Castello della Pietra d'Amico

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Castello della Pietra d'Amico
Resti del castello
Ubicazione
StatoRegno di Sicilia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegioneSicilia
CittàAlessandria della Rocca
Indirizzocontrada Castello
Coordinate37°34′42.77″N 13°25′05.87″E / 37.578546°N 13.418298°E37.578546; 13.418298
Mappa di localizzazione: Sicilia isola
Castello della Pietra d'Amico
Informazioni generali
TipoCastello medievale
Condizione attualeRovine
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Il castello della Pietra d'Amico è un castello in rovina della Sicilia, nel territorio comunale di Alessandria della Rocca.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Situato in prossimità della diga Castello, al confine con il territorio di Bivona, il castello fu eretto su di un masso e assunse in poco tempo un ruolo fondamentale anche per i paesi limitrofi. Ne fu signore Pietro D'Amico, che dette il nome alla costruzione. Solitamente il termine feudale Petra in Sicilia designava una fortificazione isolata: unica eccezione fu la Petra D'Amico, che si trattava inizialmente di un casale, in seguito di una baronia. Nel XVI secolo il feudo della Pietra D'Amico, di proprietà dei nobili Abbatellis, fu avocato dallo stato. Nel 1542 fu venduto a don Nicolò Barresi, fondatore della vicina Alessandria della Rocca.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Del castello rimane solamente qualche pezzo di muro, parte della scalinata e il masso su cui venne edificato. Le acque dell'Invaso Castello sommergono i ruderi del Mulino della Pietra; durante i lavori di costruzione della diga, negli anni ottanta, intorno al castello vennero trovati altri ruderi, cocci, vasellame e utensili che testimoniano la presenza di un insediamento che, probabilmente, veniva difeso proprio dal castello[1].

Nella letteratura[modifica | modifica wikitesto]

Ne I Beati Paoli, romanzo storico di Luigi Natoli ambientato nella Sicilia sabauda, sono tenute prigioniere nel castello la figlia e la moglie di don Raimondo duca della Motta, l'antagonista principale del romanzo. Il castello viene menzionato per la prima volta nel capitolo IX della terza parte del libro:

«Finalmente, sulla cresta di un'alta rupe videro un castello, simile ad un falco appollaiato, con la torre alta e merlata, le mura massicce.»

Il nome del castello, tuttavia, non viene rivelato fino all'inizio del capitolo XVII, allorquando l'autore dichiara:

«Era l'antico castello della Pietra, le cui rovine si vedevano ancora in cima alla rocca, donde aveva preso il nome la vicina Alessandria [...]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nino Raineri, Alessandria della Rocca: Storia-Tradizioni-Immagini, Alessandria della Rocca, Comune di Alessandria della Rocca, 1991. Pag. 11.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Sito informativo, su alessandriadellarocca.it. URL consultato il 13 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2009).