Cattedrale di Santa Sofia (Nicosia)

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Cattedrale di Santa Sofia
Moschea di Selim
La cattedrale vista dalla Torre Shacolas
StatoBandiera di Cipro del Nord Cipro del Nord
DistrettoLefkoşa
LocalitàNicosia
Coordinate35°10′35″N 33°21′52″E / 35.176389°N 33.364444°E35.176389; 33.364444
ReligioneCristiana cattolica di rito romano
Islam sunnita
TitolareSanta Sofia
Stile architettonicogotico, islamico
Inizio costruzione1208
Completamento1326

La cattedrale di Santa Sofia di Nicosia (attualmente moschea di Selim; in turco Selimiye Camii) è una cattedrale cattolica gotica trasformata in moschea, situata a Lefkoşa, (la parte nord di Nicosia, capitale di Cipro) appartenente de facto alla Repubblica turca di Cipro del Nord. Edificata durante il periodo crociato, costituisce uno dei principali monumenti dell'isola.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

Si ritiene che l'attuale cattedrale possa essere stata costruita sul sito di una chiesa bizantina (ortodossa) già chiamata Haghia Sophia dedicata a Santa Sofia (metafora della divina saggezza)[1].

Bisante di Ugo I, re di Cipro

In seguito all'acquisizione di Cipro da parte dei crociati nel 1191, la costruzione del santuario fu commissionata da Alice di Champagne, moglie del re Ugo I.

La costruzione fu iniziata nel 1208 da Eustorge de Montaigu, uno dei primi arcivescovi latini di Nicosia e la sua consacrazione avvenne nel 1326.

L'edificio fu eretto da architetti e muratori francesi nel puro stile delle cattedrali gotiche francesi. Poiché era la chiesa più grande di Cipro, ospitò le cerimonie di incoronazione dei Re di Cipro dal 1192 al 1489, anno della caduta del Regno di Cipro[1].

XIV e XV secolo[modifica | modifica wikitesto]

La cattedrale venne danneggiata da diversi terremoti e restaurata per esempio dalla Repubblica di Genova nel 1373. Un altro terremoto distrusse la parte orientale dell'edificio nel 1491 ma i veneziani la ricostruirono (dopo aver preso il controllo di Cipro nel 1489). Durante questi lavori, venne scoperta la sepoltura del re Ugo II di Lusignano (1252-1267), il cui corpo ben conservato indossava ancora una corona ed era circondato da oggetti d'oro.

Trasformazione in moschea[modifica | modifica wikitesto]

La moschea Selimiye in un'incisione del 1887 conservata nella British Library

Con la conquista di Nicosia da parte degli Ottomani (1570), la cattedrale di Santa Sofia fu trasformata in moschea e due minareti furono aggiunti nella parte occidentale dell'edificio.

La ricca decorazione della cattedrale fu distrutta, così come le sculture, gli affreschi e le vetrate raffiguranti scene dell'Antico e del Nuovo Testamento, mentre furono distrutte anche le varie pietre tombali dei Re e dei Principi Lusignano. Nel mese di agosto 1954, il monumento fu ribattezzato "Selimiye Camii" ("Moschea di Selim") in onore del sultano Selim II (1566-1574) che regnò al tempo del conquista di Cipro.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'ingresso della moschea

La cattedrale è lunga 68 m per 24 m di larghezza e la sua altezza supera 21 m[2]. La facciata è costituita da un ingresso monumentale incorniciato da due campanili incompiuti.

L'interno è costituito da una navata centrale e due navate laterali con alcune piccole cappelle.

L'interno

La cappella settentrionale è dedicata a San Nicola e la cappella meridionale alla Vergine Maria e San Tommaso d'Aquino. Molti re e nobili del periodo dei Lusignano sono sepolti nella cattedrale. Le lastre di marmo delle loro tombe fanno ancora parte del pavimento dell'edificio, con le loro iscrizioni e spesso i corpi sono ancora ben conservati.

Sovrani tumulati[modifica | modifica wikitesto]

Sovrani di Cipro tumulati quando la moschea era ancora cattedrale:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b North Cyprus - Nicosia - Selimiye Mosque, su www.cyprus-holidays-hotels.com. URL consultato il 15 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 10 aprile 2007).
  2. ^ Qantara - Sainte-Sophie de Nicosie, su www.qantara-med.org. URL consultato il 15 dicembre 2015.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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