Centratherum

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Centratherum
Centratherum punctatum
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Vernonioideae
Tribù Vernonieae
Sottotribù Centratherinae
H. Rob., King & F. Bohlmann, 1980
Genere Centratherum
Cass., 1817
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Cichorioideae
Genere Centratherum
Specie
(Vedi testo)

Centratherum Cass., 1817 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae. Il genere Centratherum è anche l'unico della sottotribù Centratherinae H. Rob., King & F. Bohlmann, 1980.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere è formato da due parole latine: centrum (= centro) e therum (= piccola punta), e allude probabilmente alle punte (o spine) delle squame dell'involucro.[4]

Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dal botanico Alexandre Henri Gabriel de Cassini (1781-1832) nella pubblicazione " Bulletin des Sciences, par la Société Philomatique" ( Bull. Sci. Soc. Philom. Paris 1817: 31) del 1817.[5] Il nome scientifico della sottotribù è stato definito per la prima volta dai botanici Harold Ernest Robinson (1932-), Robert Merrill King (1930-2007) e B.Bohlmann nella pubblicazione "Phytologia; Designed to Expedite Botanical Publication. New York" (Phytologia 46(7): 425) del 1980.[6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Centratherum punctatum
Le foglie
Centratherum punctatum
Infiorescenza
Centratherum punctatum
I fiori
Centratherum punctatum

Le piante di questo gruppo sono delle erbe perenni o funzionalmente annuali (raramente sono arbusti) con un habitus tipicamente formato da un unico gambo alto al massimo 8 dm con poche foglie. Gli organi interni di queste piante contengono lattoni sesquiterpenici. La pubescenza è composta da peli semplici oppure multicellulari a forma di T.[7][8][9][10][11].[12]

Le foglie, cauline, sono disposte in modo alterno. Sono sessili o picciolate con picciolo alato. La forma della lamina varia da ovata a obovata, lanceolata o lineare con margini dentati e apici acuti. La superficie superiore è verde, quella inferiore è più scura e a volte tomentosa e punteggiata di ghiandole resinose. Le venature sono di tipo pennato.

Le infiorescenze sono fondamentalmente monocefale: in genere è presente un solo capolino discoide terminale sotteso da alcune (da 3 a 8) brattee fogliose. I capolini sono composti da un involucro emisferico(da 6 a 12 mm di diametro) formato da 24 - 50 brattee che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. Le brattee, disposte su circa 4 - 8 serie, sono di tipo foglioso (con forme da ovate a deltate o lanceolate) con margini scariosi e sono persistenti. Il ricettacolo è privo di pagliette spinose (è nudo).

I fiori per capolino sono numerosi, da 30 a 100, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi.

*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla (penta-lobata) è snella, ed è provvista nella parte basale e tubolare di diverse ghiandole prominenti; il colore è lavanda (raramente bianco).
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[14] La parte terminale delle antere è arrotondata, senza code ed è glabra; le antere sono prive di ghiandole. Il polline è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte).[15]
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con base priva di nodi e pubescenza a spazzola. Gli stigmi dello stilo sono due. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[16]

I frutti sono degli acheni a forma cilindrica e con 8 -10 coste laterali. Le pareti sono prive di fitomelanina (strato protettivo contro batteri, larve e insetti); gli acheni sono provvisti invece di rafidi subquadrati; sono inoltre punteggiate di ghiandole resinose. Il pappo può essere presente e breve (con 20 - 40 squame con forme da lanceolate a subulate) oppure assente.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante può avvenire anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini (se presenti) delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione di queste specie è relativa all'America tropicale; mentre è di recente l'introduzione di queste piante in Australia e Filippine.[17]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[18], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[19] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[20]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][11]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Centratherinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[3] Dagli ultimi studi filogenetici sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. Centratherinae occupa una posizione recente e appartiene al clade del Nuovo Mondo. Il genere Centratherum appartiene al subclade relativo all'America tropicale.[11]

I caratteri distintivi per questo genere (e per la sottotribù) sono i seguenti:[10]

  • le foglie sono intere (non pennate);
  • i capolini sono sottesi alla base da alcune brattee fogliose e patenti.

Inizialmente la sottotribù descriveva due generi: Centratherum e Oiospermum.[10] Ma un esame più accurato dei caratteri della specie O. involucratum ha evidenziato che è morfologicamente strettamente correlata alle altre specie di Centratherum. In assenza di un'ipotesi filogenetica si è ritenuto di descrivere O. involucratum all'interno di Centratherum con il nome di Centratherum repens (Spreng.) Loeuille & Pirani Il cambiamento dell'epiteto specifico è giustificato dal fatto che la specie fu descritta per la prima volta da Sprengel nel 1821 come Calydermos repens.[21]

Inoltre alcune ultimissime ricerche (2019) propongono di accorpare le sottotribù Centratherinae e Sipolisiinae nella sottotribù Lychnophorinae. La sinonimia è supportata sia da dati morfologici che dalle analisi del DNA.[22]

Il numero cromosomico di queste specie (2n = 18 per l'Eurasia e 2n = 32 per l'America[17]) è un valido elemento di distinzione tassonomica della sottotribù nell'ambito della tribù Vernonieae.[10]

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere ha 3 specie:[2]

Le specie di questo genere si distinguono principalmente per i seguenti caratteri:[10]

  • C. cardenasii e C. punctatum: le piante di questo gruppo sono delle erbe annuali o arbusti i cui fusti sono ramificati fin dalla base; gli acheni possono avere il pappo (con 20 - 40 scaglie a forma lanceolata-lineare) oppure no, e sono glabri oppure ricoperti da rigide setole; le brattee dell'involucro sono da 30 a 40 disposte su 4 serie. I fiori sono da 40 a 100.
  • C. repens'': questa specie, il cui sinonimo è Oiospermum involucratum (Nees & Mart.) Less.[23], è un'erba annuale; gli acheni sono privi di pappo, ma ricoperti da piccole setole con punte divergenti; le brattee dell'involucro sono 45 disposte su 4 serie. I fiori sono 25.

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[2]

  • Ampherephis Kunth
  • Amphibecis Schrank
  • Crantzia Vell.
  • Oiospermum Less.
  • Spixia Schrank

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 10 settembre 2021.
  3. ^ a b Susanna et al. 2020.
  4. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 22-gennaio-2014.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 settembre 2021.
  6. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 22-gennaio-2014.
  7. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  8. ^ Strasburger 2007, pag. 860.
  9. ^ Judd 2007, pag.517.
  10. ^ a b c d e f Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 160.
  11. ^ a b c Funk & Susanna 2009, pag. 448.
  12. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 10 settembre 2021.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  15. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - pag. 760.
  16. ^ Judd 2007, pag. 523.
  17. ^ a b Robinson 1999, pag. ii.
  18. ^ Judd 2007, pag. 520.
  19. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  20. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  21. ^ Loeuille et al. 2014.
  22. ^ Semir et al. 2019.
  23. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 10 settembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica