Cecidoses eremita

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Cecidoses eremita
Immagine di Cecidoses eremita mancante
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Tracheata
Superclasse Hexapoda
Classe Insecta
Sottoclasse Pterygota
Coorte Endopterygota
Superordine Oligoneoptera
Sezione Panorpoidea
Ordine Lepidoptera
Sottordine Glossata
Infraordine Heteroneura
Divisione Incurvariina
Superfamiglia Adeloidea
Famiglia Cecidosidae
Genere Cecidoses
Specie C. eremita
Nomenclatura binomiale
Cecidoses eremita
Curtis, 1835
Sinonimi

Cecidoses artifex
(Kieffer & Jörgensen, 1910)
Clistoses artifex
Kieffer & Jörgensen, 1910

Cecidoses eremita Curtis, 1835[1] è un lepidottero appartenente alla famiglia Cecidosidae, diffuso in America Meridionale.[2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'epiteto specifico deriva dal termine latino ĕrēmīta, ae (= eremita, solltario), attribuito da John Curtis probabilmente a causa del fatto che le larve inducono nelle piante ospiti la formazione di cecidi (altrimenti noti come "galle"), entro cui si sviluppano con maggiore protezione nei confronti dei predatori.[1][3][4][5][6]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Adulto[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una piccola falena con nervatura alare di tipo eteroneuro, ma apparato riproduttore femminile provvisto di un'unica apertura sia per l'accoppiamento, sia per l'ovodeposizione.[4][7][8][9]

Capo[modifica | modifica wikitesto]

Il capo è piccolo, con occhi grandi e ravvicinati al vertice; gli ocelli sono assenti, come pure i chaetosemata; i palpi mascellari sono rudimentali, così come quelli labiali; la spirotromba è assente, come pure la sutura epicraniale.[1][4][9][10]

Le antenne sono lunghe quanto il corpo (circa i due terzi della costa dell'ala anteriore), sottili e ciliate.[3]

Torace[modifica | modifica wikitesto]

Il torace è corto e di un marrone leggermente più scuro rispetto al resto del corpo.[11]

Le ali anteriori sono sublanceolate, brunastre e screziate di nero; l'apice è arrotondato, non falcato e il termen è quasi rettilineo, con tornus lievemente ottuso.[11] L'ala posteriore, più corta e bianco-grigiastra, presenta una riduzione del sistema legato al settore radiale (Rs), con anastomosi di Sc ed R dal quarto basale fino al termen, ed Rs non ramificata; sempre nell'ala posteriore, la venatura anale è singola e non ramificata; sono inoltre visibili lunghe frangiature su tutta la lunghezza del margine esterno. L'accoppiamento alare è di tipo frenato (assente nei maschi), mentre è presente l'apparato di connessione tra ala anteriore e metatorace (spinarea); si può inoltre riscontrare un ponte precoxale.[1][3][4][9][10][11][12][13][14][15]

L'apertura alare è di circa 24–26 mm.[3][11]

Nelle zampe, gli speroni tibiali hanno formula 0-2-4; i tarsi sono costituiti da cinque tarsomeri, tra cui quello basale risulta molto allungato; unghie e pulvilli appaiono ridotti.[1][4][7][9][10]

Addome[modifica | modifica wikitesto]

L'addome è bruno-grigiastro;[11] manca il processo tergosternale sul primo segmento, osservabile di regola negli Adeloidea, caratteristica che viene considerata una riduzione evolutiva secondaria.[4][7][9][16][17]

L'apparato genitale maschile rivela, su ogni valva, una struttura a pettine detta pectinifer.[4][7][9][10]

Nel genitale femminile, l'ovopositore è ben sviluppato e perforante, al fine di permettere l'inserimento delle uova all'interno dei tessuti della pianta ospite.[4][7][9][10]

Uovo[modifica | modifica wikitesto]

Le uova, inserite singolarmente nei tessuti della pianta ospite, assumono la forma della "tasca" che le ospita.[4]

Larva[modifica | modifica wikitesto]

Nel bruco, che possiede un capo prognato, gli stemmata sono completamente assenti, mentre si osservano diverse setole secondarie.[4][9][18]

Le zampe toraciche, così come le pseudozampe, appaiono mancanti e sostituite da calli ambulacrali.[4][7][9][18]

Pupa[modifica | modifica wikitesto]

La pupa, che appare subcilindrica e di un colore tra il giallo ocra e il cannella, è adectica e obtecta; sulla superficie dorsale dei somiti addominali si osservano delle spinule brunastre, disposte senza un ordine apparente.[1][3][4][9][18]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Le larve di C. eremita, che attraversano due stadi di accrescimento, sono responsabili della formazione di cecidi nei tessuti delle piante ospiti.[3][4][18]

Periodo di volo[modifica | modifica wikitesto]

Gli adulti sfarfallano nel mese di aprile.[3]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Le larve di questa specie attaccano varie piante ospiti:[3][5][19]

Parassitoidismo[modifica | modifica wikitesto]

Il bruco di C. eremita può essere vittima di parassitoidismo da parte di varie specie di imenotteri:[20][21][22]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il Cono Sud, la parte più meridionale del Sud America

L'areale della specie è esclusivamente neotropicale, e limitato ad una parte del cosiddetto Cono Sud, ossia l'Argentina, l'Uruguay e il sud del Brasile (Stato del Rio Grande do Sul).[1][2][3][11]

L'habitat è rappresentato da boschi e foreste a latifoglie.[3][4]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Cecidoses eremita Curtis, 1835 - Pr. Zool. Soc. Lond. 3: 19 - locus typicus: Uruguay, dintorni di Montevideo[1]

Sinonimi[modifica | modifica wikitesto]

Sono noti i seguenti sinonimi:[2]

  • Cecidoses artifex (Kieffer & Jörgensen, 1910) - Zentbl. Bakt. ParasitKde (Abt. 2) 27: 381[23] - locus typicus: Argentina (sinonimo eterotipico)
  • Clistoses artifex Kieffer & Jörgensen, 1910 - Zentbl. Bakt. ParasitKde (Abt. 2) 27: 381[23] - locus typicus: Argentina (sinonimo eterotipico)

Sottospecie[modifica | modifica wikitesto]

Non sono state individuate sottospecie.[2]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La specie non è stata inserita nella Lista rossa IUCN[24]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h (ENLA) Curtis, J., On a species of moth found inhabiting the galls of a plant near to Montevideo (PDF), in Proceedings of the Zoological Society of London, Parte III, Londra, Richard Taylor, 16 aprile 1835, p. 19, ISSN 2397-5504 (WC · ACNP), LCCN 86640225, OCLC 1779524. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  2. ^ a b c d (EN) Giusti, A., Cecidoses, su The Global Lepidoptera Names Index, Londra, Natural History Museum, 6 agosto 2004, ISSN 2405-8858 (WC · ACNP), OCLC 223993023. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  3. ^ a b c d e f g h i j (ESFR) Brèthes, J., Estudio fito-zoológico sobre algunos lepidópteros argentinos productores de agallas (PDF), in Anales de la Sociedad Cientifica argentina, vol. 82, Buenos Aires, Casa Editora de Coni Hermanos, 1916, pp. 132, 138 e 139, ISSN 0037-8437 (WC · ACNP), LCCN 18004381, OCLC 63606412. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  4. ^ a b c d e f g h i j k l m n (EN) Scoble, M. J., Early Heteroneura, in The Lepidoptera: Form, Function and Diversity, seconda edizione, London, Oxford University Press & Natural History Museum, 2011 [1992], pp. 213-219, ISBN 978-0-19-854952-9, LCCN 92004297, OCLC 25282932.
  5. ^ a b (DE) Wille, J., Cecidoses eremita Curt. und ihre galle an Schinus dependens Ortega (abstract), in Zeitschrift für Morphologie und Ökologie der Tiere, vol. 7, n. 1-2, Berlin, Springer-Verlag, marzo 1927, pp. 1-101, ISSN 0720-213X (WC · ACNP), LCCN 2007204769, OCLC 4668094158. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  6. ^ Castiglioni, L. & Mariotti, S., IL - Vocabolario della lingua latina, Brambilla, A. & Campagna, G., 30ª ristampa, Torino, Loescher, 1983 [1966], p. 2493, ISBN 978-88-201-6657-1, LCCN 76485030, OCLC 848632390.
  7. ^ a b c d e f (EN) Davis, D. R. and Gentili, P., Andesianidae, a new family of monotrysian moths (Lepidoptera:Andesianoidea) from austral South America (PDF), in Invertebrate Systematics, vol. 17, n. 1, Collingwood, Victoria, CSIRO Publishing, 24 marzo 2003, pp. 15-26, DOI:10.1071/IS02006, ISSN 1445-5226 (WC · ACNP), OCLC 441542380. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  8. ^ (EN) Dugdale, J. S., Female Genital Configuration in the Classification of Lepidoptera (PDF), in New Zealand Journal of Zoology, vol. 1, n. 2, Wellington, 1974, pp. 127-146, DOI:10.1080/03014223.1974.9517821, ISSN 1175-8821 (WC · ACNP), OCLC 60524666. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  9. ^ a b c d e f g h i j (PL) Becker, V. O., The taxonomic position of the Cecidosidae. Brèthes (Lepidoptera), in Polskie pismo entomologiczne. Seria B: Entomologia stosowana, vol. 47, Wrocław, Państowowe Wydawn. Naukowe, 1977, p. 84, ISSN 0554-6060 (WC · ACNP), OCLC 5453738.
  10. ^ a b c d e (EN) Nielsen, E. S. & Davis, D. R., The first southern hemisphere prodoxid and the phylogeny of the Incurvarioidea (Lepidoptera) (PDF), in Systematic Entomology, vol. 10, n. 3, Oxford, Blackwell Science, luglio 1985, pp. 307-322, ISSN 0307-6970 (WC · ACNP), OCLC 4646400693. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  11. ^ a b c d e f (EN) Jenkins, P., Foto di Cecidoses eremita sul sito NHM, su NHM - Butterflies & Moths of the World - Generic Names and their Type-species, Londra, Natural History Museum. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  12. ^ (EN) Nielsen, E. S. & Kristensen, N. P., The Australian moth family Lophocoronidae and the basal phylogeny of the Lepidoptera-Glossata (abstract), in Invertebrate Taxonomy, vol. 10, n. 6, Melbourne, CSIRO, 1996, pp. 1199-1302, DOI:10.1071/IT9961199, ISSN 0818-0164 (WC · ACNP), OCLC 842755705. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  13. ^ (EN) Brock, J. P., A contribution towards an understanding of the morphology and phylogeny of the Ditrysian Lepidoptera (abstract), in Journal of Natural History, vol. 5, n. 1, Londra, Taylor & Francis, 1971, pp. 29-102, DOI:10.1080/00222937100770031, ISSN 0022-2933 (WC · ACNP), LCCN 68007383, OCLC 363169739. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  14. ^ (EN) Kristensen, N. P., Studies on the morphology and systematics of primitive Lepidoptera (Insecta) (abstract), in Steenstrupia, vol. 10, n. 5, Copenaghen, Zoologisk Museum, 1984, pp. 141-191, ISSN 0375-2909 (WC · ACNP), LCCN 78641716, OCLC 35420370. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  15. ^ (EN) Davis, D. R., A New Family of Monotrysian Moths from Austral South America (Lepidoptera: Palaephatidae), with a Phylogenetic Review of the Monotrysia (PDF), in Smithsonian Contributions to Zoology, vol. 434, Washington D.C., Smithsonian Institution Press, 1986, pp. iv, 202, DOI:10.5479/si.00810282.434, ISSN 0081-0282 (WC · ACNP), LCCN 85600307, OCLC 12974725. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  16. ^ (EN) Kyrki, J., Adult abdominal sternum II in ditrysian tineoid superfamities - morphology and phylogenetic significance (Lepidoptera) (abstract), in Annales entomologici Fennici / Suomen hyönteistieteellinen aikakauskirja, vol. 49, Helsinki, Suomen Hyönteistieteellinen Seura, 1983, pp. 89-94, ISSN 0003-4428 (WC · ACNP), LCCN 91649455, OCLC 2734663. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  17. ^ (EN) Davis, D. R., The Monotrysian Heteroneura, in Kristensen, N. P. (Ed.) - Handbuch der Zoologie / Handbook of Zoology, Band 4: Arthropoda - 2. Hälfte: Insecta - Lepidoptera, moths and butterflies, Kükenthal, W. (Ed.), Fischer, M. (Scientific Ed.), Teilband/Part 35: Volume 1: Evolution, systematics, and biogeography, ristampa 2013, Berlino, New York, Walter de Gruyter, 1999 [1998], pp. 65 - 90, ISBN 978-3-11-015704-8, OCLC 174380917. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  18. ^ a b c d (EN) Davis, R. D. & Frack, D. C., Micropterigidae, Eriocraniidae, Acanthopteroctetidae, Nepticulidae, Opostegidae, Tischeriidae, Heliozelidae, Adelidae, Incurvariidae, Prodoxidae, Tineidae, Psychidae, Ochsenheimeriidae, Lyonetiidae, Gracillariidae, Epipyropidae, in Stehr, F. W. (Ed.). Immature Insects, vol. 1, seconda edizione, Dubuque, Iowa, Kendall/Hunt Pub. Co., 1991 [1987], pp. 341- 378, 456, 459, 460, ISBN 978-0-8403-3702-3, LCCN 85081922, OCLC 13784377.
  19. ^ (EN) NHM - Lista delle piante ospiti, su nhm.ac.uk. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  20. ^ (EN) Burks, R. A.; Gibson, G. A. P. & La Salle, J., Nomenclatural changes in Neotropical Eulophidae, Eupelmidae and Torymidae (Hymenoptera: Chalcidoidea) relating to parasitoids of Cecidoses eremita (Lepidoptera: Cecidosidae) (PDF) (abstract), in Zootaxa, vol. 1082, Auckland, Nuova Zelanda, Magnolia Press, 18 novembre 2005, pp. 45-55, ISSN 1175-5334 (WC · ACNP), OCLC 6946900556. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  21. ^ (EN) Cecidoses eremita, su Universal Chalcidoidea Database, Londra, NHM - Natural History Museum. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  22. ^ (EN) Cecidoses eremita, su Home of Ichneumonoidea. URL consultato il 21 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2016).
  23. ^ a b (DE) Kieffer, J.-J. & Jörgensen, P., Gallen und Gallentiere aus Argentinien (abstract), in Zentralblatt für Bakteriologie und Parasitenkunde, (2. Abt.) 27, Jena, Gustav Fischer, 1910, p. 381, ISSN 0302-590X (WC · ACNP), OCLC 700900912. URL consultato il 21 dicembre 2016.
  24. ^ (EN) International Union for Conservation of Nature and Natural Resources, IUCN Red List of Threatened Species. Version 2016-3, su IUCN 2016, Cambridge, IUCN Global Species Programme Red List Unit, ISSN 2307-8235 (WC · ACNP), OCLC 943528404. URL consultato il 21 dicembre 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Testi[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]