Celle di San Vito
Celle di San Vito comune | |||
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(IT) Celle di San Vito (FRP) Celle de Sant Uite | |||
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La chiesa madre al centro del borgo | |||
Localizzazione | |||
Stato | ![]() | ||
Regione | ![]() | ||
Provincia | ![]() | ||
Amministrazione | |||
Sindaco | Palma Maria Giannini (Unione di Centro) dall'08/06/2009 | ||
Territorio | |||
Coordinate | 41°19′32″N 15°10′51″E / 41.325556°N 15.180833°E | ||
Altitudine | 726 m s.l.m. | ||
Superficie | 18,41 km² | ||
Abitanti | 163[1] (31-5-2020) | ||
Densità | 8,85 ab./km² | ||
Comuni confinanti | Biccari, Castelluccio Valmaggiore, Faeto, Lucera, Orsara di Puglia, Troia | ||
Altre informazioni | |||
Cod. postale | 71020 | ||
Prefisso | 0881 | ||
Fuso orario | UTC+1 | ||
Codice ISTAT | 071019 | ||
Cod. catastale | C442 | ||
Targa | FG | ||
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] | ||
Nome abitanti | cellesi (in francoprovenzale cegliàje) | ||
Patrono | san Vincenzo Ferrer | ||
Giorno festivo | 13 agosto | ||
Cartografia | |||
Posizione del comune di Celle di San Vito nella provincia di Foggia | |||
Sito istituzionale | |||
Celle di San Vito (Cèlle de Sant Uite in francoprovenzale[3], fino al 1862 chiamata Celle) è un comune italiano di 163 abitanti[1] della provincia di Foggia in Puglia. Il comune, che è di gran lunga il meno popolato della regione[4], da secoli si caratterizza per l'uso della lingua francoprovenzale, assieme al limitrofo centro di Faeto, con il quale costituisce l'unica minoranza francoprovenzale in Puglia.
Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]
Il borgo sorge tra i contrafforti dei monti della Daunia a 726 m s.l.m., in posizione dominante sull'alta valle del Celone. Il territorio comunale si estende a nord fino alle pendici del monte Cornacchia, la vetta più alta della Puglia, mentre a sud raggiunge l'antico tratturello Camporeale-Foggia, la via Traiana di epoca romana e la medievale via Francigena, spingendosi fino al torrente Sannoro, affluente del Cervaro.
Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]
Il toponimo Celle di San Vito è da ricondurre alla presenza, nel Duecento, di un cenobio[5] utilizzato come residenza estiva dai monaci benedettini del convento di San Nicola e dal piccolo santuario dedicato a San Vito situato sull'omonimo monte che sovrasta il paese.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Sorta intorno al 1300, Celle di San Vito perse la propria autonomia fin dal 1440 quando venne annessa alla baronia della Val Maggiore, che comprendeva anche Castelluccio e Faeto. La baronia appartenne, nel corso dei secoli, a diversi casati, fra i quali spiccano i Carafa e i Caracciolo, fino agli inizi dell'Ottocento quando, abolito il feudalesimo, il comune riacquistò l'autonomia.[6]
A sud del centro abitato, presso il confine con Faeto, vi è lo storico casale San Vito, situato alle falde del monte omonimo. Il casale è ubicato lungo il tratturello Camporeale-Foggia, il cui percorso ricalca quello dell'antica via Traiana e della medievale via Francigena. Nei pressi è possibile ammirare il Castiglione, un'altura scoscesa sulla quale sorgeva, in epoca medievale, una grande fortezza: il castello di Crepacore (Castrum Crepacordis secondo i documenti dell'epoca). Sebbene il casale San Vito fosse situato in territorio di Faeto, la chiesetta omonima era tenuta dal clero di Castelluccio; tuttavia, a partire dal 1890, il comune di Celle di San Vito ottenne il pieno diritto a gestire sia la chiesetta (poi crollata agli inizi del Novecento) che la festa annuale di San Vito, soppressa dal 1955. Il comune di Celle di San Vito si è impegnato per la ricostruzione della chiesetta[7], completata intorno al 2015.
Società[modifica | modifica wikitesto]
Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]
Abitanti censiti[8]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]
Il comune costituisce insieme alla vicina Faeto la cosiddetta "Daunia arpitana", che costituisce l'unica isola linguistica francoprovenzale dell'Italia peninsulare. L'impiego della lingua francoprovenzale, originaria del versante francese delle Alpi, è attestato dal 1566, ma probabilmente risale alle incursioni angioine in Italia meridionale, compiute nel XIII secolo. Infatti tra la fine del 1274 e l'inizio del 1275, Carlo d' Angiò raccolse una comunità francoprovenzale all'interno della fortezza svevo-angioina, in opposizione all'insediamento musulmano di Lucera creato precedentemente da Federico II. Fu forse proprio questa compresenza scomoda a spingere le circa 140 famiglie francoprovenzali ad abbandonare Lucera e a stabilirsi nell'alta valle del Celone, dove si accamparono tra i faggeti (Faeto) e nei vani abbandonati del convento di San Nicola, le cellette, da cui il toponimo Celle[9]. L'impiego del francoprovenzale è stato di gran lunga prevalente sino al primo Novecento e ancora negli anni ottanta vi erano alcuni abitanti monolingui. Dal 1999 lo stato italiano riconosce ufficialmente e tutela la minoranza linguistica francoprovenzale di Celle e Faeto.
In particolare, la legge 482 del 15.12.1999, ha riconosciuto la tutela delle minoranze linguistiche presenti in Italia, fra le quali la minoranza francoprovenzale. L'amministrazione comunale di Celle di San Vito, con i finanziamenti previsti dalle legge, ha istituito lo "sportello linguistico" per la salvaguardia e conservazione del patrimonio linguistico locale. Alcune ricerche e conferenze hanno portato alla pubblicazione di una brochure e del libro "Progetto francoprovenzale" e alla realizzazione di un calendario in francoprovenzale.
Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]
Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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26 giugno 1985 | 19 giugno 1990 | Carmelo Giuseppe Cupoli | Democrazia Cristiana | Sindaco | [10] |
19 giugno 1990 | 24 aprile 1995 | Carmelo Giuseppe Cupoli | Democrazia Cristiana | Sindaco | [10] |
24 aprile 1995 | 14 giugno 1999 | Michele Schiavone | Alleanza Nazionale | Sindaco | [10] |
14 giugno 1999 | 14 giugno 2004 | Michele Schiavone | Polo per le Libertà | Sindaco | [10] |
14 giugno 2004 | 8 giugno 2009 | Achille Mario Cocuzzi | lista civica | Sindaco | [10] |
8 giugno 2009 | 26 maggio 2014 | Palma Maria Giannini | Unione di Centro | Sindaco | [10] |
26 maggio 2014 | in carica | Palma Maria Giannini | lista civica: patto per celle | Sindaco | [10] |
Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]
Sport[modifica | modifica wikitesto]
La principale squadra di Celle di San Vito è l' U.S.D. Sfinge Celle di San Vito, fondata nel 2019, militante nel campionato provinciale di Terza Categoria.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 maggio 2020.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su protezionecivile.gov.it.
- ^ Stefania Mola, Faeto (FG): Comunità francofone per ripopolare l'Appennino, in La storia della Puglia in 100 luoghi memorabili, Newton Compton Editori, 2018, ISBN 9788822726414.
- ^ Comuni pugliesi per popolazione, su Tuttitalia. URL consultato il 27 gennaio 2019 (archiviato il 25 febbraio 2018).
- ^ Notizie storiche, su Comune di Celle di San Vito. URL consultato il 24 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2018).
- ^ Vincenzo Rubino, Celle San Vito - Colonia francoprovenzale di Capitanata, Foggia, Leone Editrice, 1996.
- ^ San Vito, su Comune di Faeto. URL consultato il 24 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 1º luglio 2018).
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Massimiliano Monaco, Lucera nella Storia e nell'Arte, Crsec FG/30 - Lucera, 2009.
- ^ a b c d e f g Copia archiviata, su amministratori.interno.it. URL consultato il 26 agosto 2019 (archiviato il 7 gennaio 2017).
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
- Faeto
- Dialetto faetano
- Minoranza francoprovenzale in Puglia
- Monti della Daunia
- Tratturello Camporeale-Foggia
- Valmaggiore
- Via Traiana
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Celle di San Vito
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- Sito ufficiale, su comune.celledisanvito.fg.it.
- Celle di San Vito, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 123614551 · WorldCat Identities (EN) lccn-nr96019937 |
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