina che su quella regionale.

Il Centro Direzionale avrebbe tratto il proprio spazio vitale, oltre che dall'arretramento della stazione di Porta Nuova, dalla demolizione di interi isolati e pezzi di quartiere ricadenti nelle aree interessate dal piano.[3] Contestualmente a ciò vennero portati avanti pesanti sventramenti nella zona della Stazione Centrale, di Porta Nuova e di Porta Garibaldi. Corso Como venne praticamente demolito per metà e analoga sorte toccò agli edifici nei dintorni di via Borsieri, presso il quartiere Isola, laddove sarebbe dovuto sorgere il nuovo asse attrezzato, di cui il cavalcavia Bussa, sopra la Stazione di Porta Garibaldi costituisce l'unico spezzone.[3]
Il piano particolareggiato venne pubblicato in due versioni nel 1955 e nel 1962, ma la sua attuazione risultò particolarmente faticosa, tanto da arrestarsi del tutto alla fine degli anni sessanta, soprattutto a causa dell'assenza di normative che limitassero l'ulteriore espansione del terziario nel centro storico, che proseguì inesorabilmente per tutti i decenni successivi. La forte ostilità al progetto degli abitanti dei vari quartieri e l'insostenibile costo degli espropri portò inoltre il Comune a bloccare ulteriori sventramenti e ad abbandonare la realizzazione degli assi attrezzati.[3] I frutti migliori di quegli anni furono sicuramente grattacieli come il Grattacielo Pirelli, la Torre Galfa o anche la stessa Torre Servizi Tecnici Comunali, con un avveniristico sottopassaggio di viale Melchiorre Gioia.
A questo scenario s'aggiunge poi quello delle vaste aree vuote e degradate rimaste inedificate per decenni. Emblema di ciò era l'area dove era sorta la stazione di Porta Nuova, parzialmente occupata dal Luna Park delle Varesine.[3]

Nel 1978 una variante al piano regolatore sancì il definitivo abbandono del progetto, definendo genericamente le aree "di interesse pubblico", sostanzialmente impedendo qualsiasi edificazione o sviluppo della zona.[1]
Il quartiere contemporaneo[modifica | modifica wikitesto]

Dopo decenni di incuria, nel 2004 l'Amministrazione Comunale approvò un vasto e rivoluzionario progetto di riqualificazione noto come Progetto Porta Nuova.
Tale intervento ha visto l'edificazione di un complesso di grattacieli a carattere terziario nella zona antistante la stazione Garibaldi connesso agli edifici residenziali e terziari dell'area ex-Varesine e a quelli ricavati dalle aree dismesse nel quartiere Isola.
Fulcro sociale dell'intero quartiere sono diventate piazza Gae Aulenti e i Giardini di Porta Nuova.
Oltre agli edifici più imponenti e iconici, come la Torre Unicredit, la Torre Diamante, il Bosco Verticale, la Torre Solaria e il vicino Palazzo Lombardia, il progetto ha comportato una radicale opera di urbanizzazione di tutto il Centro Direzionale e buona parte dei quartieri vicini atta a ricucire il tessuto cittadino.
Trasporti[modifica | modifica wikitesto]
Il Centro Direzionale è molto ben servito da mezzi di trasporto pubblici:
- le stazioni ferroviarie di Milano Centrale e Milano Porta Garibaldi, snodi per treni internazionali, nazionali, regionali e suburbani;
- il passante ferroviario, collettore delle linee ferroviarie suburbane, con le fermate di Porta Garibaldi e Repubblica;
- la linea M2 della metropolitana, con le fermate di Garibaldi FS, Gioia e Centrale FS;
- la linea M3 della metropolitana, con le fermate di Repubblica e Centrale FS;
- la linea M5 della metropolitana, che tocca il centro direzionale con le fermate di Garibaldi FS e Isola.
Sono numerose anche le linee del trasporto locale, comprendenti un buon numero di autobus e tram.
I maggiori grattacieli del Centro Direzionale[modifica | modifica wikitesto]
Edificio | Metri | Piani | Anni di realizzazione |
Torre Unicredit | 231 | 31 | 2009 - 2011 |
Palazzo Lombardia | 161 | 39 | 2007 - 2010 |
Torre Solaria | 143 | 37 | 2010 - 2013 |
Torre Diamante | 140 | 30 | 2010 - 2012 |
Grattacielo Pirelli | 127 | 31 | 1956 - 1960 - R2005 |
Torre UnipolSai | 125 | 23 | 2019 - 2023 |
Torre Breda | 117 | 30 | 1950 - 1955 - R2009 |
Bosco Verticale Torre E | 111 | 24 | 2009 - 2014 |
Torre Cesar Pelli B | 100 | 23 | 2009 - 2011 |
Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]
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Schema degli assi attrezzati previsti dal PRG del 1953.
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La zona interessata dai progetti nel 1965 circa.
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La Torre Servizi Tecnici Comunali e sullo sfondo la Torre Breda negli anni Sessanta.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Il Progetto Porta Nuova: un’icona di Milano (PDF), su arhitekt.hr. URL consultato l'8 marzo 2022.
- ^ Alcune proposte precedenti prevedevano la costruzione di un "quartiere degli affari" nell'area della Fiera Campionaria, di cui si prevedeva lo spostamento, non attuato.
- ^ a b c d Piano regolatore 1953, su stagniweb.it. URL consultato l'8 marzo 2022.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Maurizio Grandi e Attilio Pracchi, Il Centro direzionale, in Milano. Guida all'architettura moderna, Bologna, Zanichelli, 1998 [1980], pp. 320-327, ISBN 88-08-05210-9.
- Il Centro Direzionale, in Urbanistica, n. 18/19, 1956, pp. 106-111, ISSN 0042-1022 .
- Guido Amorosi, Milano. Il nuovo Centro Direzionale, in Casabella, n. 264, 1964, pp. 9-15, ISSN 0008-7181 .
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul centro direzionale di Milano
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Milano Porta Nuova, sito ufficiale, su porta-nuova.com.
- Pelli Clarke Pelli architects, su pcparch.com.
- Scheda "Bosco Verticale" dello Studio Stefano Boeri, su stefanoboeriarchitetti.net (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2012).